Capitolo 11

18 5 6
                                    

La cena è stata piacevole, mi sono divertita con i ragazzi e il tempo è volato, tanto che abbiamo rischiato di fare tardi alla lezione. Ci siamo divisi momentaneamente per andare a casa e prepararci. Io ho indossato dei leggins neri e un crop dello stesso colore, sotto consiglio fornito dalla signora Rios mentre stavamo completando l'iscrizione. Mi ha dato una dritta anche per le scarpe da acquistare, così in settimana sono andata a recuperarle. Devo ammettere che sono davvero morbide, sembra quasi di non indossarle, nonostante sia un tacco di otto centimetri. Ci sono ovviamente diverse misure, ma l'insegnante mi ha consigliato questa misura dopo aver visto la differenza di altezza tra me e Hyunjin. Le ho infilate accuratamente nel loro sacchettino e le ho riposte all'interno dello zaino dove ho messo le mie cose e una felpa per dopo la lezione.
Parcheggio all'interno dello spiazzale dell'accademia e mando un messaggio a Hyunjin per dirgli che sono arrivata e pochi istanti dopo, lo schermo del cellulare si illumina mostrandomi una chiamata da parte sua.

«Hey.»

«Sono qui nel parcheggio anch'io, ma non vedo la tua macchina.»

«Aspetta, ora scendo.» Recupero lo zaino ed esco dall'auto e, dopo averla chiusa, inizio a camminare, spostandomi leggermente dalle altre automobili parcheggiate.

«Ti ho vista.» Senza darmi il tempo di rispondere, chiude la chiamata e qualche secondo dopo, lo vedo camminare verso di me. Rimango leggermente sorpresa nel vederlo con un pantalone di raso nero che gli avvolge perfettamente il punto vita e una camicia bianca, sbottonata abbastanza da lasciare intravedere il suo petto. Sembra uscito direttamente da una rivista e nonostante ci sia una luce pessima, se avessi con me la mia macchia fotografica, probabilmente gli scatterei delle foto.
Mi raggiunge e con molta eleganza afferra la mia mano, sfiorandola appena con le labbra.

«Ti sei calato bene nella parte del cavaliere.»

«Ho un talento naturale. Andiamo?»

«Con piacere.»

Mi offre il suo braccio, così lo circondo con il mio e insieme camminiamo fino a raggiungere l'ingresso della scuola. La signora Richards ci accoglie e ci invita a dirigerci nella sala numero 27, la stessa in cui ci ha accompagnati Minho la prima volta. Sono molto emozionata, sento l'adrenalina scorrermi nelle vene anche se non abbiamo ancora iniziato.

«Sei nervoso?» Chiedo al mio amico.

«Un po'. È tanto che non entro in sala per ballare. Ma sono anche felice. Tu? Sei emozionata?» Mi domanda mentre continuiamo a camminare lungo il corridoio.

«Moltissimo, non vedo l'ora di cominciare. Spero solo di non fare brutte figure.» Ammetto con un po' di nervosismo. Non voglio apparire come l'impacciata di turno che ha la stessa mobilità di un tronco di legno.

«Non preoccuparti. Il segreto è rilassarsi, prendi un bel respiro e vedrai che andrà bene. E poi ci sono io con te, nel tango argentino si sta sempre attaccati, non ci sono rischi.»

Sempre attaccati. Vederlo nei video è un conto, ma metterlo in pratica? Spero davvero di non sentirmi a disagio.
Entriamo nella sala, e i signori Rios ci danno un caloroso benvenuto.

«Vi stavamo aspettando! Benvenuti alla vostra prima lezione di tango argentino.»

«Vedo che siete già pronti, indossate pure le scarpe così possiamo iniziare.»

Ci sediamo entrambi sulla panca in legno chiaro posta su un lato della stanza e facciamo il cambio scarpe. Hyunjin lega anche i capelli in una semi coda. Io ho provveduto nell'acconciare i capelli in una coda ben tirata a casa, se c'è una cosa che ho appreso dai video, è che devono sempre essere raccolti, per compostezza certo, ma anche per non infastidire il partner.

Tango got us in loveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora