La mattina successiva, andai al campo con le mie amiche Clara, Lucia e Sofia. Era una giornata splendida, con il sole che splendeva alto nel cielo, rendendo l'aria fresca e piacevole. Ci sedemmo sotto un grande albero, chiacchierando allegramente.
"Avevate visto Gavi ieri?" iniziò Clara, con un sorriso malizioso. "Era così carino mentre giocava a calcio."
"Sì, lo era davvero," rispose Lucia. "Ma avete notato come Yamal cercava di impressionarci? Era quasi divertente."
"Ah, Luca," sospirò Sofia. "È sempre stato così. Ma parliamo di qualcosa di più interessante. Avete notato Hector e Martina ultimamente?"
Mi irrigidii leggermente, ma non dissi nulla. Clara annuì. "Sì, sono stati un po'... distaccati. Come se ci fosse qualcosa che non va."
"Ho sentito delle voci," disse Lucia abbassando la voce, come se stesse rivelando un grande segreto. "Dicono che Martina l'ha tradito."
"No!" esclamò Sofia, scioccata. "Con chi?"
"Non ne sono sicura," continuò Lucia. "Ma sembra che Hector lo abbia scoperto e da allora le cose non sono più le stesse tra loro."
Ascoltavo in silenzio, riflettendo su ciò che avevo appena sentito. Clara mi guardò con un sorriso curioso. "Sai, Gaia, secondo me tu e Hector stareste benissimo insieme."
Arrossii leggermente, ma cercai di ignorare il commento. "Non dire sciocchezze," risposi. "Siamo solo amici."
Sofia rise. "Per ora!"
Prima che potessi rispondere, Marc si avvicinò al gruppo. "Ciao ragazze," salutò con un sorriso. "Gaia, ti va di fare un giro?"
Alzai lo sguardo sorpresa, ma accettai l'invito. Mi alzai e mi unii a Marc, lasciando le mie amiche a continuare la loro conversazione. Mentre ci allontanavamo, Hector, che era lì vicino e aveva sentito tutto, lanciò una frecciatina acida. "Non pensavo ti piacesse passare il tempo con chi non sa nemmeno come si gioca a calcio," disse con un tono gelido.
Mi fermai e mi girai verso di lui, sorpresa e ferita dalle sue parole. Marc, percependo la tensione, cercò di sdrammatizzare. "Hector, stiamo solo andando a fare una passeggiata. Non c'è bisogno di essere così acido."
Hector incrociò le braccia, il suo sguardo era freddo e distante. "Fare una passeggiata? O vuoi fare altro? Gaia, pensavo avessi più rispetto per te stessa."
Mi sentii gelare. "Cosa stai dicendo, Hector?"
"Lo sai benissimo cosa sto dicendo," continuò lui, alzando la voce. "Marc non è esattamente noto per le sue buone intenzioni. Non vorrai diventare l'ennesima delle sue conquiste facili, vero?"
Sentendo il sangue ribollire, non potei più trattenermi. "Sai una cosa, Hector? Non sei tu a decidere con chi posso o non posso uscire. E se non riesci a gestire la tua gelosia, forse dovresti preoccuparti di più dei tuoi problemi piuttosto che dei miei."
Hector mi guardò scioccato, ma cercò di mantenere la sua compostezza. "Non sono geloso. Sto solo cercando di proteggerti."
"Proteggermi?" ribattei con sarcasmo. "Non ho bisogno della tua protezione, Hector. E forse, se ti fossi preoccupato meno di Martina e più di te stesso, non saresti in questa situazione ora."
Ci fu un silenzio teso mentre le mie parole riecheggiavano nell'aria. Hector rimase senza parole per un momento, poi si girò e se ne andò senza dire altro.
Marc mi guardò, ancora arrabbiato ma anche un po' impressionato. "Andiamo," dissi, cercando di ignorare la sensazione di disagio che mi stringeva il cuore. Marc e io ci allontanammo, lasciando dietro di noi l'atmosfera tesa. Cercai di calmarmi mentre camminavamo lungo il sentiero che costeggiava il campo. Marc rimase in silenzio per un po', ma poi decise di parlare.
"Mi dispiace per quello che è successo," disse con un tono sincero. "Non avrei mai voluto causare problemi tra te e Hector."
Scrollai le spalle, cercando di mostrare indifferenza. "Non è colpa tua. Hector deve imparare a gestire le sue emozioni senza attaccare gli altri."
Marc annuì, pensieroso. "Comunque, se vuoi possiamo andare da un'altra parte. Magari lontano dal campo, così evitiamo altre scene."
Sorrisi leggermente, apprezzando la sua comprensione. "Mi sembra un'ottima idea. Dove vuoi andare?"
" Conosco un posto tranquillo vicino al lago," suggerì. "Possiamo prendere un gelato e rilassarci un po'."
Accettai con entusiasmo e ci dirigemmo verso il lago. Lungo la strada, Marc mi raccontò alcune storie divertenti della sua infanzia, cercando di farmi ridere e distrarmi da quello che era appena successo. Lentamente, mi sentii più rilassata e cominciai a godermi la giornata.
Arrivati al lago, ci sedemmo su una panchina con i nostri gelati, guardando l'acqua scintillare sotto il sole. Marc mi guardò con un sorriso affettuoso. "Sai, Gaia, sei una ragazza speciale. Non lasciare che Hector o chiunque altro ti faccia dubitare di te stessa."
Arrossii leggermente, ma lo ringraziai. "Apprezzo molto le tue parole, Marc. A volte è difficile vedere le cose con chiarezza quando si è coinvolti emotivamente."
Lui annuì. "Lo capisco. Ma ricorda che hai sempre il diritto di scegliere per te stessa e di essere felice."
Passarono alcuni minuti in un piacevole silenzio, quando Marc tirò fuori il telefono e iniziò a mandare messaggi. Mi sentii un po' a disagio, ma non dissi nulla. Dopo un po', si girò verso di me.
"Senti, Gaia," iniziò, con un tono leggermente diverso, "c'è una festa stasera. Mi chiedevo se ti andasse di venire con me."
Esitai. "Di che festa si tratta?"
"Una festa in una villa. Sarà divertente," rispose Marc, con un sorriso che sembrava un po' forzato.
Accettai, non volendo sembrare noiosa.
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Nonostante tutto (Héctor Fort)
RomanceNonostante tutto, racconta di un amore impossibile. Héctor Fort e Gaia Xavi si sono conosci nel campo di calcio