so sweet

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Calore.

Calore era ciò che riusciva a percepire Simone, mentre lentamente si stropicciava gli occhi e provava a girarsi su se stesso, un vano tentativo di stiracchiarsi ancora assonnato.

La mano sinistra che svogliatamente strofinava i suoi occhi, venne posata su una superficie piana, ma che tastandola distrattamente sì riveló stranamente morbida - "Aó, ma che me stai ad impastá i biscotti sullo stomaco?" - lo risveglió una voce bassa, ma allo stesso tempo carezzevole.

Simone alzó il capo e contemporaneamente aprí gli occhi, ritrovandosi lo sguardo intenerito di Manuel ad osservarlo.

"Buongiorno bell'addormentato." - fu il saluto con il quale venne omaggiato quella mattina, impreziosito dalle blande carezze che la mano del maggiore compiva affettuosamente sui suoi ricci, portandoli prima indietro e poi avanti, cercando di dargli una forma.

"Ma che ore sono?" - si ritrovò a biascicare il minore, con il mento posato sul petto del suo ospite.
"É tardi pe' andá scola già te lo dico, nessuno dei due ha messo la sveglia ieri sera." -  e indisturbato il suo pollice si trascinava sotto gli occhi del corvino, all'altezza delle occhiaie, per cercare di rimuovere astrattamente le ultime tracce di sonno.

"Che peccato! Vorrá dire che passeremo tutta la mattinata qui." - il tono fintamente dispiaciuto, provocó un risolino ad entrambi ed il moro ne approfittò per sistemarsi meglio sul corpo di Manuel, aggrappandosi al rigido cotone della sua felpa, che la sera prima aveva gentilmente prestato al maggiore.

"Hai dormito bene?"
"Mai dormito meglio."
"Bugiardo!" - lo accusó il minore, afferrando la mano che ancora lo stava coccolando sul capo, per stringersela tra le sue e iniziare a posare lentamente dei baci su tutto l'arto.

"Te sto a dí la verità" - rispose il maggiore, con tono pacato, ma allegro, rivivendo nella tua mente la serata appena trascorsa.

Simone annuí solamente a quella replica, continuando a far scontrare ripetutamente le sue labbra contro la sua estremità, passava dal palmo al dorso, per poi dedicarsi minuziosamente ad ogni dito, fronte e retro, dalla falange più lunga a quella più corta.

"Te stai proprio a dedicá eh" - venne canzonato dal riccio, che restava impassibile nella sua posizione, deliziandosi di quelle benevoli attenzioni.

Si interruppe nella sua missione, solo per incrociare brevemente i suoi occhi con lo sguardo del ragazzo - "Ti sto solo facendo vedere quanti posti possono raggiungere le mie labbra."

Solenne fu nella sua risposta, contrasta subito dal ghigno malizioso che contornó il suo viso.

"A me ne interessa uno in particolare Simó."
"Solo uno?" - il corvino distaccó il suo sguardo per far cadere la sua vista sui pantaloncini del pigiama, anche essi suoi, che gli aveva prestato la sera prima, dopo che entrambi separatamente si erano fatti una doccia prima di coricarsi.

"Vabbè forse più de uno, ma al momento un posto ha la priorità." - confessó il romano, alzandogli il mento con le dita e costringendolo a guardarlo nuovamente.

Quasi ad imitarlo nei movimenti, anche Manuel prese a sfiorargli il volto, i polpastrelli minuti si concentravano principalmente sulle guance, strofinandosi con flemma sulla pelle nivea.

"Più giù."
"Mh?" - fu il bisbiglio confuso del maggiore accompagnato dal tentennamento di capo che provó il suo disorientamento.

"Scendi con le dita." - un ulteriore ordine, mascherato dalla voce melodiosa di Simone, capace di fargli commettere anche i peccati più illeciti.

Manuel potè solo che eseguire, stando al suo volere e compiacendolo nelle sue gesta iniziando a portare giù un dito dopo l'altro, lambendo il naso e spostandosi sulla mascella con i due pollici, mentre il resto delle dita si impadroniva del collo.

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