capitolo 6: sventure e occasioni

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Black swan orchestral version- BTS *

«la peste è arrivata a Tebe»
Ismene rimase paralizzata ma un fortissimo vociare fuori la riscosse, il popolo all' esterno dal palazzo chiedeva aiuto a Creonte e questo riassicurandolo diceva:

«Sudditi non temete abbiamo superato la prima epidemia ai tempi di Edipo supereremo anche la seconda, vi chiedo solo di stare lontani dalle persone infette. Chi ha amici o parenti contagiati li porti nella zona sud della città lì ci sono i migliori medici che faranno il loro meglio per guarirli, è severamente vietato far entrare stranieri all' interno delle mura per limitare il contagio e inoltre uscite di casa il meno possibile, per favore rispettate queste regole e vedrete che sopravviveremo anche a questa epidemia, siamo una città forte che ha affrontato tante difficoltà non ci abbatteremo così e io mi impegnerò ad aiutare voi miei cari sudditi ma serve collaborazione».

La gente a fine discorso lo acclamò e quando ormai la folla si era tranquillizzata e dispersa il sovrano rientrò nel palazzo e notando i due giovani che stavano lì impalati ancora sconvolti da ciò che stava succedendo li rimproverò aspramente:

«Si può sapere dove siete stati?»

«Zio eravamo andati in campagna Dimitris mi ha mostrato una casetta che può fungere da rifugio in caso di emergenze o può servire a chi ne ha bisogno»

«molto commovente, ma vi sembra il caso di andarvene in giro alla ricerca di casette abbandonate quando lì fuori c'è la peste?»

«signore» lo bloccò Dimitris

«noi non ne sapevamo nulla e poi le ricordo che fino a ieri non se ne parlava quindi non abbiamo nessuna colpa»

«non significa assolutamente nulla, sarete i prossimi sovrani e come pensate di occuparvi del popolo se al posto di restare a palazzo organizzate gite in campagna?»

«ma zio» cercò di giustificarsi Ismene ma venne interrotta sul momento dallo zio che con sprezzo rispose:

«non mi interessa assolutamente nulla, da questo momento in avanti nessuno metterà piede fuori dal palazzo, questo vale anche per te Dimitris ho scritto a tuo padre mio caro amico che è di ritorno e ospiteremo sia te che lui»

«grazie signore, ma concedetemi un' ultima domanda» disse Dimitris un po' timoroso

«sì?» rispose il sovrano seccato

«se non ci fosse stata la peste ci avrebbe proibito lo stesso di andare in campagna?»

«dovete imparare a responsabilizzarvi non siete più dei ragazzini e se il rifugio di cui parlare è quello che penso io non vi azzardate più a metterci piede» rispose aspro Creonte prima di sparire fuori dalla stanza. I due ragazzi rimasti soli si guardarono abbastanza confusi e poi decisero di darsi da fare, infatti presto sarebbe ritornato il padre di Dimitris e dovevano preparare il tutto. Mentre Ismene ed Eirene tessevano per lui un nuovo abito, le ancelle mettevano a nuovo il palazzo che già splendeva di suo con tutto l'oro che c'era ma adesso sembrava di essere sull'Olimpo, Dimitris preparò dei doni, mentre Creonte si limitò a supervisionare il da farsi. Dopo alcuni giorni arrivò il fatidico momento: le porte di Tebe che sotto ordine di Creonte erano rimaste chiuse si aprirono occasionalmente e l' uomo venne scortato fino a palazzo. Mentre giungeva a destinazione il padre di Dimitris notò il paesaggio triste di quella città: strade deserte, corpi morenti abbandonati agli angoli delle strade, persone che con lembi di tessuto si coprivano naso e bocca, e urla di dolore per le persone che non ce l'avevano fatta, tutto intorno sembrava triste e drammatico persino il sole radioso aveva deciso di nascondersi. Quando l' uomo arrivò a palazzo tutta la servitù, Ismene, Dimitris, Creonte, ed Eirene con i suoi bambini furono pronti ad accoglierlo belli e messi a lucido, Creonte lo salutò calorosamente dicendo:

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