Capitolo 4

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Parcheggio l'auto nel vialetto di casa Hwang, prendendomi qualche minuto per raccogliere tutte le mie emozioni e chiuderle in un cassetto. So quanto i compleanni siano importanti per la loro famiglia, non ho intenzione di rovinare loro il pranzo solamente perché ho litigato con Minjun. Prendo la borsa, il giacchetto di jeans e scendo dalla macchina, assicurandomi successivamente di aver bloccato le portiere. Percorro il vialetto fino ai gradini del portico, facendo un'altra breve pausa prima di salire i gradini. Devo davvero non farmi prendere dal nervosismo non appena vedrò la faccia di quello che dovrebbe essere il mio ragazzo, e che ultimamente non fa che comportarsi come un perfetto sconosciuto.

Arrivo alla porta e dopo aver suonato il campanello, attendo che qualcuno venga ad aprirmi, sperando che non sia Minjun.

Quando sento scattare la maniglia, mi assicuro di tirare fuori uno dei miei migliori sorrisi, che da finto diventa sincero non appena incrocio lo sguardo di Hyunjin.

«Rosie! Sappi che ho fatto uno scatto degno di un atleta per sorpassare mio fratello.» Afferma soddisfatto, con un'espressione compiaciuta sul volto.

«Ti ringrazio. Meno interazioni, minore la possibilità che lo mandi a quel paese proprio oggi. Sono felice di vederti.» Ed è così; passare del tempo con lui è sempre piacevole.

«Anch'io. Non restare sulla porta, accomodati pure.» Faccio il mio ingresso nella casa, togliendo le scarpe e lasciandole accanto alle altre per infilare un paio di pantofole bianche, lasciate appositamente per me. Hyunjin è ancora accanto a me, mi sorride come se stesse aspettando qualcosa.

«Che succede?»

«Sto aspettando che la mia rosa mi saluti come si deve.» Afferma leggermente offeso, strappandomi una risata.

Mi avvicino e, mettendomi sulle punte a causa dei quasi venti centimetri di differenza d'altezza, gli poso un bacio sulla guancia. Il suo braccio circonda la mia vita delicatamente, aiutandomi a mantenere il mio incredibilmente precario equilibrio.

Quando torno con i piedi per terra, la presenza di una terza persona attira la nostra attenzione.

Dovrei essere felice di vedere il mio ragazzo, ma il solo guardarlo in volto mi irrita terribilmente.

«Quanto ci vuole per entrare in casa?» Il tono di severo di Minjun mi irrita profondamente, ma faccio del mio meglio per non darlo a vedere. Hyunjin, d'altro canto, non è del mio stesso avviso.

«Non dovrebbe essere un tuo problema visto che non ti sei degnato nemmeno di alzare il culo dalla sedia quando hai sentito il campanello suonare, e non mi sembra che stiamo aspettando altri ospiti oltre alla tua ragazza.» Quindi Hyunjin ha mentito prima, dicendo di aver superato suo fratello per venire ad aprire la porta. Un sorriso sarcastico affiora sulle mie labbra; probabilmente l'ha fatto solo per non farmi rimanere male. In ogni caso, il suo tono piccato ha messo a tacere il fratello maggiore, che non riesce a ribattere. Ormai credo che non gli importi minimamente nulla di me.

Non mi curo nemmeno di salutarlo, lancio un'occhiata al mio amico e lascio che sia lui ad accompagnarmi verso la sala da pranzo, senza dare a Minjun la possibilità di avvicinarsi.

«Mi dispiace Rosie.» Sussurra mentre percorriamo il lungo corridoio.

«Non è colpa tua Hyunie, non preoccuparti.»

Raggiungiamo la stanza più grande della casa, piena di addobbi per l'occasione. I signori Hwang che hanno appena chiuso una videochiamata con alcuni dei loro parenti che vivono in Corea del Sud.

Appena la signora Eun-Ae si accorge della mia presenza, viene verso di me a braccia aperte, per chiudermi in un abbraccio affettuoso.

«Benvenuta Rose, sono molto felice di vederti, grazie per essere venuta.»

Tango got us in loveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora