IL FRATELLO DI LILY

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«Perché sei stata da lui? Non ti dirà mai la verità!» sbottò Lily mentre lei e Iris preparavano il pranzo comunitario.

Iris raccontò cos'era successo nella stanza del Vescovo, lasciando l'amica a bocca aperta. Lily disse: «Lui è l'alta carica...».

«Appunto, non dovrebbe essere più sincero e onesto?».

«Non quando si tratta di denaro e potere, mia cara. Sappi che io credo a Dio a differenza di te, ma non nella Chiesa».

«E quindi?».

«Non pensavo che tu fossi così ingenua, Iris. Non sai che il Clero è il primo usuraio? Ha più forza dei regnanti, quasi, e te lo posso dire per certo, sono Suora da dieci anni e mio fratello ne ha scoperto di marciume dietro le ricchezze».

«Non sono mai entrata a fondo nelle questioni del Clero».

«Da un lato hai fatto bene. Guardati bene da quell'uomo, vestito di sfarzi ma più oscuro dell'Inferno» e dicendo così, si fece il segno della croce.

«Starò in guardia» promise Iris.

«Bene, che ne dici se dopo il pranzo ci facessimo due passi sulla spiaggia?».

Iris sorrise e annuì accettando di buon grado l'invito di Lily.

Il sole di mezzogiorno illuminava il refettorio dell'Abbazia, inondando di luce le tavole imbandite con semplicità.

Le Sorelle si disposero in silenzio, composte e ordinate. Il Vescovo, con la sua mitra dorata e il piviale rosso, entrò con passo solenne e si sedette al posto d'onore.

Un brusio sommesso si diffuse tra le Suore mentre il Vescovo pronunciava la benedizione.

Le Suore conversavano sottovoce, scambiandosi sorrisi e aneddoti.

Il Vescovo, con voce pacata e rassicurante, teneva banco raccontando storie di santi e di vita monastica.

Le pietanze si susseguivano, semplici ma saporite. Il Vescovo, con gesti affabili, incoraggiava tutti a mangiare con gusto e a godere della convivialità.

«Infame» mormorava Lily di tanto in tanto, ricevendo da Iris, seduta accanto, un'occhiata preoccupata all'idea che qualcuno, a parte lei, la sentisse.

Il refettorio si animava di risa e di parole gentili, creando un'atmosfera di armonia e di fraterna condivisione.

Al termine del pranzo, il Vescovo ringraziò le Suore per la loro ospitalità e per il loro impegno nella vita religiosa. Le Suore, con mani giunte, ascoltarono con devozione le sue parole di benedizione. Lily strattonò la gonna di Iris e le fece cenno di uscire insieme a lei, attraverso le cucine dov'erano state a cucinare.

«Ma dove andiamo? Non c'è uscita qui» protestò Iris mentre Lily, spostando una grande credenza, aprì una porta che dava all'esterno.

«Conosco ogni angolo di questo posto» ammiccò Lily. Le due Suore uscirono da lì, senza venir viste da nessuno e seguendo un sentiero ricoperto di sassolini e sabbia, scesero verso il mare.

«Dall'alto dell'Abbazia, non si vedeva questa spiaggia» commentò Iris accomodandosi nella sabbia con Lily.

«Perché è proprio sotto il promontorio, rimane celata» Lily si tolse il velo, liberando una cascata di onde brune che le scendevano sulle spalle.

Iris coprì la bocca con una mano e sbottò: «Lily, il velo! Non puoi toglierlo».

«Sta tranquilla, qui nessuno ci vedrà, lasciati andare anche tu e goditi il respiro del mare» si lasciò andare indietro con la testa, appoggiata a una roccia.

Iris esitò alcuni istanti poi fece un'alzata di spalle e levò il velo, liberando i capelli dalla costrizione ferrea dei voti. L'aria del mare fu una vera bellezza.

