fwb - socmed

4.

Simone non aveva chiuso occhio tutta la notte, impaziente per quello che sarebbe successo l'indomani.

Non che andare a casa di Manuel fosse una novità, ma sentiva che ci sarebbe andato con uno stato d'animo diverso dalle altre volte.

Era iniziato tutto per svago da parte di entrambi e il corvino non era nemmeno la prima volta che si ritrovava in situazioni del genere, perfino durante l'adolescenza aveva avuto modo di sperimentare questo tipo di rapporto, dove bastava un messaggio, un invito ed un letto libero per lasciarsi sopraffare dal libido.

Con il maggiore però era bastato relativamente poco tempo per cedere alle sue parole, alle sue richieste, alle sue carezze, anche quelle più salde attorno al suo corpo quando si ritrovavano a perdersi l'uno tra le braccia dell'altro.

Avevano una sintonia che raramente era riuscito a riscoprire con altri partner, nonostante però si fermasse a un rapporto esclusivamente fisico e non avesse intenzione di mutarsi in qualcosa di più sentimentale. Soprattutto, perché i continui sbalzi d'umore del maggiore turbavano Simone, e non poco.

A quel punto, Simone era anche arrivato a domandarsi se ne valesse davvero la pena di continuare quel loro giochetto, che da un lato era estremamente soddisfacente, ma che dall'altro lo lasciava con ancora più frustrazioni di prima- a causa del carattere caldo-freddo di Manuel. Un giorno era come una dolce carezza proprio quando ne hai più bisogno, il giorno dopo, invece, era come uno schiaffo improvviso sul viso, che ti lasciava sconvolto e frastornato.

Forse, l'indomani, si sarebbe pentito della decisione presa di presentarsi comunque a casa di Manuel, nonostante in quel momento avrebbe voluto che il riccio scomparisse dalla faccia della terra, insieme ai suoi modi di fare da sbruffone.

Tuttavia, si trovava lì, davanti al portone verde e un po' arrugginito ai lati della casa di Manuel, che da qualche settimana a questa parte, forse addirittura un mese ormai, conosceva come le sue tasche. Ne riconosceva l'odore, leggermente floreale, ed era in grado di notare quando vi erano delle modifiche nell'arredamento- come quando una settimana prima si ruppe un vaso e Manuel dovette cambiarlo, richiamando da subito l'attenzione del corvino a riguardo, in quanto gli chiese una mano per trovarne un sostituto, che fece rimanere Simone alquanto stupito dato che lo considerava come l'ennesimo tassello che da parte sua valicava il confine del loro rapporto prettamente fisico.

Non fece in tempo a suonare il campanello che il maggiore gli aprì la porta, probabilmente perché aveva letto il messaggio che gli aveva inviato qualche minuto prima per informarlo del suo arrivo.

Senza nemmeno scambiarsi mezza parola, Manuel lo invitò ad entrare, prendendolo per un braccio e sbattendolo contro la porta d'ingresso, che venne chiusa con un tonfo sonoro, a causa del contatto con la schiena del più piccolo. Simone era abituato ai modi di fare rudi del maggiore, che solitamente apprezzava durante i loro momenti intimi, ma in quel momento si sentì ancora più elettrizzato del solito, quasi come se la rabbia che stava ribollendo nelle sue vene da ormai qualche giorno, stesse uscendo e si stesse trasformando in bisogno.

Bisogno di averlo lì, addosso a lui, con le sue mani ad esplorare tutto il suo corpo, anche le parti più remote, forse che nemmeno lui stesso conosceva così bene, ma desiderava con tutto sé stesso che fosse Manuel a doverle scoprire.

Non si staccarono nemmeno un secondo- se non gli istanti necessari per riprendere fiato tra un bacio e l'altro- riempiendo quei baci di tutta la frustrazione e le incomprensioni che avevano accumulato in quei giorni, rendendoli ancora più ardenti del solito.

Manuel si scostò per togliere la giacca di dosso al minore, approfittandone per poter finalmente lasciare dei baci sul suo collo- accompagnandoli di tanto in tanto con dei morsi, che il giorno dopo avrebbero sicuramente lasciato il segno, ma i quali non avevano minimamente importanza in quel momento.