𝑪𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐 3 - 𝑼𝒏𝒂 𝑵𝒖𝒐𝒗𝒂 𝑴𝒊𝒏𝒂𝒄𝒄𝒊𝒂

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Il sole estivo splendeva sulle strade di Parigi illuminando la facciata di Villa Agreste. Félix dormiva ancora tra le lenzuola di seta nella sua camera, piena di lusso e gusto raffinato. Le tende di velluto facevano da cornice alle finestre, mentre i mobili e i quadri davano un'aria di eleganza alla stanza. 

«Félix!» La voce di Adrien ruppe il silenzio. «Alzati, se vuoi arrivare in tempo per il torneo di scherma! Marinette e gli altri saranno qui tra poco!» 

Con un sospiro, Félix abbandonò il tepore del letto e si vestì con cura, scegliendo un abbigliamento adeguato all’evento. Uscì insieme al cugino, pronto per la sfida che lo attendeva.

Con un sospiro Félix si alzò dal letto, si vestì e uscì insieme al cugino, pronto per assistere alla sfida. All'esterno lì attendevano Marinette e Kagami accompagnate da due volti nuovi. Uno era un ragazzo dai capelli castano scuro che sfiroavano il nero. I suoi occhi arancioni brillavano di vivacità. Indossava un cappello rosso che dava un tocco di vivacità, occhiali dalla montatura nera e cuffie colorate. La maglietta azzurra era decorata con un bizzarro occhio stilizzato. L'altra era una ragazza I cui capelli castano erano impreziositi da riflessi rossi e gli occhi dorati scintillanti. Il suo abbigliamento era composto da una vivace camicia a quadri e dei classici jeans blu. 

«Con chi ho l'onore?» chiese il biondo con tono curioso. 

«Nino Lahiffe, futuro DJ!» esclamò con un sorriso stringendo la mano di Félix con entusiasmo. 

«Adrien mi aveva parlato di te, ma non credevo che foste identici!» La ragazza dai capelli castani si avvicinò. 

«Alya Césaire, aspirante giornalista e migliore amica di Marinette.» si presentò con una stretta di mano amichevole.

Adrien intervenne per stemperare l'imbarazzo del cugino. 

«Allora Kagami? Sei pronta per la sfida?» chiese con gli occhi che brillavano d'entusiasmo. Kagami con sguardo fiero rispose con voce sicura di sé «Sono nata pronta.» 

Félix non poté fare a meno di ammirare la forza che traspariva dai suoi occhi.

 «Forza! Andiamo!» lì esortò Marinette che come suo solito inciampò suscitando un coro di risate affettuose. 

«Non una parola…» mormorò lei arrossendo per l'imbarazzo. I quattro amici si avventurarsi per le strade di Parigi attraversando Il Pont des Arts ammirando la sua vista mozzafiato sulla Senna. «Aiuto!» Un grido squarciò l'aria. Félix e Kagami si diressero verso la voce Un uomo giaceva per terra con gli occhi castani pieni di preoccupazione.I suoi capelli erano grigio medio, incorniciati da baffi ben curati e un pizzetto distintivo. Indossava una camicia hawaiana di un rosso sgargiante e pantaloni capri marrone chiaro.

incorniciato da un paio di baffi ben curati, sopracciglia folte e un pizzetto distintivo. Vestiva una camicia hawaiana di un rosso vivace, abbellita da delicati fiori di ibisco bianco, e pantaloni capri di un marrone chiaro che parlavano di avventure in terre esotiche. Il suo fedele bastone da passeggio giaceva a qualche passo di distanza, come se avesse deciso di prendersi una pausa, lasciando il suo proprietario in un momentaneo imbarazzo.Il fedele bastone da passeggio gli era sfuggito dalle mani impedendogli di deambulare. Kagami con gentilezza si affrettò ad aiutare l'uomo a rialzarsi, mentre Félix recuperò il bastone. «Grazie ragazzi, scusate il disturbo…» L'anziano dopo aver ingraziato se ne andò dileguandosi nella folla. 

«Sbrigatevi ragazzi, il torneo per iniziare!» lì richiamò Nino.

I quattro arrivarono sul luogo dell'evento, il torneo si sarebbe svolto nel cortile del Collège Françoise Dupont, la scuola di Adrien e Marinette: un maestoso edificio di tre piani in mattoni marrone, il suo tetto di ciottoli blu ardesia brillava sotto il sole pomeridiano, mentre otto finestre ad arco sulla facciata li scrutavano come occhi.

Nel cortile esterno dove si sarebbe tenuto l'evento era presente un campo da basket con canestri e scale metalliche verdi che portano al secondo piano.L'aria era elettrica, carica di tensione per la sfida che stava per iniziare. Félix con sguardo curioso non vedeva l'ora di osservare Kagami in azione. Le squadre entrarono in campo accolte da fischi d'incitamento. «Adrien! Adrien! Kagami! Kagami!» Marinette con voce premurosa e incoraggiante tifava i suoi amici, mentre Nino si perdeva in congetture sul vincitore. I partecipanti si muovevano in una danza di velocità ed eleganza. Félix rimase colpito dalla determinazione di Kagami che negli incontri combatteva con passione e impegno senza pari.

Il cielo improvvisamente si oscurò. Un fruscio simile allo svolazzare interruppe quella tranquilla giornata. Era un piccione e sembrava essere a capo di un intero stormo che si abbatté sui presenti. «Tremate davanti alla potenza dei piccioni!» tuonò una voce dall’alto. Dal cielo un uomo imponente fece la sua comparsa. Indossava una tuta grigia, decorata da strisce nere che ne esaltavano i muscoli e due losanghe di diamanti che brillavano sul petto. Al collo un fischietto per uccelli che dissipava ogni possibile dubbio su quale fosse il suo potere. La folla presa dal panico tentava invano di scacciare I volatili. Chi era quell’uomo? Che cosa voleva? E sopratutto: perché i piccioni gli obbedivano? Félix non ebbe il tempo di farsi tutti queste, un piccione cominciò a beccarlo la testa con ferocia. «Félix!» La voce di Kagami risuonò nella confusione generale. Con un fendente rapido e preciso del fioretto mise in fuga il volatile.

«Dobbiamo trovare un riparo…» la ragazza gli strinse la mano con decisione e lo trascinò nei meandri dell'edificio.

 «Per ora li abbiamo seminati…» ansimò affannata dalla corsa.

«Ma gli altri… dobbiamo aiutarli, ma come?» si poteva leggere la preoccupazione per quelle persone innocenti negli occhi di Félix.

«Forse vi posso aiutare…» Una voce misteriosa echeggiò nei corridoi, ma quando I due si voltarono non trovarono nessuno. Solo due piccole scatolette giacevano a terra quasi come se fossero dei doni per loro. Con un misto di timore e speranza le aprirono liberando una luce accecante.

Apparvero davanti a loro due piccole creature. La prima era di un blu intenso, sfoggiava un cerchio color ciliegia sulla fronte. I suoi occhi erano di un profondo blu cobalto con sclere dello stesso colore. La bocca era tinta di magenta e la maestosa coda simile a quella di un pavone sfoggiava cinque piume decorate con occhi di orchidea brillante. La seconda invece era rosso fuoco con quattro corna nere che incorniciavano gli occhi dorati. Piccole narici, baffi adorni sulle guance, due piccole punte nere sulla schiena e una lunga coda terminante con tre punte nere completavano Il suo aspetto.

𝑰𝒍 𝑫𝒓𝒂𝒈𝒐 𝑬 𝑰𝒍 𝑷𝒂𝒗𝒐𝒏𝒆 -𝑭𝒆𝒍𝒊𝒈𝒂𝒎𝒊Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora