1.

665 7 0
                                    

Le gocce di burberry che si era spruzzato addosso qualche istante prima erano appena evaporate quando il campanello iniziò a suonare impazientemente.
Simone sapeva di chi si trattava, dopotutto lo aveva invitato lui.
Manuel
Manuel che, nelle ultime tre settimane, aveva visto regolarmente per soddisfare i suoi bisogni fisici.
Si erano conosciuti grazie a Luna, informando Simone che lei conosceva qualcuno che sarebbe stato perfetto per i suoi interessi.
E in effetti aveva ragione, visto che, appena i due avevano posato gli occhi l'uno sull'altro, l'attrazione e la chimica sbocciarono in batter d'occhio. E nelle ultime tre settimane si erano visti almeno una decina di volte, un po' da Manuel e un po' lì, dove anche questa volta lo stava aspettando.
Tuttavia, Simone proprio non riusciva a capirlo quel ragazzo: Alcune volte si comportava un po' come un bambino, addirittura chiedendo carezze e attenzioni. In altri casi, invece, era freddo e distaccato, quasi come se non gli importasse minimamente di lui. Non che la cosa fosse particolarmente strana, visto che i due effettivamente non stavano insieme, e Simone sinceramente non avrebbe nemmeno voluto visti i suoi comportamenti incoerenti e da vero e proprio lunatico. Simone odiava non sapere mai come lo avrebbe trovato il momento dopo, passava da fargli i complimenti a trattarlo da stronzo e questa cosa lo mandava al manicomio.
Alla fine Simone si diresse verso la porta e la aprì, rivelando la figura di Manuel con una camicia azzurra e dei jeans neri addosso che lo rendevano, se possibile, ancora più bello.
Con i suoi occhi color miele e le ciglia lunghe che li contornano, Simone non riuscirebbe mai a dire di no a qualsiasi cosa il maggiore gli chiedesse. Proprio per questo, senza nemmeno dire una parola, Manuel lo spinse contro il bracciolo del divano, iniziando a baciarlo con foga e a togliere quella t-shirt grigia che indossava come pigiama.
Simone non si lamentò, anzi, dopotutto questo era ciò che faceva parte degli accordi: Solo sesso.
No sentimenti, no coinvolgimenti. Solo e solamente la parte fisica del rapporto.
Simone invertì le posizioni, portando il suo corpo a sovrastare quello di Manuel e spingendolo a sdraiarsi sul divano per stare un po' più comodo.
Si baciavano con passione, nella stanza si poteva solo sentire il rumore degli schiocchi delle loro labbra e delle loro mani che vagavano imperterrite sotto i vestiti dell'altro.
Non appena Manuel mise la mano al di sotto dei suoi boxer, andando finalmente a stuzzicare la sua intimità, Simone rilasciò un gemito rumoroso.
"Manu" sospirò Simone, muovendo il bacino nella direzione del maggiore per fargli capire che aveva bisogno di qualcosa in più.
Manuel colse la sua disperazione e si abbassò, trovandosi con la faccia in mezzo alle sue gambe, proprio dove Simone lo stava pregando di essere soddisfatto.
Nel mentre che Manuel stava per iniziare la sua dolce tortura, i due sentirono la serratura della porta scattare e il panico iniziò a farsi largo in tutto il loro corpo.
Manuel scattò in piedi, riabbottonando la camicia che ormai era spiegazzata e sgualcita a causa delle mani di Simone, mentre il corvino tentò di rendere meno palese il suo problemino in mezzo alle gambe.
La figura di Dante spuntò al centro del salotto, guardando i due ragazzi con fare interrogativo.
"Pa'! Non sapevo saresti tornato così presto" disse Simone, con ancora il fiatone per l'improvviso sforzo.
"Sì, dovevo correggere dei compiti al più presto" rispose Dante, puntando il suo sguardo verso Manuel.
"Comunque lui è Manuel, un mio amico. S-stavamo guardando un film..." continuò Simone, cercando di non dare sospetti.
"Con la tv spenta?" disse Dante, divertito dalla situazione.
Simone sbiancò e Manuel non riuscì a trattenere un sorriso divertito da quella situazione.
"No! Cioè, stavamo ancora scegliendo. Sai, guardando tramite il catalogo di Netflix sul telefono..."
Dante sembrò crederci, o almeno si auto-convinse Simone per non continuare a pensare all'enorme figura di merda che aveva appena fatto con suo padre.
"Va bene... Io vado nel mio studio, se hai bisogno sai dove trovarmi" disse Dante, dileguandosi e lasciando i ragazzi di nuovo da soli.
Manuel ridacchiò vedendo le guance rosse del corvino, che continuava a muoversi nel divano per l'agitazione.
"Vabbè, forse è meglio che io vada" esclamò Manuel qualche istante dopo.
"No dai, resta! Sei qua da nemmeno dieci minuti" rispose Simone, cercando di fargli cambiare idea.
"Ce sta tuo padre nella stanza di fianco, non possiamo nemmeno scopare in pace".
"Possiamo davvero guardare un film, o non so, parlare? Guarda che non mordo eh".
Manuel sembrò pensarci per qualche istante, alla fine acconsentendo con un cenno di capo e un va bene detto distrattamente.

fwb - socmedDove le storie prendono vita. Scoprilo ora