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Sarah

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Sarah.
Ci troviamo in un ristorante molto lussuoso e ben curato. Stiamo aspettando la prima portata e nel frattempo gli sposi stanno scattando le foto con alcuni invitati.
Mi guardo intorno, non so esattamente cosa fare perché Nate non è accanto a me e mi sento leggermente a disagio seppure la famiglia del ragazzo in questione è molto aperta. Suo papà ha deciso di fare un piccolo discorso quando siamo arrivati, ringraziando tutti per essere venuti e in primis un grazie ai suoi figli che non l'hanno mai lasciato solo qualunque fosse la difficoltà.
Il signor Collins è davvero una brava persona.. non merita il male che sta vivendo.
Mi alzo e tiro fuori dalla pochette una sigaretta. Vado fuori in cerca di un posto più appartato così per stare da sola cinque minuti e rilassarmi.
Dopo averla accesa la porta alle labbra.

-il fumo uccide- una voce alle mie spalle, a me troppo conosciuta mi fa sobbalzare.

Non ci faccio caso e continuo a fumare. -sei cocciuta- aggiunge accarezzandomi la schiena.

Mille piccoli brividi percorrono il mio corpo.

-beh, non sono affari tuoi- rispondo seccata. -puoi lasciarmi in pace? Sono venuta qui per stare da sola-

Scuote la testa. -dimmi, Sarah. Cosa provi per me?-

Ridacchio. -nulla, Nate. Assolutamente nulla-

Lui si posiziona davanti a me, bloccandomi con la schiena al muro. È troppo vicino, questa vicinanza non fa bene a nessuno dei due.

-guardami negli occhi. Non provi niente?-

Deglutisco lentamente. -cosa vuoi da me? Quanto sei ridicolo!-

-ridicolo- ripete.
-esatto- annuisco. -se vuoi così tanto riprovarci con la tua ex allora perché ti importa se provo qualcosa oppure no- continuo ormai su tutte le furie.

Cerco di divincolarmi dalla sua presa ma è inutile, è più forte di me.

Lui aggrotta le sopracciglia. -cosa c'entra adesso Soleil? Io non ho mai voluto riprovarci con lei. Chi te l'ha detto?-

-nessuno- abbasso lo sguardo.

Mi alza il mento con due dita, facendomi incontrare nuovamente i suoi occhi nocciola. -è vero, ho rivisto Soleil perché mi aveva scritto un paio di giorni prima di ritornare. Ma non per quello che pensi tu-

Faccio spallucce. -non penso niente-

-aveva dei miei documenti di lavoro importanti a New York ed è stata gentile a portarmeli. Lei voleva riprovarci, io no. Non amo Soleil, lei non è niente per me da tanto tempo- spiega non perdendo il contatto con i miei occhi.

-non sei tenuto a darmi spiegazione- alzo leggermente le spalle.

Lui assume sulle labbra un sorrisetto sghembo. -mi piace essere corretto-

-oh, di corretto hai un mucchio di cosa tu- incrocio le braccia sotto il seno.

-beh, mi sono comportato male con te. Hai pienamente ragione- ammette mordendosi il labbro inferiore.

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