Restiamo per qualche attimo in silenzio, ancora divisi dalla soglia della porta. La mia mente vaga ancora tra i fatti avvenuti poco fa, mentre lo sguardo del moro non si sposta dalla mia figura.
«Immagino tu preferisca stare da sola.» Inizia, lasciando la frase in sospeso, probabilmente aspettando una mia reazione prima di proseguire, o forse semplicemente per non riaprire il discorso su ciò che accaduto pochi minuti fa.
Riportò lo sguardo su di lui e mi prendo qualche secondo. Sono indubbiamente scossa da quello che ha fatto Minjun, proprio per questo se restassi da sola probabilmente non farei altro che rimuginare e peggiorare ulteriormente il mio stato d'animo. Inoltre io e Hyunjin stavamo per affrontare un argomento molto importante per lui, non voglio che quella discussione cada nel dimenticatoio.
Scuoto la testa e mi scosto dalla porta, facendogli cenno di entrare.
«Mettiti pure comodo.»
Dopo uno scambio di sorrisi, Hyunjin entra in casa e chiude la porta dietro di sé, mentre io cammino verso la cucina.
«Vuoi qualcosa bere?» Domando, alzando leggermente la voce in modo tale da farmi sentire anche dall'altra stanza.
«Se non ti dispiace, berrei volentieri un bicchiere d'acqua.»
Riempio i due bicchieri di vetro quasi fino all'orlo e ritorno nel salottino, per accomodarmi sul divanetto in pelle accanto a Hyunjin, porgendogli il bicchiere.
«Grazie mille.»
«Non c'è di che. Vuoi vedere le foto di cui ti parlavo?» Cerco di riprendere la conversazione dal punto più semplice, per non soffocarlo subito con le domande sulla questione del ballo, ma lui non è del mio stesso avviso.
«Magari dopo, non voglio rimandare l'inevitabile. Voglio davvero parlartene, sicuramente farà bene anche a me confrontarmi con qualcuno.»
«Ti ascolto.» Mi sistemo meglio sul divano, rivolgendogli la mia totale attenzione. Posso percepire la sua agitazione dai suoi occhi, sembra molto turbato.«Ho iniziato a ballare quando avevo cinque anni. Sin dai primi passi ho dimostrato una certa attitudine per la musica e il ritmo. Mia madre è stata la prima a notarlo e ha fatto in modo di stimolare questo lato il più possibile, infatti, c'è riuscita. Quando ha capito che ballare nel salotto di casa nostra non era più sufficiente, senza nemmeno consultare mio padre, mi ha iscritto a una scuola di ballo. Lì è dove ho conosciuto Minho hyung, siamo praticamente cresciuti insieme.» Lo vedo sorridere con aria nostalgica. Lascio che si prenda tutto il tempo necessario, senza interromperlo con domande o insinuazioni.
«Gli insegnanti mi hanno subito individuato nella classe, sottolineando quando fossi predisposto per quella disciplina. Ho iniziato così e non mi sono più fermato. La danza è diventata parte fondamentale della mia vita. Quando sono arrivato all'età di quindici anni, sotto consiglio dei miei insegnanti, sono passato a studiare in un'accademia, per puntare a diventare un professionista. Non c'erano dubbi sul fatto che quello del ballerino poteva diventare il lavoro della mia vita. Io volevo lo diventasse. Ho partecipato a diversi concorsi, gare, esibizioni. Gestire lo studio e la danza stavo diventando complicato, ma non m'importava. Io mi sentivo vivo. Ogni volta che entravo in sala mi sentivo libero, libero di essere me stesso, di esprimere le mie emozioni, i miei pensieri. Quando balli non servono spiegazioni, niente parole. Devi solo muoverti e lasciare tutto quello che tieni fluire attraverso il tuo corpo.»
Anche solo parlandone il suo sguardo si accende, i suoi occhi brillano di una luce diversa. Mentirei se dicessi di non essere curiosa di vederlo danzare; ma la mia mente torna a una delle ultime frasi che ha pronunciato.
«Perché al di fuori della sala da ballo non ti senti libero di esprimerti?» Non posso fare a meno di chiederlo, facendo sorridere Hyunjin. Ma quello che mi mostra non è il solito sorriso gioioso, questo è piuttosto amaro.
«A causa di mio padre. Sai bene che lui è stato un pilota d'aerei come lo è Minjun. Ha sempre voluto per entrambi i suoi figli la stessa cosa. Voleva vederci seguire le sue orme e renderlo fiero. Minjun ce l'ha fatta, è riuscito a fare della passione di mio padre anche la sua e infine a trasformarlo nel suo lavoro. Io non ci sono riuscito. Ho cercato di scoprire me stesso e crescendo mi sono innamorato dell'arte, della poesia, della danza. Inutile dire che a mio padre questa cosa non è mai andata bene. Quando ho iniziato a studiare danza ero piccolo, era la mamma ad avere l'ultima parola e ha lasciato correre. I problemi sono iniziati quando il mio percorso di studi si è spostato sull'arte piuttosto che sull'aeronautica. Sono riuscito ad andare avanti grazie al sostegno e alla comprensione di mia madre, che ha sempre fatto di tutto affinché io seguissi i miei sogni e non quelli di mio padre. Non voleva vedermi fare la stessa fine di Minjun che in quanto primo figlio, la sua educazione e istruzione era completamente nelle mani di mio padre. Quella scelta però mi è costata il rispetto di mio padre e anche di mio fratello, entrambi mi vedevano come un bambino capriccioso che approfittata del bene della mamma. Ho scelto comunque di mantenere il punto, mi bastava vedere il sorriso fiero di mia madre alla fine di ogni mia esibizione, o ricevere i suoi complimenti quando le mostravo uno dei miei disegni. Poi però, esattamente tre anni e mezzo fa, ho avuto un incidente durante le prove di una coreografia, per colpa di un salto molto complesso. Sono atterrato in malo modo, procurandomi una frattura composta del perone. Ho subìto un'operazione e ho affrontato una riabilitazione di 6 mesi. La stavo portando a termine proprio nel periodo in cui ti ho conosciuta. Sono guarito completamente e avrei potuto riprendere la mia carriera da ballerino senza problemi, ma quando mio padre ha scoperto la gravità dell'infortunio, mi ha dato un ultimatum. Se avessi voluto continuare a ricevere l'aiuto economico per completare gli studi e avere un tetto sulla testa, avrei dovuto abbandonare la carriera da ballerino. Questo perché, a detta sua, era già assurdo che io stessi per prendere una laurea in un ambito totalmente inutile come quello dell'arte. Come puoi immaginare, ho scelto di rinunciare alla mia vita da ballerino per completare gli studi e trovare un lavoro che mi permettesse di andare via da quella casa. Oltre a quella imposizione da parte di mio padre, devo ammettere che l'infortunio mi ha scosso profondamente anche a livello psicologico. Probabilmente avrei dovuto chiedere l'aiuto di un professionista, ma te la immagini la reazione di mio padre? Pagare uno strizzacervelli per una questione così stupida? Puoi immaginare come sia andata a finire. L'unico a conoscere tutta la storia è Minho hyung, che continua a fare di tutto per incoraggiarmi a riprendere con il ballo. Sono passati anni, ma finalmente con il lavoro da insegnante potrò accendere un mutuo e comprare una casa, mio padre non potrà più minacciarmi, ma la verità è che io non me la sento più. Ho ancora paura. Per questo non te ne ho mai parlato. Non sono riuscito ad affrontarlo, non ancora.»
Hyunjin finisce di raccontare questo pezzetto della sua vita e io sono semplicemente senza parole. Non è un mistero per me che il signor Hwang abbia ancora un tipo di mentalità chiusa, a tratti arretrata, ma non mi aspettavo che potesse arrivare a minacciare il suo stesso figlio di cacciarlo di casa semplicemente perché preferisce la danza ad altro. Per non parlare di Minjun, che ha solo cinque anni più di noi alla fine, come ha potuto andare contro suo fratello minore invece di sostenerlo? Il signor Dohyun deve averlo condizionato molto più di quel che credevo.
Riporto l'attenzione sul mio amico e noto che ha gli occhi lucidi e le mani chiuse in due pugni. Tenersi dentro tutto questo carico deve averlo davvero distrutto.
Istintivamente allungo una mano verso di lui, accarezzandogli la spalla.
