cap. 7

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⚠️QUESTO CAPITOLO RACCHIUDE UNA PARTE ABBASTANZA SPINTA

passarono dei mesi, mesi in cui la routine era sempre la solita.
andavo a scuola, uscivo per andare a lavorare al bar e poi tornavo a casa, scrivevo e buttavo giù un giro di accordi sulla tastiera di mio padre e poi andavo a dormire, certe volte saltando anche la cena dalla stanchezza.
ah beh, poi ovviamente mi ritagliavo qualche serata in discoteca o dei pomeriggi in palestra ad allenarmi, andava per la migliore la palestra.

conobbi della gente che frequentava il mio stesso corso, alcuni molto solari con cui ci si poteva parlare anche nelle giornate storte, altri semplici compagni scolastici.
tra questi anche una ragazza, Rue.
era italiana, frequentava l'ultimo anno della biennale, poco più piccola di me.
c'era chimica lo ammetto, ma la distanza era massacrante, soprattutto quando finì la scuola e dovette tornare in Italia.
ma ce la gestivamo.

"Ale c'è un qualcuno che desidera vederti" mi disse Salvatore affacciandosi alla porta del retro bar, io finii di riempire una brioche e uscii, pulendomi le mani sul grembiule sporco di farina e quant'altro.
"ei" sorrisi nel vedere Rue dal banco paste "posso offrirti qualcosa?" chiesi poggiando I gomiti sul bancone, sorridendole
"stanco?" chiese lei ricambiando il sorriso
"un pò"
"quindi stasera non hai voglia di andarti a prendere una pizza con me" sorrisi abbassando lo sguardo
"per la pizza c'è sempre posto"
"solo per la pizza" accennò una risata, io annuii divertito prendendo un sacchettino per metterci dentro una pasta al pistacchio
"metto io in cassa" gliela porsi, tirando poi fuori il portafoglio aggiungendo in cassa 2 sterline e 70.
"ci sarà mai una volta che pagherò io la mia pasta?" chiese raggiungendomi in cassa
"credo proprio di no" le sorrisi "dai vieni dietro, ti faccio riempire qualche brioche per ripagare" dissi ironico.
non ero sorpreso dal fatto che era venuta a trovarmi, anche perché tra qualche giorno ero io quello in partenza.

ero riuscito a prendere il diploma alla BIMM, ma scrivere in inglese non mi dava le stesse sensazioni nello scrivere in italiano.
stavo lavorando ad un progetto, senza titolo e senza la seconda parte.
solo una strofa, un ritornello e un modo per concludere, che credo riutilizzerò a fine progetto.
Rue sembra fiera di questa "canzone", anche se è un parolone chiamarla così.
io invece mi limito a correggere tutti gli errori e a crearci una specie di valzer sotto, volevo melodrammaticità ma al contempo un bel rapporto testo/musica e musica/personalità.
volevo creare un inno, una specie di diario a canzone.
e poi avevo intenzione di entrare nella scuola di Amici per poter apprendere totalmente e per aver le basi giuste per creare una canzone da solo senza bisogno di insegnanti e pareri loro che tanto non rispettavo mai.
il covid non aiutava più di tanto, ma ci speravo.
ogni rientro in Italia era un 40 giorni isolato, tampone e poi ero mezzo libero..mezzo perché gli unici posti dove stavo erano la camera della mia ragazza e il giardino.

le scoccai un bacio a stampo
"tutto bene bimbo? ti vedo giù"
"sono solo stanco morto davvero" dissi sorridendole "non ho dormito tanto stanotte, non mi sono sentito bene"
"se vuoi la pizza la rimandiamo in Italia"
"preferirei si...com'è stato questo mese da single?"
"dai scemo non ero single" rise appoggiando il suo mento sulla mia spalla "è stato malinconico" continuò il discorso "alla mamma manchi tanto"
"a tua mamma?"
"si" mi sorrise lasciandomi un bacio candido sulla guancia
"non me lo aspettavo, pensavo mi odiassero i tuoi"
"ma che"
"e al papà?"
"gli stai simpatico dai" rise
"meglio che nulla, quando scendiamo?"
"quando vuoi tu, se vuoi finire il mese di contratto per me va bene"
"nono salvatore sa il motivo per cui scendo"
"e allora anche quando stacchi il turno, finiamo a casa tua, ti aiuto con le valige e poi andiamo" propose
"sento poi papà cosa dice, sempre se è a casa"
"va bene...io devo andare, esco con Georgia"
"va bene a dopo, nel caso ti fermi da me a dormire"
"va bene a dopo" mi scoccò un velocissimo bacio a stampo per poi uscire, io finii di fare le ultime brioche per poi staccare il turno e filare a casa.

London Boy- Alex WyseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora