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Gennarino

Doveva funzionare.

Non mi sarei mai perdonato il fallimento.
Ada voleva che entrassi in casa sua? Allora sarei entrato.

Aspettai che Claudio entrasse e poi mi misi davanti alla porta di ingresso evitando che si chiudesse del tutto. Aspettai di sentire i tacchi di Marie allontanarsi dalla porta e poi la aprii piano.

Silenziosamente salii le grandi scale in marmo grigio e girai il piano superiore fino a quando non trovai una porta in legno con una targhetta dorata sopra.

Pablo.

Aprii la porta e il mio sguardo cadde sulle grandi pareti piene di foto di Pablo e Ada insieme.

Al centro della stanza era presente una grande scrivania in legno scura tanto quanto il resto dell'ufficio, tutto era ordinato, preciso e pulito.
Capivo il motivo per cui Ada era tanto ordinata e disciplinata.

Alzai lo sguardo incontrando un grande quadro di Ada e Pablo insieme. Perfettamente dietro alla scrivania, come se guardasse le spalle di chi si sedeva.

Non persi tempo e iniziai a cercare nella stanza qualunque cosa potesse aver incriminato Pablo. Probabilmente la polizia aveva già preso tutto e non c'era molto che potessi fare ma non mi fidavo di come le autorità che avrebbero dovuto proteggere gli abitanti di Adernold, si continuavano a fare corrompere e del loro modo di indagare. Mi puzzava ancora di più il fatto che che gli agenti avevano ricevuto una chiamata anonima che annunciava la colpevolezza di Pablo.
Ma chi aveva fatto quella chiamata? Aveva informazioni corrette? Gli interessava almeno di aver mandato in carcere un uomo molto probabilmente innocente?

Una cosa che avevo imparato vivendo ad Adernold era che non potevi fidarti di nessuno, nemmeno della tua stessa famiglia. Più prestigio avevi più qualcuno cercava di colpirti alle spalle, se invece, come me, venivi dalla parte povera della città non ti guardavano neanche.
Non eri degno del loro sguardo, delle loro parole, del loro tempo, non eri degno di essere con loro.

Come se non fossi lo stesso un essere umano ma solo qualcuno che ruba lo stesso ossigeno che dovrebbe essere riservato a loro.

Ma con Ada e Mila.

Con loro era diverso.

Loro erano diverse.

Per loro le differenze effettive che avevamo non contavano, per loro eravamo esseri umani come tutti gli altri.

Grazie a loro sono riuscito ad entrare in una scuola importante ad Adernold per poter proseguire gli studi e diventare ingegnere informatico, grazie a loro eravamo riusciti a ristrutturare la cucina di casa mia quando era andata a fuoco.

Loro sono sempre rimaste accanto a me, sono sempre state delle ottime compagne.

Cercavo ovunque nella stanza ma i miei pensieri non mi aiutavano a rimanere concentrato su quello che dovevo fare, ogni azione era seguita dalla paura di arrivare tardi. Di non aiutarle in tempo.

Sono forti.
Mi ripetevo, ogni volta che un pensiero troppo catastrofico prendeva forma nella mia mente.

Mi sedetti alla grande scrivania sentendomi fuori posto, nel luogo in cui doveva esserci qualcun altro.
Nel luogo in cui non avevo niente a che fare, dove io non sarei mai arrivato se non avessi conosciuto Ada. Dove io probabilmente non volevo arrivare, legato ad una scrivania per il resto della mia vita.

Adernold & Il Cadavere Nel Ghiaccio Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora