𝑪𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐 5 - 𝑻𝒆𝒎𝒑𝒆𝒔𝒕𝒐𝒔𝒂

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«Mi ripeteresti come funziona? Chiese perplesso fissando il piccolo essere blu fluttuante. «La tua spilla mti permette di usare il mio potere da kwami.» spiegò Duusu cercando di usare un tono rassicurante. «Oltre al ventaglio puo creare un sentimostro! Un alleato temporaneo per la battaglia, come lo zaino jet che hai creato l'altra volta.»
Quella creatura e i suoi poteri erano un mistero troppo complesso per lui.

Il ragazzo sospirò e si lasciò cadere dal letto con il telefono ancora in mano. I social erano impazziti per gli eroi che avevano sconfitto Mr Piccione. «Ryuko e Argos, chi sono i nuovi supereroi di Parigi?» lesse ad alta voce incredulo.
«Sei un eroe!» esclamò Duusu, ma l'entusiasmo del kwami non fu ricambiato.
«Io non sono un eroe!» ribatté con amarezza «È stato un errore tornare a Parigi, ma mia madre ha detto che era quello che avrebbe voluto zia Emilié...» Quelle parole pesavano sul suo cuore come un macigno stringendo il pugno con disprezzo dipinto sul volto.

«Posso sapere cos'è successo?» chiese la creaturina blu con genuina curiosità. «Mia zia è morta l'anno scorso, da allora mio zio non è più lo stesso. È diventato freddo e apatico, mia mamma vuole riunire quel che rimane della famiglia, ma è una causa persa...» «Secondo me non dovresti rinunciare! Io esisto dalla notte dei tempi e ho visto l'impossibile diventare possibile.»  lo incoraggiò il kwami. Per un breve istante, Félix pensò che forse, solo forse, Parigi avrebbe meritato una possibilità.

Ma un rombo di un tuono improvviso interruppe i suoi pensieri. Félix si avvicinò alla finestra osservando il temporale improvviso. «Vabbè, guarderò un film...» mormorò, ma il destino aveva altri piani quel giorno. Il telefono squillò, e la voce di Kagami risuonò dall'altro capo: «Félix! Non ci crederai, ma al parco c'è una ragazza che sta controllando il tempo! Vieni ad aiutarmi!»

«Ok! È ora di entrare in azione! Duusu, spiega le mie piume!» gridò Félix. Il ragazzo si trasformò e uscì dalla finestra. Il giovane eroe si ritrovò a volteggiare tra i tetti di Montmatre. I suoi movimenti eleganti e potenti sfidavano la gravità: salti mortali all'indietro sopra gli spazi vuoti tra gli edifici, rotolamenti fluidi per assorbire l'impatto di atterraggi sulle tegole e corse lungo i cornicioni stretti dimostrarono le sue nuove doti. Le strade di Parigi ormai deserte erano illuminate solo dai fulmini, mentre Argos, si muoveva con un equilibrio perfetto lungo i cornicioni. Non c'era tempo per ammirare la Torre Eiffel o l'Arco di Trionfo: ogni secondo che perdeva rischiava di mettere a rischio la città.

Arrivato al parco trovò Ryuko che stava combattendo contro una nuova nemica. Era caratterizzata da occhi di un viola intenso, e una chioma di capelli che sfumava dal viola al blu, ornata da spirali e trecce. Sul portava trucco nero a forma di fulmine e vestiva un abito dai toni del viola e del blu, accostato a s guanti bianchi. Il suo look  era completato da collant viola e stivali bianchi decorati da motivi a fulmine, mentre come arma brandiva un distintivo ombrello viola, il cui manico terminava in una punta affilata simile a una lancia. «Bene! Bene! l'uccellino è venuto in soccorso della lucertola!» lo schernì lei.
«Tu chi sei?» chiese Argos con il tono di chi sapeva avrebbe dovuto affrontare una battaglia.
«Io sono Tempestosa! Avanti, ditemi dove i Miraculous della coccinella e del gatto nero!» il giovane non aveva idea di che cosa stesse parlando.
«Ma basta parlare! Si comincia!»

Tempestosa aprì l'ombrello che generò una raffica di vento che respinse l'eroe in blu. «Argos!» Ryuko corse verso di lui. «Rialzati!» le porse lei mani per aiutarlo a rimettersi in piedi.
«Ora ci penso io!» l'eroina in rosso si diresse verso Tempestosa, con un balzo evitò la raffica di vento e cercò di colpirla con la spada. «Patetica.» la nemica però usando l'ombrello per parare il colpo.

La battaglia ebbe inizio con una raffica di vento scatenata dall'ombrello di Tempestosa che respinse l'eroe in blu. Ryuko non si lasciò intimidire.
«Rialzati!» incitò Argos prendendolo per una mano aiutandolo a rimettersi in piedi. L'eroina in rosso si lanciò nuovamente verso la nemica con la sua spada pronta a colpire. «Ora ci penso io!»
Tempestosa parò l'attacco con un gesto fluido del suo ombrello.
«Patetica!» la schernì la supercattiva

Ryuko si rialzò con determinazione incrollabile. «Carica!» gridò con una voce che era un misto di sfida e speranza, pronta a tuffarsi nuovamente nel vortice della lotta. Argos la trattenne con un gesto deciso. «Aspetta!» la sua voce cercò di farla ragionare «Senza un piano non andremo da nessuna parte...» La sua mente cominciò a pensare a una strategia.

«Combattiamo insieme!» esclamò Ryuko, i suoi occhi scintillavano come il fuoco della giustizia. Argos le sorrise e con un movimento elegante e sicuro, dispiegò il suo ventaglio. I due compagni si slanciarono, un duetto di forza e grazia. Ryuko brandiva la sua lama con maestria, ogni fendente era un colpo rapido e preciso. Argos danzava tra i colpi di Tempestosa, i suoi movimenti erano leggeri e inafferrabili.

Tempestosa sfidò con un sorriso beffardo sfidò i due giovani eroi. «Non ne avete ancora abbastanza?» La sua voce era come un sibilo tra i boato delle raffiche. Argos avrebbe dovuto pensare più veloce del vento impetuoso: «Ci serve qualcosa che ci permetta di resistere alle sue raffiche...»

Ryuko trovò la soluzione «Deve essere qualcosa di forte e stabile... Uno scudo!» Argos con un gesto elegante strappò una piuma dal ventaglio e diede vita a un sentimostro alleato, uno scudo gigantesco di un blu profondo, con occhi viola.

Tempestosa, vedendo l'oggetto fluttuante, lanciò un urlo di frustrazione.
«No!» Ma i suoi attacchi furono futili, i due eroi erano ora al sicuro dietro la loro nuova difesa.
«Ora!» gridarono in coro, e lo scudo si posizionò in aria come un ponte verso il nemico. Argos e Ryuko, con un balzo felino, si lanciarono verso Tempestosa per assestarle il colpo finale. Lui, armato del ventaglio, lei trasformandosi in un turbinio di acqua, fulmine e vento, liberarono insieme la potenza indomita della natura.

La battaglia si concluse con Tempestosa a terra che tornò alla sua vera forma: una ragazza dai capelli biondo miele e occhi azzurri. Indossava un abito azzurro, ornato di bianco e giallo. Un tocco di rosa e blu sul viso, e portava del trucco azzurro e rosa.
«Tutto bene?» chiese Argos, avvicinandosi con cautela.

La ragazza, confusa, toccò la testa come per cercando di ricordare. «Avevo perso un concorso... ero così arrabbiata... una farfalla... una voce... Papillon...» Le sua voce si ruppe in un singhiozzo. Argos serrò i pugni, la sua rabbia era palpabile. «Sfruttare il dolore altrui è imperdonabile...» Nonostante la voce sommessa l'odio che provava in quel momento era palese. Ryuko, con lo sguardo fiero e determinato fece una promessa: «Non so chi sia questo Papillon, ma lo troveremo e gliela faremo pagare!»

𝑰𝒍 𝑫𝒓𝒂𝒈𝒐 𝑬 𝑰𝒍 𝑷𝒂𝒗𝒐𝒏𝒆 -𝑭𝒆𝒍𝒊𝒈𝒂𝒎𝒊Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora