capitolo 2: Per la memoria

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Sogni appesi- Ultimo

Così Ismene iniziò a pensare a un possibile modo per mantenere viva la memoria dei fratelli in città ma allo stesso tempo senza farlo sapere a suo zio, nel mentre il tempo passava e qualche giorno dopo la discussione avuta con Creonte la giovane fu chiamata in disparte proprio da quest' ultimo che voleva capire cosa stesse succedendo e perché Ismene non gli parlasse, allora questa gli rispose:

« Zio se non ti parlo è perché evidentemente sono ancora offesa per ciò che hai detto e fatto, mi hai ferita nel profondo pensavo di potermi fidare di te»

«capisco la tua rabbia e il tuo rancore» ribadì il sovrano «però cerca anche tu di capire me, sono vecchio e stanco e ho una città da governare, quelle cose che ho detto su Antigone le penso ancora»

«quindi non ti dispiace per nulla delle tue azioni?»

«se mi lasci concludere arrivo al punto ... Bene dicevo, mi dispiace ma la legge è fatta per essere eseguita e tua sorella l' ha violata ma è anche vero che ti devo delle scuse sono stato troppo duro con te»

Abbassò lo sguardo e una lacrima gli rigò il volto, Ismene allora ebbe pietà dell' anziano zio e lo perdonò si abbracciarono e anche lei scoppiò a piangere a un certo punto Creonte disse:

«basta piangere non possiamo farci vedere così, io vado ho delle cose da sbrigare, se vuoi ti concedo di fare un giro insieme alle tue ancelle magari cambiare aria ti farà bene dato che in questi ultimi giorni sei letteralmente impazzita»

«Già, grazie mille zio corro a prepararmi»
Così Ismene di corsa si precipitò nella sua stanza scelse il peplo migliore e lo indossò, non si dimenticò del lutto però quindi evitò di indossare gioielli o cose troppo appariscenti mise un velo sottile che copriva la chioma castana. Morbide onde scendevano dal capo fino al petto fermò alcune ciocche con un fermaglino dorato un dono di sua madre e poi puntò gli occhi nocciola sull'ancella che la guardava intenerita e con una voce buffa gli chiese:

« ho qualcosa che non va?»

«no anzi, sei stupenda mi ricordi tua madre ... Sei una delle fanciulle più belle di Tebe e un tempo anche i tuoi fratelli e tua sorella lo erano... 4 meravigliosi fanciulli hanno generato Edipo e Giocasta» rispose l' ancella con un filo di voce prendendole le mani.

Ismene allora affermò: «suvvia solo perché sono la figlia del re dici così»

L' ancella allora ribatté dicendo:
«No no è proprio vero Afrodite è stata generosa e vi ha fatto nascere con il dono della bellezza e oltre a questa non manca l' intelligenza»
Ismene arrossì e l' ancella sorrise poi a un tratto Ismene confessò:

« mi mancano tanto non c'è giorno che non pensi a loro questa loro morte improvvisa mi ha stravolto la vita... In tutti i sensi»
l' ancella la avvolse in un forte abbraccio e rimasero così per qualche instante poi si distaccò e disse:
« su ora andiamo»
e con un sorriso la accompagnò fuori. Le strade erano affollate e un bel po' di gente sembrava dirigersi verso la loro stessa direzione: l' Agorà, il cuore della città dove si commercia si discute di politica, ci si diverte. Di solito a palazzo venivano dei mercanti che portavano tesori da terre lontane ma a Ismene piaceva stare a contatto con la gente del popolo, percorsero un bel po' di strada prima di arrivare al mercato nel mentre sorridevano all' odore di cucina che fuoriusciva dalle case un odore di spezie che avvolgeva e dava la sensazione di essere a casa, ammiravano il da farsi degli artigiani alle prese con gli apprendisti nelle loro botteghe e accarezzavano le stoffe sentendone la morbidezza e meravigliandosi dei colori sgargianti. Guardando queste strade colorate e lasciando che i suoi sensi la guidino, Ismene si sentiva di nuovo bambina e finalmente dopo tanti giorni di angoscia e paura dentro di lei era tornato il sole, giunte all' Agorà si diressero subito dal venditore di spezie Ismene ne prese una manciata e le portò al naso inspirò il profumo e poi sorridendo al mercante decise di comprarle, quando lasciò la bancarella passò vicino a lei un gruppo di persone che farfugliavano qualcosa sulla sua famiglia infatti in giro correvano voci che la sua famiglia fosse odiata dagli dei e perciò maledetta, mentre comprava dei fermagli per capelli un' anziana signora le disse:
«pricipessa Ismene che onore vedervi qui, mi scusi se le rivolgo la parola non ne ho diritto ma vederla così felice mi rallegra il cuore»
Ismene intenerita le rispose:

« com' è gentile, anche se sembro felice ci sono momenti in cui sento proprio la loro mancanza purtroppo la maledizione, il destino chiamatelo come volete mi ha portato via tutti»

«Allora ti consiglio di andare all' oracolo per scoprire le origini di questa tua maledizione e magari anche un rimedio per porle fine»
allora Ismene ribbatté:

« la ringrazio per il consiglio però non voglio più vedere nessun oracolo da quando ha predetto solo sventure e poi sono stanca di sopportare tutte queste critiche, derisioni occhiatacce di disgusto o compassione ogni giorno ogni singolo giorno che mi recavo ai sepolcri era questo ciò che ricevevo sono sola e molto spesso preferirei morire all' istante piuttosto che sopportare altra sofferenza ma vivo per la memoria dei miei fratelli, la memoria è l' arma più forte per combattere l' odio che ogni giorno essi ricevono e mantiene vivo anche il dolore che non può mai più essere guarito». Detto ciò salutò l' anziana e con la sua fedele ancella proseguì per la sua strada.

💛

Heyyyy come va? Spero bene eccoci qui con questo nuovo capitolo innanzitutto grazie mille per essere arrivati fin qui e per il supporto spero che la storia vi stia piacendo e coinvolgendo, credetemi io ci metto tutta me stessa e cerco in tutti i modi di rendere questa storia leggibile 🥹🥹 sono ancora alle prime armi quindi scusatemi se non è di vostro gradimento. Comunque tornando a noi l' anziana signora ha forse ragione? Ismene dovrebbe ripensare alla proposta o proseguire per la sua strada? Lo scopriremo nei prossimi capitoli ciaoooo ❤️❤️❤️❤️❤️

IsmeneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora