5. Mi piace la Mafia

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Lorenzo

Sette giorni dopo

"Valentino Castelletti."

Fisso lo schermo del mio laptop, con gli occhi che brillano di un fuoco freddo. Continuano a fissare quel cognome, sperando che possa scomparire da un momento all'altro.

La mail appena ricevuta è come una scintilla su una traccia di polvere da sparo, pronta a innescare un'esplosione. «È assurdo!» mormoro tra me, le parole cariche di una tensione che non sentivo da tempo.

"Valentino Castelletti."

Quel nome è un attacco al mio istituto, una bomba ad orologeria. La richiesta, celata da un vero e proprio ordine, non solo mi costringe a serrare la mascella, ma mi fa scattare colpendo con un pugno la superficie della scrivania.

Con un gesto brusco, chiudo il laptop, alzandomi in piedi così velocemente che la sedia rotola indietro, sbattendo contro il muro. «Non finisce qui, Claudia» dico a voce alta, perché so che c'è lo zampino di mia sorella e della DIA.

Mi avvicino al mobile vicino alla finestra tiro fuori la bottiglia di vodka e ne riempio un bicchiere.

Nel frattempo la porta si apre e so già chi è. Ora i miei sospetti sono del tutto fondati.

«Non si beve sul posto di lavoro.»

La voce divertita di Matteo è in contrapposizione al mio pseudo ringhio. Lo osservo con occhi attenti. Si siede di fronte a me, l'uomo è un vulcano di energia, sempre pronto a esplodere in azione. Ovviamente anche questa sua comparsa è opera di mia sorella.

«Non sono in servizio, che vuoi?»

«Immagino che abbia letto la mail, "la proposta"» continua compiaciuto.

«Proposta... - ripeto sarcastico - tu e tua moglie state giocando col fuoco!»

«È anche tua sorella!»

«Non c'entra un cazzo, va bene?» sbraito perché mi sono anche un po' rotto di essere preso per un fesso.

«Ehi, calmati Lorenzo. Non ti stiamo mandando al macello. È una decisione difficile, ma ne vale la pena. Valentino è figlio di un mafioso pentito, un collaboratore di giustizia. Non possiamo ignorare la richiesta della famiglia e la sua istruzione. Lo vorrebbero qui in questa scuola e nel tuo progetto estivo.»

Il suo sguardo è acceso, come se bruciasse di passione per la giustizia. Le occhiaie accentuate e i lineamenti decisi raccontano di notti insonni e di lotte contro il male. È un uomo che non si piega, che combatte contro la mafia con ogni fibra del suo essere.

«Lo so chi cazzo è! E conosco tutta la storia. Spalancherò le porte a una resa dei conti, una vendetta... Hai idea di quello che potrebbe capitare?»

Matteo continua a tenere la sua opinione «ma l'alunno è innocente. Non possiamo colpevolizzarlo per le azioni passate del padre. Lui sta scontando il quarto di pena, mentre il ragazzino e la madre sono sotto protezione, hanno la scorta... Non sei da solo a gestire il tutto.»
Ammiro la sua determinazione senza riserve, ma questo è troppo anche per me.

Sbuffo. «E comunque non ho personale che abbia una competenza adeguata per la sua disabilità.»

«Neanche la persona che gli stessi genitori hanno richiesto?»

Apro nuovamente il laptop, devo aver saltato una parte, troppo concentrato a realizzare quel nome.
Ora scelgono anche il personale, se non è opera di Claudia questa...

"Egregio direttore,
Vista la recente collaborazione con la professoressa Buongiorno, chiediamo che lei possa essere l'insegnante di sostegno di Valentino.
Fiduciosi che lei possa accogliere questa ulteriore richiesta,la ringraziamo anticipatamente e restiamo a disposizione per qualsiasi chiarimento."

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