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Entro nell'aula e ci sono solo un paio di ragazzi seduti a gruppo.

Individuo l'ultimo banco, mi ci siedo mettendo la borsa blu sull'altra sedia e inizio a uscire un quaderno ad anelli e una penna.

Nel frattempo arrivano altri ragazzi e sono stupita dal fatto che nel mio corso ci sono anche molte ragazze, dopo qualche minuto arriva il professore.

«buongiorno ragazzi, scusate il ritardo. Iniziamo» si siede e apre il suo MacBook, io apro il mio quaderno.

«bene ragazzi, benvenuti al primo anno di criminologia» si alza e inizia a guardarci «io sono il professore Andrew»

Il professore non è nemmeno un tipo molto anziano anzi avrà super giù una trentina di anni, i capelli portati indietro con del jel e gli occhi grigi.

Quando si gira per scrivere qualcuno alla lavagna, un ragazzo entra nell'aula velocemente, il prof si gira a guardarlo «le sembra questa l'ora di arrivare?» il ragazzo borbotta una scusa e si gira in cerca di un posto.

Guardo l'orario e mi rendo conto che sono già le nove, ho la testa abbassata sul telefono quando qualcuno mi tocca il braccio.

È il ragazzo di prima «posso sedermi lì?» dice indicando la sedia accanto a me, sposto la borsa «certo».

Lui si siede e io lo osservo, ha i capelli biondi fino all'orecchio, i lineamenti delicati, la carnagione chiara e gli occhi azzurri. E a occhi a croce sarà alto un metro e ottanta.

Tira fuori un quaderno e una penna, così il prof inizia a spiegare alcune cose andremo a trattare quest'anno.

Il ragazzo mi porge la mano «piacere sono Erick Duquense» sussurra per non farsi sentire dal prof, io gli stringo la mano «Jean» lui aggrotta le sopracciglia «Jean diminutivo di Ginevra?» io sorrido «no, Jean con la J» lui annuisce e inizia a prendere appunti.

Dopo due ore, finalmente suona la campana e io e Erick ci alziamo di scatto e usciamo dall'aula. Non appena arrivati fuori iniziamo a ridere «oddio che lezione strana» dico ridendo io

«non posso che darti ragione, il prof passava da un argomento all'altro»

«perché non le hai viste le ragazze che gli facevano gli occhioni?»

«si le ho viste, che lezione hai ora?»  mi chiede, io prendo un block notes nella borsa e controllo «ho diritto costituzionale» esclamo

Lui annuisce «si anch'io, andiamo» saliamo le scale e percorriamo il primo piano ma della classe di diritto nessuna traccia così continuiamo a girare a vuoto fino a quando a me non squilla il telefono «un attimo» dico alzando la mano.

Rispondo alla chiamata «Nicky tutto ok?» dico mettendomi appoggiata al muro «ei si, tutto magnifico...» fa una piccola pausa «tra un po' ho una pausa» dice felice e io mi stacco dal muro «si anch'io, ci vediamo all'entrata?» fa una pausa «mhh fammici pensare, si» dice e scoppia in una risata, che contagia anche me, «buona lezione» la ringrazio e chiudo la chiamata.

«buona lezione, a trovare la classe » Erick ride e si avvicina a me «cela faremo» faccio un movimento teatrale con la mano «andiamo avanti».

Iniziamo a cercare e finalmente quando troviamo la classe entriamo e ci andiamo a sedere silenziosamente senza che il prof dica una parola strano.

Diritto costituzionale credo che sarà la materia che odierò per il resto dei tre anni, guardo l'orario e sono passati solo dodici minuti.

A quanto pare non sono l'unica a voler evadere infatti i miei compagni non sono da meno, tranne una ragazza in prima fila che sembra realmente interessata.

Cerco di prendere appunti ma a un certo punto mi fermo e sono solo un sacco di punti sconnessi così inizio a scarabocchiare il foglio con la penna, poi lo strappo, per finire la accartoccio e getto la testa sul quaderno.