«Non è meraviglioso?» Domandò Lily.

«Sì, è molto bello».

«Prima o poi, giustizia sarà fatta».

Iris guardò l'amica e annuì lievemente allarmata dal suo tono di voce. Pregò che in testa non le frullasse l'idea di un omicidio o qualcosa del genere, se fosse stata arrestata il contesto sarebbe stato peggio della clausura.

Mentre godevano del suono del mare, una voce che parve portata dal vento invocò il nome di Lily. Iris si chiese se non fosse un sogno ma quando la voce di nuovo chiamò Lily e Iris guardò, vide l'amica alzatasi in piedi che osservava l'altra sponda del golfo.

«Oh che gioia» commentò con tono felice quando vide qualcuno arrivare a cavallo. Iris confusa le domandò chi fosse, non avendolo ancora messo a fuoco in volto.

«Mio fratello» esclamò Lily.

Iris sussultò: «Il Fantasma dell'Abbazia?».

«Ora è solo Theodor, non un fantasma, è giorno».

Iris anticipò l'arrivo del cavallo lì, rimettendosi il velo sul capo. Theodor tirò le redini e fermò il cavallo nero davanti a loro, scendendo con eleganza e grazia, da vero nobile. Lily gli si avvicinò affermando:

«Che gioia rivederti, fratello», lo abbracciò avvolgendogli le braccia al collo. Theodor ricambiò l'affetto della sorella.

«Lo sai che non me ne vado mai davvero» rispose lui lanciando un'occhiata a Iris, da sopra le spalle della sorella.

Iris vedeva il volto del fantasma umano per la prima volta, ma di nuovo provò una sorta di paura nei suoi confronti, ma era davvero un uomo affascinante. Portava un'elegante rendigote damascato nero e una camicia candida di lino con una sciarpa di seta viola, i pantaloni beige aderenti mettevano in evidenza le cosce sinuose.

E il suo volto...

Era lo sguardo più bello e tentatore di cui la dannazione avrebbe potuto dotare un uomo, eppure anche affabile e dolce.

«Vorrei presentarti la mia Sorella, ormai acquisita, anche se immagino la conosci già», Lily sorrise sorniona mentre il fratello ridacchiava astuto.

«Suor Iris, la conosco eccome. Da poco diventata Novizia».

Iris, che fino a quel momento aveva fissato le sue labbra piene, che con il trucco da fantasma non sembravano, avvampò.

«Buongiorno, signore».

Non importò a Theodor che Iris fosse una Novizia, non gli interessava se sarebbe diventata una sposa di Dio o che avrebbe preso i voti: le prese una mano, si inchinò e le baciò il dorso pallido.

Una scossa la attraversò dal punto di contatto tra la sua pelle e le labbra di Flodén, che la scrutò con fare audace, un occhio verde e uno così azzurro da sembrare bianco.

«Buongiorno a voi, Sorella».

Iris ritirò con gesto gentile e aggraziato la mano, sorridendo tesa.

Theodor era molto più bello che con il travestimento da fantasma, e non importò se nel suo sguardo fosse incarnata la più infernale tentazione per una Suora o anche solo una nobil donna. Iris provò un'irrefrenabile attrazione verso di lui e chissà quante donne aveva amato, quante avevano sfiorato quelle labbra, quante avevano preso un'ostia rossa dalla sua bocca.

«Sorella Lily?».

Una voce arrivò da sopra il promontorio chiamando Lily.

«Dove sei? La Badessa ti cerca».

Lily sbuffò alzando gli occhi al cielo e si rimise il velo, nascondendo le bellissime onde brune. Si rivolse a Theodor raccomandandosi: «Tieni Iris al sicuro».

«Conta su di me» rispose lui.

Lily salutò l'amica abbracciandola e riferendole che l'attendeva in Abbazia. quando avrebbe colloquiato con la Badessa, poi se ne andò. Iris deglutì imbarazzata.


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