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Non appena il sole mi arriva in faccia, apro lentamente gli occhi e mi giro a pancia in su per svegliarmi a poco a poco.

Ho la vista appannata ma piano piano metto a fuoco tutto, guardo la sveglia e sono le sei meno dieci.

Ormai sono abituata ad anticiparla così la stacco e mi alzo scendendo al piano di sotto.

Arrivata in cucina inizio ad aprire le serrande per fare in modo che la luce la inondi, non mi è mai piaciuto il buio.

La mia è una cucina soggiorno con il soggiorno e la parete attrezzata, ha i mobili bianchi, un'isola al centro della cucina e finestre danno sulle strade di Sidney.

Ogni tanto la guardo e penso a quanto mi manca il ranch dei miei in Virginia, li la cucina ha una grande vetrata ad arco che dà sul giardino mentre dalla finestra del salotto si può vedere il recinto dei cavalli.

Presa dalla nostalgia, faccio il conto del fuso orario poi prendo il telefono e chiamo mia mamma.

Dopo due squilli risponde «piccola, come va?» sentire la sua voce mi fa sorridere istintivamente «bene mamma, voi?» le chiedo e nel frattempo mi siedo nell'isola inizio a giocare con la saliera
«bene tesoro, com'è andato il primo giorno di college?»
«bene, ho conosciuto già alcuni ragazzi» dico continuando a giocare, la sento sorridere e in questo momento è come se la vedessi.

Com'era quella cosa "l'orecchio che vede"?

«e Kiran come sta?» chiedo per non cadere nel più totale silenzio, mia mamma sospira «sta bene, quello farà venire qualcosa a me e tuo padre. Ha rotto il recinto due volte questa settimana» soffoco una risata.

Kiran è il mio cavallo, è un Paint horse bianco con le macchie marroni, ha gli occhi grandi e sembra l'unico in grado di capirmi. Mio padre lo ha trovato quando era piccolo e non per vantarmi ma ha preso tutto da me.

«tutto la sua padrona» dico ridendo, sento mia madre disperarsi «ci terrei a ricordare che la sua padrona fa anche di peggio» e ride anche lei.

Sospiro e a ripensare a loro mi scende una lacrima, la asciugo velocemente con il dorso della mano.

«verrai a natale?» chiede mia madre, io sorrido di nuovo come una bambina «si» e mi compare di nuovo il sorriso al solo pensare che tra tre mesi tornerò lì.

«mamma devo andare a prepararmi, saluto papà» dico frettolosamente lei ricambia il saluto e chiude la telefonata.

Ogni tanto penso che quest'estate io abbia fatto la scelta più brutta di tutta la mia vita, non pensavo che avrei desiderato così tanto stare in Virginia eppure è così.

Mia madre è originaria di lì e con gli anni è riuscita a farci innamorare delle sue terre, tanto che avevamo deciso che una volta finite le superiori ci saremmo trasferiti li e invece io ho fatto la scelta sbagliata restando.

Ma ormai indietro non si torna più quindi mi alzo e preparo lo yogurt con la frutta.

Dopo aver mangiato, salgo al piano di sopra e indosso un pantagonna bianco e un top rosa.

Prendo la borsa e mela metto in spalla, mentre scendo al piano di sotto mando un messaggio a Jess:

Hey, sono pronta
A che punto sei?

La sua risposta non tarda ad arrivare

                                     sto uscendo di casa...        
                                                            Diciamo

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