cap. 6

65 6 2
                                    

arrivai a Londra, chiamai un taxi e, nel mentre, suonai al pianoforte che tanto amavo.
venni fermato da alcune ragazze, le quali mi chiesero se potevo suonare alcune canzoni famose e non feci altro che accontentarle, una mi lasciò persino il numero....vabbe lasciamo stare, numero che rimarrà su un fazzoletto stropicciato.
io e la vita sociale, per ora, non andiamo d'accordo.
una volta arrivato a casa, sistemai I vestiti e tutto quello che era in valigia e andai a dormire data l'ora tarda.

qualche giorno dopo decisi di mettermi in sesto.
mi arrivavano costanti messaggi da Iris che evitavo costantemente, cercavo di distrarmi il più possibile e di concentrarmi sul mio sogno, cosi presi il casco e scesi in garage per prendere il motorino e andare al bar di un mio fedele amico per chiedere di lavorare al banco.
per il mio sogno mi serviva la grana.

"ei Ale, non mi aspettavo di vederti" mi sorrise, si era italiano.
"ei Salvatore....non mi aspettavo nemmeno io di tornare così presto, è ancora valida l'offerta da barman?" chiesi strizzando un occhio, come se quello che stessi dicendo fosse un eresia
"certo, per te è sempre valido" disse lanciandomi un grembiule, che afferrai sorridendo, mettendomi subito al lavoro

"come mai già di ritorno? se posso chiedere"
"oh beh, problemi vari...meglio Londra" dissi intento a fare due cappuccini e un deca
"here you go, you can find the sugar in that bowl over there" dissi alla signora, che mi ringraziò lasciandomi i soldi sul bancone
"che tipo di problemi? se posso chiedere"
"niente di preoccupante, semplicemente mi trovo meglio qui" dissi andando al bancone delle paste
"hi what can I give you?" dissi ad una ragazza di colore molto carina
"I would like that chocolate pastry and a cappuccino please" disse sorridendo
"perfect, will you take the cappuccino at the counter or will I bring it to your table?"
"If you can get to the table, thanks, I'll sit at the back"
"2 minuts and i'll be there" sorrisi alla ragazza correndo a fare il cappuccino
"non devi ammazzarti già il primo giorno"
"amo lavorare, e almeno ho qualcosa che mi distrae"
"ti distrae da cosa esattamente?"
"pensieri vari, pardon" dissi passando col cappuccino sul vassoio, portandolo alla ragazza e caricando il vassoio di tazze sporche al ritorno.
"hai praticamente servito 4 persone in 5 minuti, mi devi insegnare" mi puntò il dito ridendo
"semplice organizzazione, la avvio la lavastoviglie?"
"sei impossibile" disse scuotendo la testa ridendo, io sorrisi beffardo cucciandomi per avviare la lavastoviglie

"hi what can I giv-" mi bloccai vedendola davanti a me
"almeno adesso non puoi evitarmi"
"che ci fai qui" divenni subito serio
"volevo sapere se eri vivo, sai com'è una settimana che mi ignori"
"mhmh" continuai ad ignorarla sistemando gli stracci e attivando la piastra per scaldare un pezzo di focaccia fa mangiare al volo dato che erano più di 24h che non buttavo giù qualcosa
"e lo stai ancora facendo"
"senti, non sei la persona con cui voglio parlare al momento" uscii dal bancone per andare nel retro a fumare una sigaretta lampo
"e invece dovrai parlarmi perché voglio sapere che cazzo ti succede" mi venne dietro, io continuai la strada uscendo e sedendomi sul muretto del retro, accendendo la sigaretta
"fumi adesso?"
"faccio quel cazzo che voglio" tirai per far prendere la fiamma
"non eri proprio tu a dirmi che fumare è una cazzata enorme ed è da deboli?"
"bel tentativo ma no, non mi incazzo" le puntai il dito
"che idiota che sei" sussurrò ma non tanto dall'evitare di farmi udire
"almeno io quando do i pali non prendo a schiaffi le ragazze"
"ancora per quella storia?? sul serio Ale??"
"si, sul serio, sono incazzato per quello"
"ma perché" disse esasperata
"perché dopo 15 fottuti anni pensavo che lo provassi qualcosa per me, che non era solo amore fraterno come dicevi tu e che in qualche modo mi amassi con tutte le moine che mi facevi" urlai esasperato "e non chiedermi di calmarmi perché non lo faccio"
"quindi hai intenzione di scappare dai tuoi problemi?"
"tu sei un problema, Giusy" dissi avvicinandomi a lei "e non voglio mandare all'aria il mio sogno per una stupida ragazzina ormonata che non riesce a parlare"
"io sono un problema?"
"lo sei sempre stato, secondo te perché sono finito all'ospedale quando Erik ti rompeva le palle? mh? secondo te perché avevo tutti quei colpi addosso? e secondo te, perché avevo quei segni sulle braccia?? per gioco?" dissi guardandola negli occhi "per causa tua" le battei l'indice contro la spalla "solo ed esclusivamente per causa tua e dell'amore che provo per te, adesso ho imparato la lezione'
"che lezione sentiamo"
"che sei solo uno stupido problema vivente" la lasciai così, rientrando in turno