Quando appoggio la guancia al banco vedo Erick passarmi un foglio, lo leggo

È INUTILE CHE CI PROVI, È DIFFICILE SEGUIRLA

Lo guardo rassegnata e poi scrivo

GIÀ MENE SONO RESA CONTO

Lui sorride ed esce un pacco di patatine dallo zaino, mi porge il pacchetto e mima un "vuoi?" con le labbra, io annuisco e ne prendo una.

Prima di mangiarla però mi fermo e improvvisamente vengo teletrasportata a due anni prima, nel letto di un ospedale.

Erick mi tocca il braccio e io riemergo dai miei pensieri «che c'è hai paura che ti mangi?» dice sottovoce con un sorriso stampato in faccia, io scuoto la testa.

«non è che non ti piace?» domanda di nuovo, a quel punto mi decido a parlare «no, è solo che stavo pensando a una cosa. Niente di che» lui annuisce e continuiamo a mangiare.

Quando suona la campana, ci precipitiamo tutti all'uscita manco fossimo inseguiti da un fantasma.

«adesso abbiamo un'ora senza lezioni, io devo cercare il mio armadietto. Stamattina non l'ho preso» dice Erick dirigendosi verso il corridoio principale.

«nemmeno io l'ho preso» ci dirigiamo verso i numeri che ci hanno dato oggi e finalmente trovo il mio armadietto. Ci sistemo le cose dentro e quando lo richiudo vedo Jess arrivare, quando mi vede fa un gridolino che fa voltare Erick «Jean» io sorrido «Nicky hey, eccoti come sono andate le lezioni?» chiedo.

Lei continua a camminare verso di me e quando con la coda dell'occhio guardo Erick, vedo che è imbambolato a guardarla.

Finalmente arriva vicino al mio armadietto «benissimo, adoro questo corso d'arte» si appoggia alla parete di armadietti proprio di fronte a Erick.

Quando si appoggia, finalmente lo vede io ho un sussulto «oh, questo è Erick. Frequenta il mio stesso corso» lei si gira dandomi le spalle «piacere Jess» gli porge la mano e si presenta.

«piacere bellezza, sono Erick» la mia migliore amica non risponde così lui continua «oppure sono onorato se un giorno di questi vieni a cena con me» lei arrossisce e le sue guance bianche si colorano subito di un rosa vivace mentre si rigira verso di me.

Erick nota che è in imbarazzo «beh io vado, ci vediamo a lezione Jean» dice incamminandosi verso le aule, io annuisco.

«é girato?» chiede Jess a un certo punto, le dico di sì e lei si gira a guardare «ha un bel culo Jean»

«eh? Non gli hai detto nulla e ora tene esci con "ha un bel culo Jean"» dico scioccata

«cosa avrei dovuto dirgli? Io non ho sempre la risposta pronta come te. E poi di sicuro stava scherzando» dice girandosi indietro ancora una volta.

«beh magari avresti potuto evitare di fare quel commento ad alta voce» dico reprimendo una risata lei mi guarda scioccata «no Jean, il culo in un ragazzo è...» la mia migliore amica si stoppa improvvisamente «ciao Nathan» quando lei saluta, mi accorgo che vicino a noi si è appena fermato un gruppo di ragazzi.

Quello che ha salutato lei, Nathan è un bel ragazzo dai capelli castano chiaro ricci e gli occhi neri. «ciao Jess e...» dice indicando me e porgendomi la mano, io gliela stringo «Jean» sorrido.

Lui ritira la mano e sela passa tra i capelli, nel frattempo una biondina prende parola passando in mezzo tra me e Nathan «hey Jess, volevamo chiedervi se vi andava di andare al bowling stasera e poi magari possiamo passare in qualche locale» dice la bionda cinguettando.

Io guardo Jess e lei risponde anche per me «certo, ci saremo».

Non appena si allontanano le chiedo «e quello chi è?» dico indicando Nathan con un cenno della testa «é Nathan Blake, frequenta il corso di arte con me. Pomeriggio ci prepariamo insieme? Devo raccontarti una cosa al riguardo» io mi limito ad annuire «perfetto, andiamo a prendere qualcosa da mangiare?» esclama lei, io faccio un sorriso a trentadue denti «mi trovi d'accordo con te»

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