7. La prigione di bugie

630 16 18
                                    

  ERIKA'S POV

<<Non sapevo cosa fare, ho chiamato Marvin>>

Dico, lei non risponde.

Okay, forse sono stata un po' troppo impulsiva.
Non avrei dovuto chiamarlo.

<<C'è qualche problema?>>

Nessuna risposta.

<<Aily?>>

Le schiocco le dita davanti al viso, e questo sembra farla rinsavire.

<<Gli hai raccontato quello che è successo?>>

Mi chiede preoccupata.

<<No, gli ho detto solamente di arrivare qui il prima possibile perché ti sei sentita male>>

<<Perfetto, allora dobbiamo solo trovare una scusa, non deve venire a sapere per alcuna ragione al mondo che quei due ragazzi ci stavano seguendo, altrimenti andrebbe su tutte le furie>>

<<Non c'è problema, però potrebbe fare domande sul perché sia stata io a rispondergli al telefono prima>>

Dico, lei si porta una mano in fronte e inizia a camminare avanti e indietro per la stanza.

<<Porca puttana, è la fine>>

Sbuffa.

<<Dobbiamo assolutamente metterci d'accordo, diciamo che gli ho telefonato perché...>>

Non mi viene nulla in mente.

<<Possiamo dire che mi sono sentita male perché ho visto un insetto? no, non ci crederebbe mai>>

Si risponde da sola Aily.

<<Potremmo dire che s->>

Il rombo di una moto ci fa sussultare, seguito poi dal suono del campanello.

<<Aily, stai bene?!>>

Grida Marvin sbattendo i pugni contro la porta.

Mi giro lentamente verso Aily.
E ora che si fa?
Nessuna delle due risponde, quindi Marvin si spazientisce ancora di più.

<<Aprite questa cazzo di porta, o la butto giù a calci!>>

Non credo abbia voglia di scherzare, e i soldi per comprarla nuova in questo momento non ci sono, preferirei evitare che questo pazzo mi distrugga la porta d'ingresso.

<<Smettila, Marvin!>>

Urlo andando ad aprire la porta.

<<E tu apri allora, cazzo!>>

Dice prima che io gli apra la porta.
Lui si catapulta dentro casa e corre verso la sorella.
Le prende il viso tra le mani e la esamina da capo a piedi.

<<Stai bene?>>

Le chiede, prima di stringerla in un abbraccio.

<<Si, sto bene Marv. Mi stai stritolando!>>

Dice lei ridendo.

Sono carinissimi, mi sarebbe piaciuto anche a me avere un fratello o una sorella.
Magari in un'altra vita.
Averlo avrebbe significato avere sempre una persona vicino con la quale condividere sia i momenti tristi che quelli belli.

Avere una spalla su cui piangere, avere la certezza di non rimanere mai da sola e la consapevolezza di avere sempre qualcuno dalla tua parte anche nel torto.
Avere la certezza che quella persona si sarebbe buttata viva nel fuoco ardente pur di vederti sorridere.

You Drive Me CrazyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora