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Simone sapeva bene che stava per compiere una follia, ma sapeva anche che quando si è in ballo bisogna ballare e lui non aveva intenzione di perdere l'ennesima occasione per confrontarsi con Manuel.

Si trovava già nei pressi del locale quando il riccio aveva espressamente richiesto di rimandare il loro
incontro e lo vedeva decisamente turbato mentre, frettolosamente, pigiava i tasti sullo schermo, muovendo il piede destro con fare agitato.

Lo vide riporre in tasca il telefono ed avviarsi verso la moto e dopo aver fatto un veloce lista mentale sui pro e sui contro, decise di seguirlo e si avviò con passo felpato verso la sua vespa bianca.

Mentre percorreva quel tratto a debita distanza per non farsi riconoscere, ripensava a quello scambio di messaggi e all'ennesimo tono infastidito del maggiore e non si capacitava del perché fino a quel momento gliel'aveva quasi sempre fatta passare liscia, senza riprenderlo e lasciando che le sue risposte acide si scagliassero su di lui.

Il tragitto durò relativamente poco, dieci minuti scarsi, nei quali Simone aveva pensato più volte di abbandonare quella missione suicida ipotizzando già la possibile reazione del maggiore, che sicuramente non sarebbe stato contento.

Non sapeva esattamente quando palesarsi ai suoi occhi, da una parte voleva aspettare e vedere quale fosse questo impegno urgente che Manuel non poteva assolutamente rimandare, dall'altra pensava - " Ok Simone, via il dente via il dolore."

Osservò attentamente i suoi gesti e quando sentì il motore spegnersi, arrestò velocemente anche il suo veicolo e si diresse verso l'uomo dei suoi tormenti.

Era indeciso su come attirare la sua attenzione, ma non fece in tempo ad elaborare una strategia che lo sguardo del riccio si era già posato su di lui.

Notò le diverse espressioni che repentinamente attraversarono gli occhi di Manuel, che ora lo guardava come un ladro colto sul fatto ed era abbastanza sicuro che le sue pupille stessero per uscire dalle orbite da quanto aveva spalancato la vista.

Avanzò verso di lui, puntando il dito sulla sua figura - "Ma che ce fai te qui? Num m'avrai mica seguito?"- chiese pacato, ma anche altamente incredulo, scrutandolo attentamente in attesa di una sua replica.

Simone, sprovveduto di una motivazione valida che giustificasse questo suo comportamento semplicemente decise di rispondere con la verità -"Si lo so che può sembrare da pazzi, ma necessitavo davvero di parlarti questa sera"- iniziò, accompagnato dalle sue mani che non finivano di annaspare dall'agitazione - "e quando mi hai detto se potevamo rimandare io ero già al locale e così ho deciso di seguirti, scusami davvero-" lasciò la frase in sospeso per scuotere velocemente la testa con il volto orientato verso il suolo - "ho riflettuto adesso quanto io possa risultare strambo, scusami ancora fai finta di niente."- concluse pronto a riprendere la vespa e ritornare a casa per riflettere a lungo sulla figuraccia appena fatta.

Fermo, 'ndo vai? Ormai sei qui parlamo." - rispose Manuel, afferrandolo per la spalla
e facendolo ruotare nella sua direzione - "mo' so' curioso se m'hai addirittura pedinato stellì"- comunicò sarcasticamente, lasciando che la frase si concludesse con una sonora risata e la sua mano gli strinse lievemente la spalla per rassicurarlo.

Il minore si fece coraggio e puntò lo sguardo nei suoi occhi, trattenendo la mano del maggiore sul suo corpo e riparando quest'ultima tra le sue ricambiando la stretta - "Non ti ho pedinato! Però okay te lo dirò, so chi è Tommaso, o meglio, Luna mi ha detto chi è stato Tommaso per te anche se non nei dettagli e insomma...l'altrasera sono davvero successe tutte quelle coincidenze? La moto? Il telefono?- iniziò ad elencare con le dita, staccando una mano da quella di Manuel, ma mantenendo la presa ferrea con l'altra -"Non lo so è sembrato tutto...troppo, no? Sei uscito veramente con il tuo ex?" - rilasciò tutto d'un fiato, indeciso poi se ambire realmente a conoscere la verità dietro quella serata.

Dire che tutte quelle domande avevano spiazzato Manuel era un eufemismo, il maggiore fu investito dalla curiosità del corvino, iniziando a boccheggiare come se in cerca di un riscontro valevole con il quale controbattere - " Sta cosa che Luna t'ha detto i cazzi mia nun me va giù sappilo-" fu interrotto dal minore, che prontamente rispose - "Gliel'ho chiesto io, non prendertela con lei" - giustificò la sua amica.

"Nun me va giù lo stesso e si so' successe veramente quelle cose, perchè avrei dovuto mentittè? Pensi che nun te volevo vedè?" - contestò un po' offeso per le accuse che gli erano state rivolte - "Credice o meno sta a te, ma se nun volevo venì, nun venivo dar principio fidate Simò" - concluse ritraendo la mano che ancora si trovava sulla figura del minore, che ora non voleva lasciarlo andare, ma fu costretto ad assecondare il volere del riccio.

"E non è successo nient'altro? Ti ha solo ospitato e tu gli hai dato i dolci che spettavano a me?- rincarò la dose di indiscrezione che ormai aveva scoperchiato da quando aveva deciso di seguirlo - "Nun t'è proprio andata giù sta storia dei dolci eh? Guarda che te li pijo ancora nun preoccupattè." - rispose lasciandogli un tenero buffetto sulla guancia.

"Dai non sviare, non mi importa se è successo qualcosa, mi basta sapere la verità." - e il suo tono questa volta non ammetteva che il maggiore replicasse nuovamente in modo vago, confuso, poco chiaro, ma anzi pretendeva di non essere più preso in giro.

Manuel si portò due dita sul dorso nasale cominciando a scuotere la testa lentamente -"Promettime che se te lo dico nun te incazzi"- e si rivolse al minore per accertarsi che assecondasse questa sua richiesta - "Non prometto cose che non so se posso mantere, a differenza tua." - obiettò il più piccolo incrociando le braccia al petto.

"Annamo bene...comunque si, Tommaso è na specie de ex, qualcosa de più pe' me e qualcosa de meno pe' lui" - esordì con le spiegazioni che Simone fremeva di sapere - "se semo beccati quella sera, ma al locale nun è successo niente se semo solo bevuti na bira" - continuò il discorso accompagnato da un gesticolare incessante che sottolineava gli eventi.

Simone annuì di rimando, per invitarlo a proseguire - "Poi a casa sua, ha iniziato a parlare de noi, delle dinamiche che so' successe e mo' è davvero lunga da raccontà Simò, te basta sapè che pe' me lui è stato il mio primo amore-" si interruppe per scrutare il volto del minore, per captare qualche reazione, ma invece lo trovò impassibile, stoico, come se non stesse rivolgendo a lui quelle delucidazioni.

Nonostante il presentimento che quell'incontro non sarebbe finito bene tra loro due continuò a raccontare - "Un giorno te la racconto se te fa piacere, ma senza giraccè troppo intorno, m'ha chiesto de tornà co' lui e de riprovacce." - terminò con il capo chino, non avendo più la prodezza di affrontare il volto di Simone.


Ecco, quest'ultimo ora ebbe la conferma che seguirlo si era rivelata una pessima idea, non volendo più sapere come fosse andata la vicenda tra il ragazzo che gli piaceva e il ragazzo rivelatosi essere il suo primo amore.

Non poteva più tirarsi indietro però, ormai era lì e si era esposto per l'ennesima volta a Manuel mostrando le sue incertezze e la sua gelosia davvero poco velata, quindi si fece forza ancora ed affrontò i fatti - "E tu? Ci vuoi tornare con lui?" - chiese cercando di nascondere al meglio la voce tremolante e sistemandosi la giacca per prendere tempo.









Vide il riccio aprire la bocca per finalmente mettere fine a questa agonia e dargli ciò che desiderava, ma una porta che si aprì a pochi metri da loro, li fece sobbalzare entrambi, costringendoli a girarsi verso il suono avvertito inaspettatamente.

La figura di Tommaso, alto, muscoloso, possente, ma soprattutto sicuro e fiero si palesò davanti ai loro occhi - "Manuel sei tu?"- chiese avanzando verso le due figure - "Scusate l'interruzione è che mi stavo preoccupando non arrivavi più..." - aveva finalmente raggiunto i due ragazzi quando rivolse il suo sguardo a Simone, tendendo la sua mano per presentarsi - "Che maleducato! Io sono Tommaso piacere, con chi ho il piacere di fare conoscenza?" - disse con un sorriso così mieloso che a Simone vennero le carie solo a guardarlo.

"Piacere Simone, sono un conoscente di Manuel e tu?" - rispose pacato, cercando imitare la stessa fermezza con cui il biondo si era rivolto poco prima.

Tommaso guardò Manuel e gli passò un braccio sulle spalle attirandolo a lui - "Questa domanda cade a pennello!" - ridacchiò - "Vorrei saperlo anche io...chi sono per te Manuel?".

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