Jisung non riuscì a trovare un solo volo per uscire da questa città abbandonata da Dio.
L'unica ragione per cui era riuscito a trovare la stanza d'albergo in cui si trovava era perché la donna alla reception si sentiva abbastanza in colpa per lui: aveva gli occhi cerchiati di rosso per il pianto e i capelli fradici perché aveva iniziato a piovere (ovviamente) mentre trascinava la valigia in giro per i vari hotel, implorando che gli dessero una stanza.
"È Natale", avevano detto tutti. "Siamo prenotati da mesi".
Che era la stessa cosa che ogni compagnia aerea gli stava dicendo. A meno che non volesse volare nel bel mezzo del nulla assoluto e poi rimanere bloccato lì , era costretto a restare lì. Doveva escogitare qualcosa, considerando che non sarebbe nemmeno riuscito a rimanere in quella stanza per molto tempo.
"Tecnicamente non dovrei proprio lasciarti stare lì", aveva sussurrato la donna, lanciando occhiate in entrambe le direzioni. "Queste persone mi hanno chiamato oggi prima dicendo che il loro volo era in ritardo, quindi non sarebbero arrivati prima di domani pomeriggio. Quindi devi uscire il prima possibile domattina, okay?"
"Okay," annuì Jisung, prendendo le chiavi e praticamente correndo verso l'ascensore.
Aveva dormito molto più a lungo di quanto si aspettasse, aprendo gli occhi solo confusamente al suono della sveglia. L'aveva impostata per la mattina successiva presto, così avrebbe avuto il tempo di decidere voli, hotel o qualsiasi altra cosa.
Ma era la vigilia di Natale e lui era fottuto.
E naturalmente nevicava.
Fissava fuori dalla gigantesca finestra che andava dal pavimento al soffitto della sua stanza, con il telefono premuto all'orecchio e la mascella serrata mentre ascoltava lo squillo.
"Jisung?" Seungmin sembrava essersi appena girato e aver preso il telefono. "Cosa-?"
"È Jisung?"
Jisung sbatté le palpebre alla seconda voce. "Chi diavolo c'è lì con te?"
"N-Nessuno. Jisung, sono le 5 del mattino lì e le fottute 2 del mattino qui - perché mi chiami?
"Io... sto cercando di tornare a casa... ma non ci sono voli - e non ci sono hotel e ho camminato in giro per ore ieri e-"
"Aspetta", urlò praticamente Seungmin. Jisung rabbrividì per il tono, sapendo cosa stava per succedere. "Che cazzo ti ha fatto quel tizio?"
"Jisung è ferito?"
"Quello è il fottuto Changbin ?" strillò Jisung?
Sentì il fruscio di Changbin che cercava palesemente di afferrare il telefono, sibilò qualcosa tra i due e finalmente il suo amico fu in linea.
"Dimmi cosa è successo", chiese Changbin.
"Dimmi cosa è successo! Perché sei a letto con Seungmin!" urlò Jisung. "State scopando? Come hai potuto non dirmelo?"
"Non è per niente importante adesso, dicci cosa sta succedendo", urlò Seungmin, con la voce che sembrava leggermente lontana. Probabilmente Changbin lo stava trattenendo dal strappargli di nuovo il telefono di mano.
Jisung non si lasciò sfuggire questa cosa, ma spiegò rapidamente l'intera situazione.
Dall'altro capo della linea c'era un silenzio di tomba.
"Quel bugiardo figlio di puttana-"
"Non puoi dire sul serio-"
"Lui fottuto-"
"Sto parlando seriamente", Jisung interruppe il loro balbettio. "Non so cosa fare e vorrei tornare a casa, ma letteralmente non posso e sono in una città che non conosco e sono-" si coprì la bocca mentre un singhiozzo improvviso gli sfuggì dalla gola. Non si era nemmeno accorto che nuove lacrime gli avevano bagnato le guance. "Sono spaventato e sconvolto e non so cosa fare".
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Tie Me Up with Christmas Tinsel | minsung
Fanfic⋆౨ৎ˚⟡˖ ࣪ completa⋆౨ৎ˚⟡˖ ࣪ Inutile dire che Minho aveva acquisito una conoscenza molto, molto bene di J.One: il suo viso, il suo corpo, tutto durante il periodo in cui era iscritto a Only Fans dell'uomo. Minho era un fottuto tossicodipendente quando...