Capitolo 8.

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MARTIN

L'attività del giorno era fare una passeggiata in famiglia, per poi celebrare nel mezzo del nulla sotto i raggi vibranti del sole che si rifletteva su ogni cosa.

Non c'è bisogno di dire che Martin non fosse per nulla emozionato per il giorno tanto meraviglioso che lo aspettava quando si svegliò con un forte mal di testa e il peggior caso di occhi gonfi nella storia degli occhi gonfi.

Juanjo, che si rivelò tanto irritante quanto stupendo, non pressò Martin perché partecipasse all'escursione ma gli portò la colazione calda e qualche analgesico a letto, tentando di convincere Martin che sarebbe stato meglio se fosse restato con lui, per potergli dare un occhio e aiutarlo se ne aveva bisogno.

- Sto bene, lo giuro. Sono solo un po' drammatico.

- Hai pianto molto ieri notte ed entrambi sappiamo che lo odi- disse Juanjo mentre immergeva un'altra pallina d'ovatta nel pentolino della camomilla, prima di porgerla a Martin.

- Lo sappiamo?- Martin sorrise mentre strizzava un po' le palpebre sotto l'ovatta.

- Sì, me lo dicesti- rifletté, con l'attenzione adesso focalizzata nell'aprire la crema per il contorno occhi di Martin- Ricordo tutto quello che mi racconti.

Resta. Per favore, per favore, per favore. Resta.

- Non ricordo di aver usato la parola odio- disse invece, mentre aiutava Juanjo a separare il prodotto viscoso. - L'odio è una parola molto forte.

- E questo sembra essere un mal di testa molto forte- rispose Juanjo senza perdere il ritmo, stendendo gentilmente la maschera sotto gli occhi di Martin. - Mi permetti di restare?

Sì, sì, sì.

- Devi andare con tua madre, ha pianificato questo pensando a tutta la sua famiglia e se resti, nessuno dei suoi figli sarà lì.

Juanjo arricciò il naso. - Giochi sporco.

- Gioco intelligentemente. Adesso vai, che si sta facendo molto tardi.

Juanjo rise appena e scosse il capo, ancora senza muoversi di un centimetro dal letto. - Ti invierò dei messaggi e ti chiamerò. Rispondi al telefono o penserò che sei svenuto e correrò fin qui.

- Il mio principe azzurro- Martin toccò il suo petto- Calma il mio cuore pulsante.

Juanjo sbuffò prima di lasciare un piccolo bacio sulla parte superiore del capo di Martin, perché sembrava qualcosa che facevano adesso. Da quando Martin si era svegliato, fu sorpreso con carezze gentili e gesti amabili, e per molti, questo potrebbe essere qualcosa di scontato, ma per Martin, una persona che raramente riceveva contatto fisico nella sua vita di tutti i giorni (oltre agli abbracci di congedo di Alvaro), significavano un mondo e mezzo.

- Lo dico sul serio, non ti chiamerò adesso stesso perché immagino che tu voglia dormire e non so quanto segnale ci sarà tra le montagne, ma quando ti chiamerò, cerca di rispondere. Va bene?

- Dì le parole magiche e magari lo faccio.

Juanjo si strofinò gli occhi con una mano e scosse il capo mentre un grande sorriso fioriva sul suo viso. - Sei un bambino.

- E tu sei fin troppo autoritario- Martin incrociò le braccia- Andiamo, principino, dì le parole magiche.

- Per favore- disse Juanjo lentamente, allungando ogni lettera. - Cerca di rispondere al telefono.

Martin sollevò un sopracciglio. - Dov'è la parte di 'Martin, potente e magnifico Martin'?

Juanjo gemette, ma il sorriso sul suo voltò non si indebolì. - Martin, potente e magnifico Martin.

It's me who's been making the bed [Italian translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora