3 ANNI PRIMA

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16 marzo 2021
[3 anni prima]

La suoneria di Duccio coglie tutti di sorpresa. È quasi l'una di notte e, secondo l'opinione comune, ricevere una telefonata a quest'ora significa che è successo qualcosa di grave.

Il ragazzo prende il cellulare in mano mentre i suoi amici lo osservano, e legge il nome di Gioia sullo schermo.

<<È Gioia>> annuncia agli altri, per poi accettare la chiamata e rispondere.

Il rosso si allontana di qualche passo ed esce dalla stanza in cui si trova il gruppo, in modo da avere un po' di privacy e non avere rumori di sottofondo.

Per averlo chiamato a quest'ora ci deve sicuramente essere una motivazione importante alla base.

<<Gioia?>> comincia, mentre sente le voci degli amici in sottofondo che si chiedono cosa può essere successo.

<<È successo un casino>> risponde lei, frettolosa <<Sei al bunker? O sei a casa?>>

<<Sono al bunker con gli altri, stavamo registrando fino a dieci minuti fa>>

<<Veniamo da voi>> conclude, lapidaria.

<<Posso chiederti che cosa succede?>> Duccio fa in tempo a formulare la domanda prima che l'altra butti giù il telefono.

Dopo un istante di silenzio e un sospiro, Gioia risponde con un secco <<Angelica>>, per poi chiudere la chiamata.

Prende un lungo respiro e infila il cellulare in tasca. Il tono usato dalla sua amica è stato glaciale. Dire che è preoccupato è riduttivo, ma per ora può solo tornare dagli altri e avvisarli dell'imminente arrivo di Gioia.

Si gira e rientra nella stanza dove il resto del gruppo sta tranquillamente chiacchierando. <<Gioia sta venendo qui>> annuncia, serio <<Non ho capito cos'è successo, ma c'è di mezzo Angelica>> sospira, per poi passarsi le mani sul volto.

<<Filippo le ha fatto qualcosa, ci metto entrambe la mani sul fuoco>> conclude Jack, alzandosi dal divanetto.

<<Per telefono mi ha detto che sarà qui a breve>> spiega il rosso, mentre guarda le facce confuse e preoccupate dei suoi amici, <<Non so altro>>.

Il ragazzo torna a sedersi, sospirando. Non ha mai sentito Gioia usare lo stesso tono di voce appena usato in chiamata.

I minuti di attesa, sebbene siano pochi, si fanno interminabili. Erin e Fares, che fino a poco prima stavano raccattando le loro cose per tornare a casa, hanno deciso di rimanere lì con gli altri, nel caso servisse aiuto o altro.

<<Spero che non sia successo niente di brutto>> comincia Caph, rompendo il silenzio creatosi dopo il ritorno di Duccio.
Faster e Jack annuiscono.

<<Vado a fumare cinque minuti, magari la vedo pure arrivare>> annuncia Pietro, prendendo la giacca, il telefono e le sue sigarette.

Il biondo si dirige a passo svelto verso il cortile, dove il suo viso incontra l'aria fresca tipica delle notti di marzo. Accende una sigaretta e infila il resto in tasca. Appoggia la schiena contro il muro dell'abitazione di Ghera, mentre le prime nuvolette di fumo si spargono nell'aria.

COSA CI RESTA | Faster Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora