"casa"

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Vivere nell'ambito sportivo è una grande responsabilità fatta di tempo e sicurezza ma non vi potete neanche immaginare com'è avere un padre allenatore . Mio padre, il grande, Xavi e stato convocato per allenare il Futbol Club Barcellona . Appena l'ha saputo non faceva altro che parlarmene,  felicissimo accetta e ormai è due giorni che è intento a studiare formazioni e tecniche, tutto ieri è stato con gli atleti e anche stasera mi sa che mangerò da sola. Prendo le cotolette di ieri sera  e le appoggio sul bancone in marmo della cucina, una casa bellissima ma troppo grande per starci da sola specialmente dopo l'abbandono di mamma  mi sembra di essere un'anima sperduta in questo ambiente. Mamma lavorava nel settore medico, con l'avanzare del tempo ha conosciuto un suo collega e fu così che scappo con quest'uomo così da non vederla più. Mio padre si è sempre preso cura di me, forse anche troppo, ma ora che manca dei giorni interi è strano non avere una presenza che parla h24 di calcio e ti chiede 100 volte se stai bene. Sono seduta sul divano con uno stupido film, sarà più o meno le due di notte quando sento aprire la porta.
"Gaia che ci fai ancora sveglia?" sussurra mio padre accendendo la luce
"Non avevo sonno e ho acceso la televisione per tenermi compagnia, tu che ci fai qui alle due di notte? Non è che usi la scusa degli allenamenti per vederti con una donna eh, guarda che me lo puoi dire" rido delle mie supposizioni.
"Tesoro mio sarebbe più semplice" dice ridendo.
"Ascoltami, dobbiamo parlare domani mattina" mi rianimo a quelle parole che mi fanno venire l'ansia
ogni volta.
"Se non sei troppo stanco anche adesso se vuoi, così non dormo sovrappensiero" chiedo accennando un sorriso.
Si siede sul divano rilassando tutti i muscoli e lo guardo con sguardo interrogativo.
"Allora, non farò giri di parole, volevo solo chiederti e spero che tu risponda si, questa casa è piena di ricordi. Alcuni sono belli, ma altri ci fanno male. Penso che abbiamo bisogno di un nuovo inizio, in un posto dove possiamo creare nuovi ricordi insieme. E poi è vicina al campo e per qualsiasi cosa sei vicina a me. Non ti dico di darmi una risposta adesso ma di pensarci" mi chiede guardandomi in cerca di una risposta. Al pensiero di cambiare  casa mi spaventa, in questa casa ho vissuto tutta la mia infanzia qui ho dei ricordi con mia mamma. Ma la domanda è perché no? mi farebbe anche bene stare lontana da tutti questi ricordi e poi ho diciotto anni e potrei allargare il giro di conoscenze.
Oh scusate ragazzi mi sono dimenticata di descrivermi! Beh come ho già detto mi chiamo Gaia e ho diciotto anni, sono bionda e liscia più degli spaghetti, occhi scuri. La mia altezza non è delle migliori ma il mio metro e sessanta mi basta, a livello di fisico mi disprezza io stessa, odio il mio fisico. Faccio il liceo scientifico e vorrei fare medicina nel campo di neurochirurgia.
"Forse sarebbe carino, si magari, proviamo questa nuova esperienza di vita" ipotizzo e vedo mio padre buttarmisi addosso in una braccio che non mi fa quasi respirare.
"Grazie tesoro, così sono meno preoccupato se so che tu sei lì vicino a me" dice sorridendo.

Nonostante tutto (Héctor Fort)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora