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Manuel continuava a domandarsi perché avesse accettato di partecipare a quella squallida serata, dove pure il mojito che stava sorseggiando era niente più che discreto.

La musica che rimbombava nelle orecchie, il caldo asfissiante all'interno di quella sala che gli appiccicava la t-shirt al petto e la noia di quei discorsi sugli esami dati durante la sessione, avevano fatto roteare gli occhi al riccio per la quarta volta quella serata- e si trovava lì soltanto da 40 minuti.

Così, decise di sposarsi verso un divanetto più in disparte, sperando di riuscire a riprendersi un po' prima di trovare una becera scusa e dileguarsi dal locale.

Simone notò il distacco del maggiore, visto che non gli aveva rivolto la parola nemmeno una volta da quando era arrivato. Decise di andare a parlargli, prendendo in mano un ennesimo cocktail dal bancone del bar e porgendoglielo non appena raggiunse l'angolo solitario in cui si trovava.

"Vuoi?" chiese Simone, indicando il gin tonic che aveva in mano.
"Nun me piace il gin" rispose freddo il maggiore, facendo sbuffare e roteare gli occhi a Simone.
"Se hai cambiato idea sulla mia presenza qui puoi anche dirmelo, non mi offendo." disse Simone, facendo per andarsene.

"È sta festa che è 'na merda, non è colpa tua" lo rassicurò Manuel.
Simone si bloccò, girandosi di colpo con un ghigno malizioso sul viso.

"Beh, io un modo per non farti annoiare ce l'avrei..."
"Ah si?" rispose Manuel con un sorriso furbo sul viso.
Simone annuì e gli porse la sua mano, a cui Manuel si aggrappò per alzarsi dal divanetto e seguì il corvino che lo stava incitando ad andare con lui.

Simone lo portò in bagno, chiudendosi uno di quei cabinotti luridi alle spalle- quella camicia la dovrò bruciare fu il primo pensiero appena entrati, che però si dissolse alla velocità della luce non appena sentì la mano di Manuel avvicinarsi al suo collo.

Labbra contro labbra, in una danza di schiocchi bagnati e morsi sconnessi, che mandavano brividi a ogni parte del loro corpo.
"C'hai troppi vestiti addosso pe' i miei gusti" mugugnò Manuel, tra un bacio sulle labbra e uno sul collo- che si spinse fino al pomo d'Adamo e fece gemere Simone rumorosamente.

"A-allora togliemeli." balbettò Simone, ché non appena aprì la bocca per rispondere, il maggiore inserì il pollice destro tra le sue labbra e l'altra mano, che era ancora libera, iniziò a vagare al di sotto del tessuto dei suoi boxer, facendogli perdere il senno della ragione.

Il maggiore, quindi, ritornò alla sua missione iniziale, levare gli strati di troppo dal corpo di Simone, o almeno ci provò...
Non appena gli tolse la camicia, sentì il suo cellulare vibrare insistentemente nella sua giacca, così si staccò e lo prese in mano per vedere da chi arrivassero quella miriade di messaggi.

Simone lo guardò perplesso, visto che si trovava mezzo svestito e con il viso arrossato dall'eccitazione- che avrebbe decisamente voluto soddisfare in quell'esatto momento.
"Scusa me so' ricordato de 'na cosa" disse Manuel, aprendo la porta del cabinotto e dirigendosi fuori, lasciando Simone con la bocca aperta e gli occhi spalancati.

"Che? Ma sei serio?" rispose Simone frustrato e infastidito.
Non fece in tempo a rispondere che, appena fuori dalla porta del bagno, notò Manuel abbracciare una ragazza bionda e borbottarle vicino al collo un si Clara, me sei mancata pure tu, mo' ce ne andiamo che infastidì Simone ancora di più- se possibile.

Il corvino sussurrò un ma vaffanculo!, che però non fu colto da nessuno dei presenti a causa della musica techno scadente che rimbombava insistentemente nelle orecchie.
Tornò a concentrarsi sui suoi drink, prendendo posto vicino a Laura e Luna che stavano discutendo di vestiti o unghie- in realtà non ne è sicuro visto che non le stava davvero ascoltando.

Ma nemmeno dopo il quarto drink la frustrazione diminuì e, con la mente un po' annebbiata, mandò un messaggio a Matteo con una scusa poco credibile e si dileguò, tornando a casa a schiarirsi i pensieri.

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