Capitolo 16

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Quell'attimo per Alicia fu lungo una vita, era come se il tempo si fosse fermato e il sangue rosso vivo di Elyza era quasi ipnotizzante. Nell'oscurità risultava di una sfumatura vicina al nero. Le sembrò di essere investita da un treno, i cui passeggeri erano le sue ansie e le sue paure che tornavano come da delle vacanze troppo brevi per essere rilassanti abbastanza. L'impatto fu forte e le si infiammò la testa, la sentiva pesante e offuscata, come se i suoi pensieri non le appartenessero davvero in quel momento. Elyza la stava fissando, gli occhi sbarrati, immobile, quasi come se stesse trattenendo il fiato.

"Elyza..." sussurrò la ragazza a fil di labbra, sentendo il fiato accorciarsi. La bionda non disse niente, guardò di nuovo il sangue sulla sua mano e cerco di pulirlo via con il bordo della maglietta, quasi come se quel semplice gesto avesse potuto cancellare il fatto appena accaduto.

Alicia sentì la paura prendere possesso della sua persona, una forte scarica di adrenalina entrò in circolo, provocandole una sensazione di calore al petto.

Lex scostò delicatamente la testa di Raven dalle sue gambe, la ragazza dalla carnagione olivastra non si destò dal suo sonno che proseguì sul freddo pavimento, poi si alzò in piedi mentre Alicia continuava a guardarla con il fiato corto. Si diresse a passi lenti e indecisi verso la dottoressa Griffin che stava riposando con il corpo chino e la testa adagiata sulla scrivania in una posizione del tutto innaturale.

"Abby..." sussurrò piano. Dall'altra parte della stanza Rick era seduto a terra con la schiena poggiata al muro, la guardò sentendo gli occhi pesanti, ma non riuscendo a dormire.

La dottoressa si svegliò di soprassalto e si guardò intorno, spaesata, poi osservò Elyza e si sentì mancare. Il sangue le colava ancora dal naso, lento e inesorabile. Una goccia scese dall'occhio destro, scontrandosi violentemente con la carnagione bianca del volto della ragazza davanti a lei.

"Oh no!" esclamò ad alta voce. Si alzò in piedi e la prese per mano, trascinandola verso l'ultima barella libera rimasta. La fece sedere e con una torcia esaminò meglio il volto di Lex, gli occhi infossati e iniettati di sangue. Scosse il capo, quasi rassegnata. Sapeva di non avere farmaci adeguati per combattere contro una simile malattia, non aveva in realtà nemmeno idea di cosa potesse essere con precisione, azzardò alcune ipotesi nella sua mente, ma nessuna fu confortante.

La fece distendere e la ragazza le ubbidì in silenzio, le reperì una vena e le attaccò una flebo, non ne erano rimaste molte ormai, ma non poteva non fare niente, in qualche modo doveva intervenire.

Alicia vide tutta la scena da lontano, vide Rick alzarsi e raggiungerle, corrucciato. Vide la faccia contrita di Abby e sentì il suo cuore andare in frantumi. Bellamy non era sopravvissuto, quella malattia lo aveva ucciso e a quel punto niente poteva escludere che quello stesso destino non sarebbe toccato anche a Elyza. Dentro di sé sentiva di volerla raggiungere, di volerla accarezzare, di volerla stringere a sé, ma il suo corpo non rispondeva, i suoi muscoli erano immobilizzati e completamente privi di forze. Lex la guardò da lontano, le posò gli occhi addosso con una forza sconcertante, il suo sguardo intenso la penetrò e sembrò chiederle aiuto. La esile Clark strinse i pugni, talmente forte che le nocche le diventarono bianche, tanto forte da farsi affondare le unghie nella pelle, provocandosi una lieve scossa di dolore che riuscì a rianimarla. Si tirò in piedi e corse verso Elyza. Rick aveva le mani tra i capelli, sembrava disperato e al contempo furente, camminava avanti e indietro accanto alla barella, guardandosi i piedi.

"Elyza, da adesso in poi devi pensare a riposare, non puoi stressare ulteriormente il tuo corpo. Non so cosa siamo costretti ad affrontare ma non possiamo dare per scontato che la mortalità di questo virus o qualsiasi cosa sia, sia del cento percento" disse Abby sottovoce, ma tutto d'un fiato.

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