Almost a Suavim

193 18 0
                                    

Ero alla mia terza tazza di caffè, non sapevo più quante tortine "Camila" avessi già divorato. Non fino a quel momento. Le mie dita si avvicinavano di nuovo al manico della tazza mentre cercavo di risolvere un cruciverba che avevo fatto io stessa, finché non sentii il suono della campanella della porta. Come tutte le volte che l'avevo sentito alzai lo sguardo. Lei entrò trafelata, guardandomi con sorpresa. Sembrava non aspettarsi che fossi ancora lì, le sue guance erano arrossate e i capelli legati.

- Oh cavolo, sei rimasta... – Commentò, avvicinandosi al tavolo dove ero seduta. Confesso che il mio cuore si riscaldò vedendola avvicinarsi, non guardò nemmeno di lato, venne dritta da me, e questa volta non mi passò inosservato. Ho questa necessità...questa strana necessità di prestarle tutta l'attenzione possibile.

- Sì...sono rimasta... – Risposi, facendo un cenno affinché si sedesse. Lei rifiutò con leggerezza, appoggiando la mano sulla mia sul tavolo.

- Scusami per non aver spiegato bene le cose, la mia uscita è stata un po'...repentina... – Il suo tono era dolce. Deglutii a fatica sotto il suo sguardo. Stavo bene, cercavo di stare bene, o...io...

- Va tutto bene, non devi scusarti, è tutto a posto, tua madre ha parlato con me. – Dissi indicando dietro di lei, il mio sguardo si posò sulla sua mano sulla mia. Oh, avrei voluto...

Capire.

Capire cosa pensa, perché lo fa, perché mi tratta così senza motivo.

- Voglio chiederti di partecipare a una missione molto...orribile. – Disse all'improvviso. Come se fosse persa nei suoi pensieri come me. Mi sono concentrata su di lei. Sorrise vedendo i miei occhi su di lei, oh...il cioccolato nel suo sguardo.

- Quale? - 

Lei tolse la mano dalla mia e incrociò le braccia.

- Ho lasciato per domani il compito di organizzare un certo caos rimasto in biblioteca, ma c'è stato un imprevisto: sto prendendo le mie cose dall'appartamento del mio ex e dovrò dedicare molto tempo al mio nuovo appartamento, quindi è così. Lui è davvero un idiota, molto più di prima... – Parlò con tono trascinato. Aggrottai le sopracciglia.

- Ti sta trattando male? – Chiesi, sentendo una punta di irritazione invadermi senza motivo. Lei fece spallucce.

- È un idiota, ho solo impiegato molto tempo a capirlo... – Disse, distogliendo lo sguardo.

- Come hai scoperto che lo era? – Chiesi senza pensare. Ma qualcosa, qualcosa nel suo viso mi fece pentire immediatamente di essere stata così stupida, di avere tanta necessità di sapere di lei e di fare domande così impertinenti.

- Mi ha tradito con una donna che lavorava con lui. – Disse toccandosi i capelli legati, un atto ansioso. Aggrottai le sopracciglia confusa. Questo è folle.

- Come? Voglio dire, è così strano il modo in cui funzionano le menti delle persone, perché coinvolgersi con qualcuno, promettere il mondo se non mantieni la promessa di amare incondizionatamente in tutte le situazioni? Non lo dico solo per te, non eri nemmeno sposata, ma è così difficile da capire...perché mai qualcuno tradirebbe una persona come te? – Chiesi grattandomi la nuca con tutto il torrente di parole che mi uscì. Era il discorso più lungo che avevo fatto negli ultimi mesi. Ero ancora impressionata dal fatto per accorgermi del suo sguardo su di me, interessato.

- Una persona come me? -

Distolsi lo sguardo, confusa riguardo a quella parte finale. 

Lauren Jauregui, sei un'idiota che dovrebbe stare rinchiusa in una stanza da sola per non complicarsi e dire queste tue stupidaggini idiote.

Crosswords || Camren || Traduzione ITADove le storie prendono vita. Scoprilo ora