"Ale..so che non sono fatti miei, ma-"
"è la migliore amica di mia sorella"
"Iris?"
"si, Giusy, è il suo vero nome"
"e perché sembrava che vi stavate per tirare delle coltellate? non era la ragazza che ti piaceva?"
"l'amore è un figlio di puttana, non sono fatto per amare" dissi strofinandomi gli occhi "e non sono fatto per essere amato, ora vado ho finito"
"certo...buona serata Ale"
"ciao, anche a te" gli sorrisi

[...]

arrivai a casa e mi buttai sul letto, strafatto dal sonno.

"Ale ho preparato la ce-" entrò mio padre in stanza, ma vedendomi sul letto chiuse la porta e spense la luce.
andai dritto nel mondo dei sogni, senza nemmeno cambiarmi i vestiti.
era abbastanza dura seguire gli studi dell'università BIMM Istruction e lavorare per mantenere gli studi, ma dovevo farlo.
meglio dividersi in 4 per un sogno che poi ripagherà tutta la fatica, almeno lo spero.
e senza l'amore almeno sono meno distratto.

sorella🫶🏼

ei Ale....ho sentito Giusy ed era distrutta...mi ha detto del vostro incontro.
io non sono nessuno per dirti cosa fare, dire o pensare, ma si è fatta quasi un giorno di viaggio per venire a parlarti e mi è dispiaciuto sentire che non avete risolto un cazzo.
pensaci bene a quello che fai e dici prima di compiere l'azione, che sentirsi dire di essere un problema non è bello, e lo sai benissimo tu che lo hai provato sulla tua pelle.
lei non è un problema e non ha fatto nulla di male per meritarsi ciò.
è piccola, come lo sono anch'io, e devi capirlo.
non siamo come te, non possiamo capirti, non possiamo sapere cosa ti passa per la testa e che emozioni provi in quel momento.
ognuno è ognuno, capisci la frase.
non ti dico di scriverle perché tanto so che non lo faresti, e sicuramente lascerai il visualizzato come tuo solito.
ma pensaci prima di perderla totalmente.
buonanotte, ti vogliamo bene.

non sai un cazzo, stanne fuori.
notte.

immaginavo....

non incominciare anche te, mi hai anche svegliato ed ho la sveglia tra 4 ore

non è colpa mia se hai scelto quella vita

l'ho scelta per il mio futuro, al contrario di voi due che andate in giro a fare le puttane per guadagnarvi da vivere

sei ubriaco o fatto?

sono solo Alex

no, non sei così e smettila di esserlo.
buonanotte

non vi siete mai chieste come stavo io?

non fare il vittimista per piacere

certo, però quando avevate il culo rotto chi c'era?

tu e ti ringrazio, ma non è il modo di fare

ti ripeto la domanda, vi siete mai chieste come stavo io?

no ed immagino bene

immagini male. notte.

visualizzato

London Boy- Alex WyseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora