Capitolo 1

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Un leggero profumo di resina e muschio accompagnava un venticello fresco e solitario.

Qui, sopra questo robusto ramo, potevo vedere l'intero villaggio.
Un piccolo paesino in mezzo alla foresta e vicino al mare, ma non troppo.

Alte mura di grossi tronchi in legno proteggevano il villaggio, circondandolo completamente.
Impossibile da scalfire persino per un toro, anche se non ne ho mai visto uno.
Ci proteggono dai licantropi.

La vita qui, a Muret, è molto ristretta e rigida.
Si incomincia a lavorare tra i diciassette e i diciotto anni.
Quando si anno le abilità per combattere o aiutare le persone a questo scopo.

Cerchiamo modi per difenderci ma loro trovano subito un altro modo per contrastarci.
La notte qui è molto temuta; specialmente nella luna piena che avviene ogni mese.
Ogni mese qualcuno di noi viene portato via da loro, e di loro non si hanno più notizie.
Ognuno di noi spera di non essere la prossima vittima.

"Gisa! vieni giù!" urlò qualcuno dal tronco dell'abero dove ero appollaiata.

Mi sporsi un po' per vedere chi fosse, ma quello che vidi fu solo una macchiolina indistinta che agitava le braccia frenetico.

Dovevo essere salita molto in alto.

Scesi balzando tra un ramo e l'altro, non curandomi delle mani che iniziavano a dolermi.

In poco tempo arrivai alle radici, dove dovetti imbucarmi, perché erano tutto un groviglio di rami.

Ne uscì solo con qualche livido, non contando le mani ovviamente; che mi nascosi dietro la schiena per coprire le ferite.

"Ma quanto sei salita in alto?!" disse un ragazzo dai folti capelli rosso scuro.

"Abbastanza" gli dissi semplicemente.

Si chiamava Darren, ed era il ragazzo più dolcioso al mondo!
Lo conosco da quando ero molto piccola e sono molto affezionata a lui.
È il mio unico amico.

"Un giorno finirai come una sottiletta se continui ad arrampicarti così in alto! non so neanche come fai!!"

"Tu sei...geloso" dissi maliziosa, sfoderando il mio più largo sorriso.

Lui arrossì violentemente e borbottò qualcosa del tipo "Non è vero" facendo una faccia buffissima.

Quando arrossiva era ancora più carino.
Gli vivacizzava quei profondi occhi color cioccolato.

"Daiui, scherzavu" facendo la cucciolosa.

A lui piaceva questa cosa, infatti cambiò subito espressione.

"Dobbiamo tornare a casa, i tuoi sono preoccupati...hanno paura dei lupi" disse sussurrando le ultime frasi che io non capì.

"Andiamo allora" gli risposi prendendolo per mano e trascinandomelo dietro.

Se i miei dicevano una cosa è legge.
Dovevo assecondarli il più possibile, altrimenti se gli disubbidissi non avrebbero più fiducia di me.
Questo vuol dire niente arrampicate spericolate sugli alberi.

In poco tempo raggiungemmo Muret.
Il sole era alto nel cielo, questo vuol dire che era ora di mangiare.

Superai la "muraglia" e mi immersi in quel via vai di persone e i bambini che giocavano a rincorrere qualche animaletto e altri giochi del genere.

Di tanto in tanto qualche sorriso albeggiava sul volto degli operai che guardavano i bambini, ricordandosi per chi stavano combattendo, per i bambini.
In modo che loro possano avere una vita migliore senza questi lupi.

Finalmente arrivai a casa.
Una piccola casetta di legno di pino sorretta da dei robusti pali di legno in modo che fosse sollevata da terra.

Mi arrampicai sulla piccola scaletta che alla notte toglievamo, sempre per lo stesso motivo.

Peccato che non funzionasse abbastanza.

"Papà, sono a casa!" dissi togliendomi le scarpe e assaporando la morbida sensazione del tappeto.

"Oh Gisa, sei tornata" mi disse abbracciandomi, cosa molto difficile dato che era in sedia a rotelle.

"Dov'è mamma?" domandai

"È ancora fuori al Campo, dovrebbe tornare a minuti"

Annuì e preparai la tavola.

"Papà, oggi posso uscire con Darren? Sai, magari vediamo cosa c'è di nuovo al Lago." dissi mettendo le ultime posate.

"Non ne sono molto sicuro... è fuori della recinzione"

"Dai, torneremo presto" commentai

Lui sembrò pensarci su ma poi annuì.

Io corsi ad abbracciarlo, schioccandogli un bacio sulla guancia.

Dopodiché salì le piccole scale diretta alla mia camera anche se non era proprio mia.
Noi avevamo un piano superiore anche se non aveva il muro e ciò permetteva di vedere anche il piano superiore, che non era molto distante da quello inferiore.

Li accanto avevo uno specchio e ne approfittai per sistemarmi un po'.

Mi ravvivai i miei capelli corvini e li acconciai in una treccia.
Mentre gli occhi verde acceso risplendevano come sempre.

Mia madre tornò come previsto e mangiammo quello che lei aveva preparato.
Dopo pranzo li salutai e corsi a casa di Darren.

Distava cinque minuti da casa mia.
Abitava da solo perché i suoi genitori erano morti per colpa dei lupi.
Almeno è quello che mi ha detto lui.
Anche se non ne parla mai.

"Dan! Dan! vieni giù!!" urlai sotto casa sua.

Lui sbucò subito da una finestra semiaperta.
Sorridendomi.

"Cosa c'è?" chiese.

"Andiamo al Lago?" domandai

Lui scese in un attimo.

"D'accordo" disse semplicemente.

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Salve gente!

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Miao? ( cosa ho scritto? XD )

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_OcchiDiVetro_

Cappuccetto Rosso Dark Night [SOSPESA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora