Capitolo 6

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"Lexy ma che diavolo hai combinato?" chiese Daryl aggrottando la fronte.

"Niente, non ho combinato un bel niente..." la bionda distese le gambe su quelle dell'amico, seduto sul divano accanto a lei.

"Se sono due giorni che la ragazzina non ti parla ci sarà un motivo, le persone non si arrabbiano per niente" continuò lui trovandosi costretto a smettere di affilare la lama di un dardo.

"Diks, ti dico che non ne ho idea, sembra che ogni cosa che faccio sia un errore, sbaglio a starle lontana e sbaglio a starle vicina" Lex sospirò amaramente.

"Mh... brutta storia" concluse lui.

Elyza lo guardò per qualche secondo, aspettando che continuasse a parlare.

"Tutto qui? Brutta storia e basta? Hai solo questo da dire?"

"E che vuoi che ti dica?"

"Trovami una soluzione!"

Daryl rimase in silenzio, si appoggiò allo schienale del divano e fissò il soffitto.

"Dai, almeno massaggiami i piedi..."

"Scordatelo"

Da quando erano tornati ad Alexandria Alicia non le aveva più rivolto parola, era scesa dalla moto di Daryl e si era diretta in infermeria insieme ad Abby. La dottoressa aveva poi parlato con Rick per farle assegnare un alloggio provvisorio intanto che i cantieri per le nuove case ultimavano i lavori. Rick si era dimostrato entusiasta per la decisione della giovane ragazza di rimanere nella cittadina e aveva acconsentito di buon grado concedendole una delle tre roulotte che tenevano libere per le emergenze di questo tipo.

La esile Clark si era stabilita li dentro e non ne era praticamente più uscita per una giornata intera. Durante la mattina del giorno successivo Elyza l'aveva incrociata per strada, ma la ragazza aveva accennato solo ad un vago saluto, proseguendo a grandi falcate verso la direzione opposta. Lex non sapeva cosa fare, era combattuta, da una parte avrebbe voluto parlare con lei ad ogni costo, dall'altra credeva che potesse essere una scelta più saggia lasciarla un po' da sola in modo che sbollisse qualsiasi cosa la stesse tenendo così lontana da lei in quel momento. La sera successiva si era ritrovata "casualmente" davanti alla roulotte e aveva sentito l'impulso irrefrenabile di bussare, ma alla fine aveva rinunciato ed era andata da Daryl a bere una birra in compagnia.

"Dai, ti prego, sono così triste... un massaggio ai piedi mi farebbe sicuramente stare molto meglio" continuò ad insistere lei cercando la mano di lui con un piede.

Daryl le afferrò entrambi i polpacci e la costrinse a togliere le gambe dal suo corpo, poi si alzò dal divano.

Elyza sbuffò arrendendosi all'idea che non sarebbe riuscita ad ottenere ciò che voleva.

Il ragazzo prese un'altra birra artigianale dal frigorifero, l'aprì e tirò giù un copioso sorso, si appoggiò al tavolo della cucina del grande open space e guardò l'amica. Era sinceramente dispiaciuto per quella situazione, ma non era certo il tipo che dispensa consigli su quelle tematiche amorose. Solitamente era Raven che ricopriva quel ruolo, ma stava lavorando alla riparazione di due pannelli solari e sarebbe stata irreperibile per tutta la settimana. Adesso toccava a lui consolare la sua amica, ma davvero, non sapeva come fare.

"Di Tara che mi dici?" chiese scalfendo il silenzio.

"Che devo dirti? Lo sai, ci divertiamo e basta, ma sappiamo entrambe che non c'è altro che quello tra noi due"

"Da parte tua sicuramente, ma da parte sua? Non ci metterei la mano sul fuoco..." le fece notare lui bevendo ancora dalla bottiglia di vetro.

"Non scherzare, ne abbiamo parlato, è cosi e basta"

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