Capitolo 3.

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JUANJO

Juanjo stava considerando tutte le decisioni della sua vita mentre giocava con i cereali immersi nel latte. Ed era giunto alla conclusione che avrebbe smesso di pensare a Martin Urrutia o a qualsiasi gioco stesse giocando.

Non aveva tempo per affrontare questioni banali quando aveva preoccupazioni molto più grandi. Tra qualche giorno, sarebbe tornato a casa dei suoi genitori per festeggiare i loro trentesimo anniversario di matrimonio. Un'intera settimana di diverse attività, pranzi e Ruslana fingendo di essere felice al fianco di suo fratello.

Ebbene sì, un manager incazzato e un follower in meno sui social erano il minore dei suoi problemi. Questo almeno prima che il suddetto manager irrompesse nel suo attico gridando come un forsennato.

- Che cazzo, hai smesso di seguirlo anche tu!

- Buongiorno anche a te, amico mio.- borbottò Juanjo mentre masticava la sua colazione.

Paul sembrava molto irritato, come Juanjo non l'aveva mai visto prima. Lo fece sentire un po' colpevole per non aver pensato al suo manager e alle conseguenze che le sue azioni avrebbero causato nel suo lavoro.

- Credi che sia un gioco? 

- Mi dispiace, ma già non ne posso più col moccioso. E' finita. E inoltre non ho smesso di seguirlo, mi ha bloccato lui.

- Con tutto il rispetto, non potrebbe importarmene di meno se non ce la fai più con lui- sibilò Paul. - Stai rovinando la tua carriera!

- Bene- Juanjo continuò a mangiare i suoi cereali.

Paul gli sfilò la scodella...cosa c'era che non andava nelle persone che gli strappavano il cibo da mano ultimamente? - Se davvero non ti importa della tua carriera, avresti dovuto dirmelo prima che mi facessi spendere tutta quella quantità di tempo.- fece una pausa e mise la ciotola nel lavandino. - Dobbiamo chiamare i suoi avvocati- disse dopo qualche secondo di scomodo silenzio. - Sai che l'etichetta discografica sarà spietata con tutto questo, entrambi possiamo dire addio alla nostra carriera.

- Non è così grave...- disse Juanjo mentre si massaggiava la spalla, nonostante sapesse che in realtà fosse così grave come Paul lo stava descrivendo.

Aveva firmato un contratto, disse "sì" su carta e a persone che non avrebbero provato a mostrare nemmeno un po' di rimorso mentre lo distruggevano.

- Lo è, e lo sai.

Juanjo sospirò, gettando la testa indietro. - Sistemerò tutto quando tornerò da casa dei miei. Lascia che mi occupi di un problema alla volta.

- Mi piacerebbe che questa fosse un'opzione, ma se davvero vuoi sistemare le cose, devi farlo adesso.

- Cosa vuoi che faccia? Dire ai miei genitori che non potrò presentarmi nella settimana del loro anniversario per questioni di lavoro? Sanno che ho svuotato l'agenda per questo da mesi.

- Non sto dicendo questo. Sto dicendo che devi portare Martin con te e che devi dare la recitazione della tua vita fingendo di amarlo, così che qualche invitato ficcanaso possa scattarvi qualche foto e pubblicarla.

Juanjo si lasciò scappare una risata incredula. - Sei impazzito? E' l'anniversario dei miei genitori, è una data importante per loro e per tutta la mia famiglia!

It's me who's been making the bed [Italian translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora