01 - Bleedin' me dry, like a goddamn vampire

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Sapete, la felicitá
la si può trovare anche negli
attimi piú tenebrosi, solo se ci si ricorda
di accendere la luce.
-Albus Silente.

Mi svegliai di soprassalto. L'avevo sentito di nuovo, quel rumore.
Raccoglile tutte, Alexander!
Scacciai via quel pensiero e mi alzai, mancavano ancora trenta minuti alla sveglia. La disattivai e mi diressi in bagno.

Quantomeno quella mattina era sabato, perciò niente scuola. Decisi quindi di andare direttamente all' Accademia.
Legai i capelli in una coda disordinata e, dopo essermi lavata i denti e il viso, entrai in doccia.
Lasciai scivolare il getto d'acqua fredda sulla schiena.
Alex sembrava dormire, fortunatamente. Stava traslocando.

Anche se dovevamo andare via insieme.

Uscita dalla doccia tornai in camera per vestirmi.
Indossai la divisa e legai i capelli in uno chignon.

Uscii dalla camera con passo felpato, per non svegliare nessuno, presi la giacca, il borsone e mi incamminai verso l'accademia.

In lontananza intravidi una figura con capelli scuri e il fisico slanciato.

Grazie a Dio, non ci tengo a stare sola con quelle oche.

«Amy!» Urlai, per farmi sentire nonostante la distanza.
«Oh, Hally! Buongiorno» rispose lei con un sorriso larghissimo.
«Tutto bene a casa?» mi chiese lei.
Menti. Non voglio fare pietà a nessuno.
«Si, tutto apposto» quella risposta non sembrava convincerla, ma non ribattè.
Era per questo che la adoravo. Non si spingeva mai piú in là contro il mio volere.

Mi prese a braccetto e ci incamminammo verso una sala vuota.
«Harper mi ha scritto. Dice che arriverá in ritardo anche oggi» la informai con uno sbuffo.

Harper è il mio partner. Ci incontrammo per la prima volta un paio di anni fa, in una piccola scuola di un quartiere malfamato. Ero scappata di nuovo di casa, e senza guardare dove mettevo i piedi, inciampai sul suo borsone. Cosí mi chiese se stavo bene e mi offrì una caramella al limone. Le mie preferite.
Al solo ricordo mi viene da sorridere.

Mi squillò il telefono, ma non me ne curai. Doveva essere mamma, o peggio, Alex.

Iniziai a riscaldarmi con Amy, nell'attesa di Harper, mentre un gruppo di ragazze sghignazzanti entrò in stanza.
Ci deve essere sicuramente il figlio di Mary.
Qui lo conoscono tutti quelli che vanno alla Boston High school.

Era il capitano della squadra di basket della scuola, nonchè molto popolare. In realtà quelli a conoscerlo bene erano solo il suo gruppo di amici. Attirava le attenzioni soprattutto delle ragazze, ma non sembrava mai interessato.

Ah, e Mary è la mia insegnante. Ci sono voluti mesi per abituarmi a chiamarla per nome, cosa piuttosto insolita in effetti.

Dopo l'arrivo di Harper la lezione continuò senza troppi intoppi. Miss Mary, ci fece ripetere il nostro pas de deux fino allo sfinimento, ma lasciando perdere questo, proseguii bene.

Saluto Amy e Harper e prima di andare via, passai dal piccolo bar all'ingresso per un caffè.

«Chi è quella ragazza?»

«La ragazzina con i capelli neri?»
Mary?

«Esatto, chi è?» chiese lui, di nuovo.

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