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La casa di Nonna Virginia era un'abitazione piccola, ma accogliente, nella quale Simone le domeniche, aveva passato la maggior parte della sua infanzia, scorrazzando tra i gli stretti corridoi per dirigersi nella stanza che amava di più di quella casa.

Sua nonna aveva fatto allestire apposito per lui uno spazio, con tutti i suoi giochi preferiti, i libri che adorava gli fossero letti prima di addormentarsi e un letto nel quale riposava la maggior parte delle volte, dopo il sostanzioso pranzo domenicale che era solita preparare.

Ora invece, diversi anni dopo, si ritrovava in quella casa che non aveva più visitato così spesso, in compagnia del ragazzo per il quale ha una cotta e che se ci pensa bene, gli sembra assurdo a cosa hanno appena assistito quelle quattro mura che l'hanno visto crescere.

Manuel era arrivato da poco più di un'ora e Simone l'aveva calorosamente accolto, aprendo la porta, gettandogli le mani al collo e baciandolo dolcemente, come se da quel momento con quel gesto potesse sostituire il solito "Ciao!" impacciato con cui si rivolgeva usualmente.

Gli aveva fatto fare anche un breve giro della casa, aggiungendo a sprazzi degli aneddoti di quando era bambino, con i quali si era guadagnato dei capelli scompigliati dalla mano del maggiore e un suo commento divertito pure da piccolo eri così imbranato Simó?

La camera da letto poi, era stata raggiunta a passi svelti, ma sconnessi e fu abbellita dai vestiti sparsi a terra che i due ragazzi si toglievano rapidamente.

Gli unici suoni che si potevano sentire erano quelli rilasciati dalle loro bocche, suoni a tratti indistinti, a tratti dal tono supplichevole che dettavano come un'orchestra anche i movimenti che venivano compiuti: da più lenti scanditi da un aspè aspè Simò se fai così vengo subito, a quelli più sollecitati marcati da un piú veloce Manu! Sono vicino!

Si erano accasciati entrambi stremati sui cuscini del letto, Manuel come di consueto poi si era girato su un fianco verso il corpo del minore, cingendolo per la vita che aveva usato come ancora per tirarsi a lui ed appoggiare la testa sul suo petto.

Il corvino, che ormai sapeva come comportarsi, iniziò a passare lentamente la mano su quella folta chioma di ricci che si era appoggiata sul suo busto, massaggiando di tanto in tanto la cute con movimenti circolari, che vennero approvati quando udì i versi di apprezzamento emessi da Manuel, completamente in balia delle attenzioni di Simone.

A spezzare quel silenzio confortevole fu proprio quest'ultimo, che guardando l'orologio appeso al muro si domandò per quanto tempo ancora potesse godere della compagnia del maggiore.

"Che devi fare stasera?"- domandò allora, non interrompendo però le dolci tenerezze che stava rivolgendo all'altro.

"Me devo vedè co' na mia vecchia conoscenza che è tornata a Roma e m'ha chiesto se poteva offrimmè na bira e te 'o sai, nun se rinuncia mai a na bira gratis"- sbiascicò Manuel, anche se fu difficile per il minore comprendere ogni singola parola, in quanto il viso del riccio era schiacciato sul suo sterno e le labbra si muovevano a contatto con la sua pelle.

"Non è che ritorni qui ubriaco? Magari poi sei ingestibile e io sono la povera anima pia che ti deve sopportare"- lo canzonò in risposta, aumentando la presa salda sul retro della nuca in modo che il maggiore ora lo guardasse, con il mento puntato all'altezza del cuore e gli occhi che si incastravano con quelli inquisitori di Simone.

Lo sguardo di Manuel cercò nei suoi occhi scuri un cenno, un qualcosa che gli permettesse di capire se il minore stesse scherzando o meno, ma alla fine trovò la risposta nel risolino che rilasciarono le sue labbra seguite da un- "Non dirmi che te la prendi anche per una battuta così innocua."

Non giunse nessuna replica verbale, al contrario, Manuel iniziò a lasciare una scia di baci chiassosi, di quelli che rilasciano lo schiocco, contro il petto di Simone partendo in alto dalla clavicola, scendendo verso il pettorale destro.

Non soddisfatto però poi, si alzò dalla figura del minore, per posizionarsi meglio sulle sue ginocchia che premevano sul materasso e continuare a tracciare quel percorso che si concludeva sotto l'ombelico.

La soddisfazione fu quella di vedere Simone contorcersi dalle risate a causa del solletico provocato e Manuel si annotò mentalmente che avrebbe potuto farlo più spesso, non volendo rinunciare anche a quella sfaccettatura più serena che Simone aveva da offrirgli.

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