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Ada

É facile giudicare un libro dalla copertina.

Sempre.

Tutti potevano dire quello che volevano ma avevano una precisa idea di me e del resto della popolazione di Adernold.

E io pensavo a questo invece di dormire, con il mio libro preferito accanto a me nel letto mentre osservavo la città dormiente dalle vetrate della mia stanza.

Penso che alla fine sia nella natura umana giudicare ma posso assicurare che essere il centro delle attenzioni di mezza Adernold non sia proprio la cosa più piacevole da provare sulla propria pelle.

Ero tornata dall'Irlanda solo poche ore prima e si parlava già di me nel giornale online del paese.

E la cosa non mi piaceva proprio per niente.

Guardai la mia stanza, pulita e ordinata come piaceva a me, cosa che compensava il caos che avevo in testa.

Mi ricordai però che ad Adernold la luce del sole al mattino arrivava tardi quindi presi il cellulare e guardai l'ora.

Le sei del mattino.

Avevo passato un'altra notte insonne, un'altra di una lunga serie, ma almeno ero nel mio piccolo mondo.

Nella mia stanza.

Il mio rifugio sicuro.

Guardando Adernold non potei che provare nostalgia verso i boschi Irlandesi che mi avevano accolta.

Lì nessuno mi conosceva, nessuno sapeva la verità o provava a crearvi sopra pettegolezzi.

Però i miei genitori mi avevano concesso un solo anno di pausa da Adernold, forse per fare dimenticare a tutti quell'errore.

Ma fu davvero un errore? E come si fa a far dimenticare che avevo quasi ucciso una ragazza prima dell'Irlanda?

Decisi di bloccare il flusso di pensieri, o almeno provarci lasciandomi andare tra le braccia di Morfeo, provando cosi almeno un po' di pace.

Quella pace? Ecco, durò veramente molto poco e questo perchè mia madre, o come la chiamavo semplicemente io Marie, entrò come una furia nella mia stanza privandomi dell'unica ora di sonno che mi restava.

"Buongiorno Marie"

"Buongiorno un tubo di niente, tua sorella ha perso la sua matita per gli occhi e sta uscendo pazza nel trovarla. Per caso tu l'hai vista? Quella rosa carne intendo"

"E allora qui non la troverai" 

Osservai la mia elegante toelette nera perfettamente ordinata. Gli unici trucchi chiari che avevo dentro non riguardavano matite occhi che a me davano fastidio.

"Si lo so che tu non sei per i colori chiari, tranquilla. Solo che magari è finita qua in mezzo nel nuovo trasloco che tu ci hai fatto fare"

Se non fosse stato abbastanza chiaro mia madre non mi sopportava, non lo ha mai fatto e non penso che lo farà mai. Per lei sono un peso che deve mantenere fino ai diciotto anni, e in questo periodo sono un peso anche io per me stessa. 

Adernold & Il Cadavere Nel Ghiaccio Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora