Quello che mi rimane

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Prologo


Quando in qualcuno si spegne qualcosa é inevitabile che anche ciò che lo circonda faccia lo stesso.

Ascoltò in silenzio il sibilo dell'aria che fuoriuscì dalla lattina di birra. Camille neanche amava bere, anzi, lo aveva sempre odiato. Si era sempre definita astemia tra le risate generali del suo gruppo di amici.

"Prova a bere un sorso di questo, Cami!"

"É dolce come piace a te, assaggialo!"

"Non ti succede niente se bevi per una volta!"

Le ribadivano sempre mentre lei con un sorriso gentile declinava l'invito.

Alzava in aria la sua lattina di Coca-Cola e brindava alle belle occasioni con quella.

Spesso si chiedeva perché i suoi amici amassero ridursi ad uno straccio, bere fino a non saper reggersi in piedi.

Anche lui amava bere.

Un giorno lo chiese proprio a lui il motivo.

Davanti al suo sorriso intenerito si sentiva una bambina curiosa che ancora non aveva imparato nulla dalla vita.

Ma a lei piaceva.

Le piaceva ascoltarlo, le piaceva spegnere per qualche ora il cervello e farsi spiegare anche i concetti più semplici.

E lui lo sapeva.

Lo sapeva che lei fingeva di non sapere, ma non ne fece mai parola.

Piaceva anche a lui.

Lui beveva tanto.

Le rispondeva sempre che certe volte i pensieri dovevano essere messi a tacere, ma lei non era d'accordo.

Gli offrì una scappatoia: un bacio ad ogni pensiero.

Finiva per baciarla per ore.

Ironico.

Di lui le era rimasto solo quel sapore acido di una birra in lattina.

Nient'altro.

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