«Mi dispiace così tanto Hyun...» Sono le uniche parole che riesco a pronunciare, perché ora come ora, non c'è molto che io possa dirgli, non esistono parole adatte o utili. I suoi occhi incontrano i miei e quando una lacrima riga la sua guancia, mi si spezza il cuore. Senza dire nulla, scivolo sulla pelle del divano e mi avvicino a lui abbastanza da poterlo abbracciare. La tua testa si posa sul mio petto, mentre la sua schiena viene scossa da piccoli singhiozzi. Da una parte mi rasserena il fatto che abbia trovato il coraggio di aprirsi con me, riuscendo anche a sfogarsi. Le sue braccia circondano la mia vita mentre le sue mani si chiudono sulla stoffa della mia maglia. Quanto deve essergli mancato ricevere conforto? Minho conosce la storia dal principio, da quello che ho capito ha tutt'altro modo di incoraggiarlo, immagino gli servisse qualcuno a cui mostrare il suo lato più vulnerabile, sono felice che abbia scelto di farlo con me. Dopo diversi minuti, parla di nuovo, con la voce tremolante.
«Questa è una delle ragioni che mi ha spinto a farmi avanti quando hai parlato delle lezioni di tango. Minjun sostiene che io l'abbia fatto solamente per fargli un torto, e quindi è più che sicuro sia tutta una farsa; ma la verità è che ho visto l'opportunità di tornare a ballare, anche se in modo diverso, e per la prima volta dopo diverso tempo, l'idea di farlo non mi ha spaventato. Inoltre ho capito che ci tieni, quindi voglio davvero fare quest'esperienza insieme a te. Anche se per diverse ragioni, credo che farà bene a entrambi. » Alza la testa dal mio petto e si passa velocemente le mani sul viso per asciugare le lacrime, prima di rivolgermi un piccolo sorriso. «Ne abbiamo bisogno.» Conclude.
«Io sono davvero felice di essermi iscritta oggi, ma non voglio che tu ti senta obbligato o pressato. Sei sicuro di ricominciare?»
«Sono sicuro. Lo sono ancora di più sapendo che ci sarai anche tu. Grazie Rose, per avermi ascoltato e per essere mia amica. Sono grato per la tua presenza.»
«Grazie a te per esserti confidato con me, significa molto. Capisco perché tu abbia scelto di tenerti dentro tutto questo per anni, non è facile parlarne, soprattutto quando a venirti contro è la tua stessa famiglia. Mi dispiace molto sapere che hai dovuto rinunciare a una cosa così cara per te, ma ti assicuro che non è tardi. Dovresti prendere in considerazione anche la proposta di Minho. Non privarti di qualcosa che ti rende libero. Sappi che hai tutto il mio supporto, sempre. Ti voglio bene Hyunie.»
Finalmente un sorriso sincero si dipinge sulle sue labbra. «Ti voglio bene anch'io Rosie.»
Ci prendiamo qualche attimo di silenzio, prima di separarci definitivamente dall'abbraccio che ci siamo scambiati. Hyunjin finisce di bere l'acqua nel suo bicchiere mentre io mi alzo dal divano per raggiungere il mio studio e recuperare il mio computer portatile. Ritorno nel salottino, incrociando lo sguardo del mio amico, che sembra decisamente più rilassato.
«Ti avevo promesso delle foto o sbaglio? Ora te le faccio vedere tutte, puoi scegliere quelle che più ti piacciono, come al solito.»
«I tuoi scatti sono sempre incredibili, quando li guardo mi sembra davvero di trovarmi nel luogo che hai immortalato. Mi diverto tantissimo nel dipingerle.»
Ci mettiamo di nuovo vicini in modo che possa vedere per bene lo schermo del portatile, che ha appena finito di avviarsi.
«Almeno tu mi dai soddisfazione. Ultimamente sto scattando foto solo per riviste di moda. Quando Hannah mi ha chiesto delle foto per l'articolo su Badu Mangroves ci sono andata letteralmente di corsa.»
Apro la cartella contenente le fotografie e inizio a mostrargli quelle che ho scattato per Hannah e infine quelle immortalate per puro piacere personale. Non appena appare l'immagine di un tramonto di un rosso intenso, che riflette sull'acqua e filtra attraverso le foglie verdi, la mano di Hyunjin ferma subito la mia, per evitare che cambi foto.
«Questa. Questa foto è pazzesca. Vorrei averla se non è un problema.»
Ridacchio nel vedere tutto quell'entusiasmo da parte sua; è appagante vedere come una cosa semplice come questa basti a rendere felice una persona che vive d'arte.
«Non è assolutamente un problema, anzi, secondo me la trasformerai in un bellissimo quadro.»
«Puoi giurarci!»
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Tango got us in love
Fanfic1/3 Blooming through dance series Rose Hogan è alle prese con una vita che inizia a starle stretta. La passione che nutriva nei confronti del suo lavoro sta venendo meno a causa di tutte le ingiustizie presenti nel mondo della fotografia. Una relaz...