Quella sera faceva più caldo del solito a Roma, il vento che abitualmente accompagnava quelle ultime ore della giornata, era stato sostituito da un'afa soffocante che rendeva Simone ancora più agitato.
Nel mentre ripercorreva insistentemente la strada dalla porta di casa al cancelletto, alzando su e giù la maglietta, forse più dall'ansia che dall'effettiva
temperatura e aspettando impaziente l'arrivo di Manuel.Non aveva avuto modo di prepararsi mentalmente a vedere il maggiore, ma non solo, non sapeva nemmeno cosa dirgli, avendo agito d'impulso accecato dalla rabbia causata dall'ennesima risposta astratta di Manuel.
Aveva persino recuperato quelle due-tre maglie che il riccio aveva lasciato nei mesi precedenti, insieme ad un paio di pantaloncini che finiva sempre per usare Simone e che quest'ultimo ora teneva in mano con una leggera malinconia, ricordando la prima volta che gli aveva indossati e nonostante gli andassero leggermenti stretti e corti, era stato bombardato di complimenti dal maggiore -"ma com'è che la robba mia sta sempre mejo a te? te mettono in mostra er fisico tonico che c'hai e poi te fanno du' cosce Simò, nun te li poi mette sempre quanno ce vediamo?"-.
Inoltre si era guadagnato anche una sessione di languidi baci e di morsi -"ahia manuel!"- "scusame nun ho resistito" - minuziosamente posati sulla pelle scoperta.
L'unico altro oggetto che possedeva nella sua camera appartenente al maggiore, era un peluche a forma di orso che faceva parte dei ricordi d'infanzia del suo proprietario e che a detta sua era in grado di scacciare i brutti pensieri e gli incubi se stretto al petto durante la notte.
Questo orsetto era stato un regalo inaspettato, donatogli una delle tante sere che Manuel era rimasto a dormire da lui poiché troppo stanco e stremato dall'atto per tornare a casa.
L'aveva tirato fuori dal suo zaino con nonchalance, come se non stesse regalando un oggetto a lui caro, che l'aveva accompagnato fin da bambino, al minore.
Alla vista di quel peluche Simone aggrottò le sopracciglia e chiese cosa significasse -"No è che l'altra notte te sei mosso parecchio come se qualcosa te tormentasse, quinni ho pensato pecchè non je presto er mio peluche? Tutto qui." - e ci stava anche credendo Simone alla casualità di quel gesto, se non fosse per Manuel che continuava ad arrossire al pensiero di vedere il più piccolo stringere quell'orsetto al petto, anche solo per prenderlo in giro.
I ricordi materiali erano finiti, lasciando spazio solamente a quelli più intimi, vissuti per la maggior parte all'interno delle loro abitazioni, ma anche ai ricordi che iniziavano a sapere di quotidianità e che si erano creati recentemente, da quando avevano iniziato a conoscersi meglio al di fuori delle solite quattro mura.
Ricorda la prima volta che l'hanno fatto in camera sua dove Manuel era rimasto affascinato dall'ampiezza della stanza e dalla luminosità che vi era, paragonandola a quella di casa sua che Simone aveva avuto modo di vedere la prima volta che si erano conosciuti.
Si era poi tolto le scarpe e buttato nel suo letto, iniziando a tastarlo per provare la sua comodità, ci aveva messo poco ad ambientarsi e guardando Simone negli occhi, mentre il più piccolo era ancora in piedi davanti all'armadio, lo ha richiamato a sé, accompagnato dal gesto delle dita, che lo incitavano ad accomodarsi con lui, seguite da un canzonatorio e malizioso -"che nun me fai gli onori de casa?"- che aveva scatenato in Simone, la voglia di essere nuovamente suo.Ve ne erano stati numerosi di momento così, momenti dove la complicità era talmente alta, che il minore si domandava davvero cosa sarebbe successo se tutto fosse finito, dove avrebbe trovato un altro partner come Manuel che di affinità non ci aveva preso solo a livello fisico, ma soprattutto mentale.
I discorsi che precedevano il sesso, erano quelli che portavano Simone a volersi concedere a lui, ma quelli che venivano fatti non appena l'atto era terminato, abbracciati l'uno all'altro e con ancora un leggero fiatone per lo sforzo, erano quelli che probabilmente avevano fatto si che il giovane Balestra si invaghisse di lui.
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