JADEN
"Gli incidenti accadono.
Le nostre ossa che si frantumano,
la nostra pelle che si ferisce,
i nostri cuori che si rompono.
Bruciamo, affoghiamo, ma restiamo vivi."
- Moïra Fowley-Doyle9 anni prima
Quante volte vi è capitato di sentir parlare al telegiornale di incidenti stradali? Probabilmente così tante da perderne il conto.Io personalmente, ogni notizia del genere, l'ho sempre percepita come se fosse un concetto lontano ed astratto. In qualche modo pensavo fosse impossibile che accadesse proprio a me o a qualcuno che mi era accanto, ma nel momento in cui mi ritrovai ad osservare la macchina in fiamme davanti ai miei occhi, tutto mi era sembrato improvvisamente più vicino e reale.
Ero fermo in mezzo alla strada, non riuscivo a muovermi. Le orecchie mi fischiavano per l'esplosione che era appena avvenuta. Non ero arrivato in tempo. Non l'avevo salvata. Ed ora il suo corpo era avvolto dalle fiamme di quella trappola mortale fatta di ferro e plastica, insieme alla persona che aveva giurato di amarla e proteggerla.
Per mesi avevo cercato di convincerla a lasciare quel ragazzo, uno stronzo possessivo che non le permetteva di fare nulla, ma nel momento in cui l'aveva quasi fatto, lui aveva deciso di vendicarsi. Era la classica persona da "se non posso averla io non l'avrà nessun altro", e ora era morta, succube di un amore, che forse tanto vero non era.
Mi era arrivato un messaggio da parte di lei, l'ultima prova schiacciante del fatto che lui fosse una persona orribile. Ero rimasto a fissare lo schermo incapace di formulare ogni pensiero, e quando avevo deciso di muovermi, era ormai troppo tardi. Mia sorella era morta, e la colpa era solo di colui che si definiva il suo fidanzato.
Si sarebbero dovuti vedere per chiudere definitivamente e io avrei dovuto raggiungerla per darle sostegno. Non avrei potuto fare molto di più contro un ragazzo che aveva il doppio della mia età e della mia stazza. Il massimo che potevo fare era starle accanto e mettermi in mezzo alla situazione in caso lui avesse cercato di ferirla, prendendo ogni colpo al posto suo.
Provare dolore era diventata la mia via di fuga, il mio modo per sentirmi ancora vivo, e avrei preso ogni pugno o schiaffo pur di proteggere lei. Avevo solo 16 anni ma mi sentivo come se avessi già visto troppo dalla vita. Era come se fossi un fantasma nelle vite altrui, e non conoscevo altro se non la solitudine.
Zarah era l'unica a starmi realmente accanto. Mi ha fatto da sorella, da madre, da migliore amica e, talvolta, anche da insegnante. Era solo 5 anni più grandi di me, ma portava sulle spalle lo stesso carico degli adulti. Nonostante tutto sorrideva, amava, si viveva la vita, e io ringraziavo di aver qualcuno così al mio fianco.
Era uno splendido raggio di sole, la cui luce abbagliava così tanto, da riuscire a regalare un sorriso a chiunque avesse intorno solo con la sua presenza. Era come una calda giornata estiva, aveva il fuoco della vita che le ardeva dentro, una voglia matta di scoprire cose nuove e conoscere nuove persone invidiabile. Era ciò che viene definita una "farfalla sociale", colei che si integra in ogni contesto ed è in grado di farsi voler bene da chiunque.
Il mio opposto.
Il fuoco che aveva dentro, aveva iniziato ad ardere più vivacemente nel momento in cui quel bastardo aveva fatto un ingresso trionfale nella sua vita guadagnandosi facilmente la sua fiducia, le sue attenzioni e il suo amore.
Non convinse me però.
Quella facciata da bravo ragazzo, era in netto contrasto con la brutalità delle sue azioni, eppure Zarah non si arrendeva. Non si era illusa di poterlo cambiare, ma era convinta di riuscire ad insegnargli cosa significa amare sinceramente. Quella fu la condanna. Perché ad ogni schiaffo, quella fiamma vacillava, ad ogni tradimento la fiducia si spegneva e ad ogni insulto, il suo cuore si frantumava. Eppure lei sorrideva, bella e delicata come un girasole che continuava a puntare verso quella gigante stella ardente senza paura di rimanere scottata.
STAI LEGGENDO
SnowFall
Romance"Come la realtà fisica, anche quella psichica non é necessariamente ció che appare" Uno psichiatra sosteneva che l'anima contiene non meno enigmi di quanti ne abbia l'universo con le sue galassie, e credo che, forse, non avesse così tanto torto. Ail...