Capitolo 20

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La radio di Rick gracchiò tre volte, segno che Michonne stava chiedendo attenzioni.
"Michonne sono in ascolto" disse vicino alla radio senza distogliere lo sguardo dalla donna bionda che si stava avvicinando ad Alicia.
"Cosa sta succedendo?" chiese lei.
"Non lo so, per il momento non intervenire"
"Ok, passo e chiudo".

Michonne continuò a tenere il bersaglio sotto tiro, osservando con attenzione ogni minimo movimento. La donna era armata, aveva una pistola nel fodero, ma non sembrava intenzionata a usarla. Si avvicinò ad Alicia, che stava ancora in ginocchio, immobile, le mani poggiate sulle cosce, Elyza accanto a lei abbassò l'arco, segno che la sua tensione stava diminuendo.

Alicia sentiva il cuore battere all'impazzata, quella di fronte a lei era davvero sua madre? Quella donna che in quel momento si stava inginocchiando per essere alla sua altezza sarebbe dovuta essere morta, anni prima, nell'incendio allo stadio. Alicia ne era stata convinta fino ad allora, ma quando Madison le buttò le braccia al collo e le inumidì le guance con le sue lacrime, la piccola Clark riconobbe il profumo della madre, l'odore della sua infanzia e l'abbracciò singhiozzando, stringendola come per paura che potesse scappare via.

"Mamma..." sussurrò Alicia

"Sono qui..."

"Mamma..." ripeté

Elyza le osservava in silenzio, incredula ed emozionata di fronte a quella scena, si guardò intorno e vide la sua gente con ancora le armi puntate contro la madre di Alicia. Elyza alzò un braccio e fece segno loro di abbassare la guardia, eseguirono senza obiettare.

Madison abbracciò sua figlia ancora per qualche secondo, poi si scostò leggermente da lei cercando il suo sguardo. "Nick?" chiese guardandosi poi intorno, cercandolo.
Alicia fu scossa da un brivido, abbassò la testa per un attimo, poi fissò di nuovo sua madre, rimase in silenzio. Come poteva dirle che Nick non ce l'aveva fatta? Come poteva riuscire a pronunciare le parole "Nick è morto"? Non riusciva a parlare, non riusciva a respirare, una fitta le attraversò il cuore.

"Alicia, dov'è tuo fratello?" chiese ancora la donna, allarmata.

La piccola Clark riuscì soltanto a scuotere il capo, avrebbe voluto parlare, ma non ci riusciva, era troppo doloroso.
Madison intuì, non disse altro e abbracciò di nuovo sua figlia, piangendo gioia e dolore.

"Posso sapere cosa sta succedendo?" chiese Anya interrompendo il silenzio.
Madison si alzò in piedi aiutando la figlia a fare altrettanto, asciugandosi le lacrime disse: "Anya, ti presento Alicia, mia figlia".

"Sono felice che tu l'abbia finalmente ritrovata" mentre pronunciava queste parole Anya capì che questo avrebbe potuto aiutare le due comunità ad unirsi in una sola, senza spargimenti di sangue.
La donna dagli occhi a mandorla si rivolse poi ad Elyza; "Adesso credo che possiamo tutti quanti smettere di cercare la battaglia, adesso possiamo unirci a voi".
Lex si voltò verso Rick, come a chiedere il suo intervento.

"Non così in fretta, verrete con noi, dentro le nostre mura, ma non come nostri ospiti, per il momento siete nostri prigionieri" Sentenziò l'uomo avvicinandosi ad Anya, estrasse dalla tasca delle manette e le mostrò alla donna, poi continuò: "Chiunque non voglia finire nelle nostre prigioni è libero di andarsene o può accamparsi alle porte della nostra città a patto che ci consegnate tutte le vostre armi".

Un brusio si levò da entrambe le fazioni.

"Come potremmo sopravvivere qua fuori senza niente con cui difenderci?" chiese un uomo del gruppo di Anya
"Lo faremo noi per voi, le nostre forze armate vi difenderanno e vi garantiranno protezione da dentro le mura sulle nostre torrette di guardia" Disse Rick.
Anya lo guardò dritto negli occhi: "E cosa dobbiamo fare per poterci unire a voi?"
"Dovrete guadagnarvi la nostra fiducia" intervenne Raven che era rimasta in silenzio fino a quel momento, poi, istintivamente, strinse la mano di Anya per un attimo, ritraendosi subito dopo.

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