di feste e rivelazioni

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Casa Ferro non gli era mai parsa più caotica di così.
Con le gote rosse a causa dell'ultimo messaggio di Manuel e due bottiglie di birra, che aveva silenziosamente rubato dal frigo di casa sua, si era diretto verso l'abitazione che in quelle settimane aveva avuto modo di frequentare sempre più spesso.

Ci teneva a fare bella figura, perché forse, quella sera sarebbe stata l'occasione giusta per rivelare al suo nuovo amico la nascente relazione tra lui e suo fratello.
Nonostante quest'ultimo non l'avesse invitato a tale festa e a dire il vero non si rivolgevano parola da un po' di giorni. Simone rimaneva comunque fiducioso.

Appena varcò la porta d'entrata, lasciata intelligentemente socchiusa dai proprietari, per evitare di fare avanti e indietro costantemente, si diresse da solo verso la cucina per riporre le birre in frigo.
Successivamente si diresse verso la camera di Manuel per appoggiare la giacca, come gli aveva indicato il maggiore per messaggio, bussò alla porta benché sapesse che al suo interno non vi avrebbe trovato nessuno.

Si spostò nella sala principale, il salotto, alla ricerca dei due gemelli per fargli sapere del suo arrivo e il primo che notò fu proprio Manuel, che quella sera indossava dei jeans baggy a vita bassa e una maglietta nera aderente che gli ricadeva giusta sui fianchi, lasciando intravedere un lembo di pelle scoperto tra l'orlo della t-shirt e l'inizio dei jeans.
Ah però! si ritrovò a pensare Simone.

Dopo aver recuperato un drink, decisamente alcolico, si diresse verso il riccio che al momento si intratteneva in una conversazione con una ragazza dai capelli biondi che il corvino era sicuro di aver già visto tra i corridoi di scuola.

Gli accarezzò timidamente la spalla per richiamare la sua attenzione e quando la ricevette alzò la birra nella sua direzione per salutarlo.

"Bella Simò sei arrivato finalmente, te fai desiderà" - esclamò passandogli una mano sulle spalle attirandolo più vicino.
"Si, ho trovato più traffico del solito nonostante sia venuto in moto".
"Nun te preoccupà l'importante è che sei qui"- e si avvicinò al profilo del più piccolo per passargli affettuosamente il dorso della mano sulla guancia.

"La conosci Anna? Viene a scola co' noi" - domandò poi rivolgendosi all'altra figura che per tutto quel tempo era stata spettatrice dei loro convenevoli.
"Si mi pare di averla vista qualche volta, piacere Simone" - sì presentò con una stretta di mano, che venne ricambiata insieme ad un timido sorriso -"Anna piacere mio".

Con un cenno di capo e un se beccamo dopo si allontanarono dalla ragazza e il più piccolo venne trascinato nella parte opposta del soggiorno -"Me vado a prenne' pure io da bere tu aspettame qui ce metto poco".- e con una pacca sulla spalla lasciò che il moro si appoggiasse con le spalle al muro per attenderlo più comodamente.

Iniziò a sorseggiare dal bicchiere e nel mentre si guardò meglio intorno per cercare di riconoscere qualche altro volto noto e non pesare tutta la serata sulle spalle dei gemelli.

La ricerca durò ben poco perché il suo sguardo si posò sulla figura alta e snella, dell'uomo che da settimane, da mesi se vogliamo essere precisi, gli faceva battere il cuore e allo stesso tempo la testa al muro per quanto altalenante fosse con lui.

Mattia anche quella sera risplendeva di luce propria, sfoggiava un sorriso capace di incantarti, per non parlare della camicia bianca che fasciava alla perfezione la sua figura, abbinata ad un paio di jeans neri, non troppo aderenti.

Deciso a sorprenderlo, si allontanò dall'angolo dove gli era stato chiesto di restare e marciò nella direzione opposta.

Non dovette nemmeno alzare la mano per salutarlo poiché il maggiore l'aveva intercettato non appena fu a pochi passi da lui -"Simone? Che ci fai qui?"- chiese l'altro avvicinandosi, non prima di aver rivolto uno scusate agli altri ospiti.

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