Capitolo 6.

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MARTIN

Mai, nemmeno nei suoi sogni più folli, Martin avrebbe immaginato di svegliarsi accanto a Juanjo Bona, nella casa dei suoi genitori, e durante la settimana del loro anniversario.

Eppure, eccolo lì, tentando di respirare il più silenziosamente possibile per evitare di svegliare il gigante dietro di lui che probabilmente l'aveva confuso con uno dei suoi grandi cuscini. Martin odiava assolutamente quanto sentisse bene il corpo caldo contro la sua schiena, o quanto l'avesse fatto sentire fastidiosamente stordito la notte prima.

Juanjo significava problemi, probabilmente il peggior tipo di problemi.

Non solo perché tutti, inclusa sua madre, sapessero che fosse ancora ossessionato con la sua ex, che risultava essere la promessa sposa del suo fottuto fratello, ma anche perché, per qualche ragione, sembrava odiare Martin.

Certo, le cose erano migliorate molto tra loro, ma Martin non era molto sicuro se fosse per le loro conversazioni o perché Juanjo avesse o meno ricambiato qualche...momento intimo con la sua ex nel bagno.

Se doveva essere completamente onesto con se stesso, la seconda opzione era quella con maggiore senso. Dopotutto, Juanjo non aveva mai provato ad andare d'accordo con lui. Dalla prima volta che si erano conosciuti, spiaccicò solo qualche parola prima che il ragazzo prendesse una decisione su Martin e decidesse che non era sufficientemente bravo per dedicargli il suo prezioso tempo.

E da allora, l'idiota era generalmente troppo occupato a sistemare il suo telefono per alzare gli occhi e dirgli un semplice ''Ciao''. Una o due volte, Martin lo aveva beccato guardarlo mentre si muoveva per lo studio. Non era orgoglioso di questo, ma quando successe, Martin mosse deliberatamente i suoi fianchi nel modo che sapeva facesse cadere gli uomini stupidi ai suoi piedi fino a quando l'espressione di Juanjo non si indurì nuovamente e guardò altrove.

Martin sapeva che fosse inutile e meschino pensare che qualcosa di quella merda fosse possibile.

Ma nessuno poteva biasimarlo quando l'uomo era costruito come una casa di mattoni, con muscoli grandi, mani enormi, gambe chilometriche, spalle larghe e...beh, qualsiasi cosa potesse darne un'idea, il ragazzo era un fottuto sogno. E oltretutto, era anche insopportabilmente alto, emergeva tra tutti, usando la sua altezza per mantenersi imponente in ogni stanza in cui entrava, sempre impeccabilmente vestito, con la sicurezza che solo un uomo cosciente della sua attrattività e posizione poteva avere.

Martin lo voleva, ma non era sicuro se lo volesse per le giuste ragioni, o almeno fu quello che Martin insinuò.

Martin aveva una fissazione per le cose e le persone che non erano disponibili. Probabilmente perché dopo il divorzio, i suoi genitori decisero di farsi una famiglia con, beh...altre famiglie. Al posto di Martin. Nessuno di loro lo maltrattò, semplicemente si dimenticarono di Martin e si concentrarono sul non rovinare i nuovi figli e le nuove coppie.

Era sempre qualcosa tra: ''Questa è definitivamente la tua settimana, Erik ha la partita di calcio che non posso perdermi e gli altri bambini vanno a casa di loro nonna'' o ''Non puoi restare con lui qualche giorno in più?'' Sei anche suo padre' o il preferito di Martin, 'Hai dimenticato di includere Martin come amico invisibile della famiglia? Di nuovo?!'' 

Martin superò tutto quello, o come sempre gli diceva Maria, superò il sentimento negativo che gli portava quella situazione. Ma, apparentemente, voleva ancora essere scopato da gente a cui non importava un cazzo di lui, e questo era tutto.

Attrazione sessuale? Bene, Martin poteva gestirlo. Ma quello che sentì la notte precedente mentre parlava con Juanjo...questo era qualcosa che non si poteva permettere di sentire. Per il suo stesso bene, per il bene del suo cuore stanco.

It's me who's been making the bed [Italian translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora