Parole.
Stavo bevendo il mio secondo bicchiere di succo d'arancia, appena tornata dalla mia corsa quotidiana. Mi stavo concentrando sul cruciverba dell'edizione odierna, mi piaceva godermi il mio lavoro, guardare e sentirmi orgogliosa del gioco. La Hansen aveva davvero seguito la tendenza mettendo le mie dodici creazioni in una competizione nazionale; ero la rappresentante del Times, un'enorme responsabilità.
A volte anche io mi perdevo nelle mie difficoltà.
Il che, del resto, non è così male, e non è raro. Chi non si perde mai in sé stesso di tanto in tanto? Sia...in questa gamma di pensieri conflittuali, e nelle proprie difficoltà, a volte il nostro difficile è troppo difficile per noi stessi. Non ha senso, ma non sono ancora nel periodo del giorno in cui delle buone metafore escono dalla mia testa, forse dopo pranzo riuscirò a farle meglio, a tracciare buone analogie.
Di mattina sono brava solo a fare due cose: correre e fare cruciverba.
Ma fare cruciverba mi viene bene sempre, non conta come specialità del mattino.
Forse solo correre, ecco.
"La previsione del tempo di oggi annuncia l'arrivo furtivo di un fronte,freddo, venti forti e una pioggia torrenziale. Preparate i vostri abiti pesanti, il freddo sta arrivando a New York"
Leggere quelle righe era come musica per le mie orecchie. Era un tempo che mi impediva un po' di correre, ma potevo sentire il piacere del freddo all'orizzonte. Amo il freddo, nella stessa intensità con cui amo gli Husky Siberiani. Pensare agli Husky Siberiani mi ricordò un dettaglio: il sorrisetto gentile di quel cioccolatino.
Ah, quel pan di zenzero della biblioteca.
Mi aveva sbattuto contro, due volte.
È un po' una coincidenza ma mi piacciono le coincidenze, portano buone sensazioni. Come se tu fossi abbastanza speciale perché l'universo ripetesse delle situazioni con te, come se avessi con esso un'amicizia duratura. Come se non fosse solo una coincidenza, come se dovesse davvero accadere.
Destino.
Tracciai sul foglio accanto al mio bicchiere di succo vuoto.
Devo prepararmi per andare al lavoro!
Mi alzai in fretta dalla sedia, raccogliendo i recipienti sporchi che avevo usato per placare la mia fame.
Forse se non fossi una cruciverbista sarei una maratoneta, sono quasi un'esperta a vestirmi in tempo record.
Ero già pronta, infilai le chiavi nella tasca del cappotto mentre scendevo i gradini di ingresso del mio edificio, facendo un cenno a Kevin. Sentii il corpo che mi spingeva, spalla contro spalla. Alzai lo sguardo e girai la testa, cercando di capire se fosse una figura snella femminile, ma mi fermai sul posto fissando la figura maschile in un cappotto nero.
- Oh, mi scusi. - Disse guardandomi curioso. Mi prese per un braccio, sostenendomi in piedi. Mi sono focalizzata su di lui, ma ho fatto comunque cenno.
- Va tutto bene... Non importa. Queste cose capitano - Lui annuì, allontanandosi e rimettendo il telefono all'orecchio. Si allontanò in mezzo alla folla che camminava sui marciapiedi e io mi concentrai nel camminare verso la metro.
Non era una donna. Niente più destino.
Mi concentravo sul mio cammino per raggiungere il mio obiettivo di andare al lavoro, non posso dire di non essermi persa nei pensieri lungo il percorso.
Un altro giorno di lavoro, ed eccoci qui.
- Buongiorno, Jauregui. - Stringendo gli occhi, feci un ghigno guardando la bionda alla reception. Non aveva mai nemmeno parlato con me! Mi fermai, questo richiedeva decisamente di fermarmi, è un miracolo e sai con quale frequenza accadono i miracoli? Raramente! Se era una sequenza eloquente di onde di fortuna dovevo fermarmi, assorbire e poi salire.
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Crosswords || Camren || Traduzione ITA
FanfictionLauren è responsabile della creazione delle parole crociate per il più importante giornale di New York. È una donna che riesce a pensare a migliaia di situazioni contemporaneamente, ma che si è sempre trovata in difficoltà che non le hanno mai imped...