••••
Capitolo undiciCamilla era bella e rara. Era un gioiello prezioso che Carter temeva di poter perdere. Nonostante i suoi discutibili gusti musicali e la sua inestimabile freddezza, Camille era un pensiero fisso per lui. Era bastata una stupida festa scadente di una confraternita e una canzone di Taylor Swift per fotterlo completamente.
E le loro strade sembravano continuare ad intrecciarsi.
Camille era ubriaca, con ancora una bottiglia vuota nella mano destra uno sguardo talmente brillo da farlo sorridere divertito. Sedeva sulla riva della spiaggia, immergendo le dita nella sabbia grossolana - evidentemente non curandosi dei granelli che sarebbero rimasti tra le unghie - e con i piedi nell'acqua fredda del mare.
Erano le cinque del mattino e Carter stava guardando ridacchiare spensierata la ragazza per la quale si era intrufolato a quella festa di liceali.
Il resto dei ragazzi presenti sembrava essere immerso in un'altro mondo, alcuni ormai crollati tra le braccia di Morfeo e altri ancora intenti a tracannare gli ultimi sorsi di alcol. Anche l'amica di Camille - Riley - era tra le braccia di un ragazzo, non badando ad occhi indiscreti mentre gli ficcava la lingua in gola.
Il sole stava per sorgere e Carter non riusciva a distogliere lo sguardo da Camille, il suo volto brillava sotto la luce dei colori caldi che stavano dipingendo il cielo.
La vide socchiudere gli occhi e passarsi una mano sul volto. Incantata allungò una mano verso quella distesa di colori, quasi come se volesse afferrarli uno ad uno. Uno sbuffo abbandonò le sue labbra quando si rese conto di non riuscirci e immediatamente iniziò a guardarsi attorno con aria persa, come una bambina.
Quando puntò lo sguardo verso la sua direzione pensò di essere stato visto, ma a quanto pare Camille era troppo concentrata sugli scogli su cui sedeva per accorgersi della sua presenza.
La vide traballare mentre cercava di raggiungere gli scogli con molta difficoltà. Camminò lentamente, allargando le braccia attorno a sé, come a volersi mantenere in equilibrio. Carter la trovava adorabile.
Provò a salire sugli scogli ma le scivolò il piede e Camille imprecò. Non riuscendo più a trattenersi Carter ridacchiò divertito e finalmente lo sguardo perso di Camille incontrò il suo.
«Ti serve una mano, mio sole?» le chiese calcando volontariamente su quel vezzeggiativo che tanto la infastidiva. Lei lo guardava stralunata sotto quelle lunghe ciglia nere. Provò ad allungare una mano in sua direzione ma Camille non la accettò.
STAI LEGGENDO
Frammenti di Noi
Literatura FemininaCamille e Carter erano ormai solo frammenti di quello che erano stati una volta.