하나

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jungwon

quella mattina il sole era nascosto da delle tenui nuvole,a settembre Seoul aveva un clima perfetto.
mi alzai dal letto ancora assonnato,andai in bagno per lavarmi.
oggi avrei avuto il turno più lungo della settimana dalle 8 alle 4 del pomeriggio.
uscii di casa con il cappuccio alzato per via del vento,il misterioso ragazzo della chitarra era già nella panchina che accordava il suo magnifico strumento.
quel ragazzo da cinque anni ormai ogni mattina veniva suonare delle bellissime canzoni fino alla sera ed io incantato da quella musica dopo il lavoro restavo sempre un po' ad ascoltarlo.
camminando per le strade ancora deserte della città arrivai al bar: dejavu,quel nome qualche anno prima mi aveva catturato l'attenzione quando ero arrivato a Seoul e da lì mi ero stabilito completamente in città.
entrai e mi misi alla postazione,dentro al bar era abbastanza caldo quindi levai il giacchetto restando solo con una maglietta bianca semplice ed una felpa aperta blu scuro.
i clienti arrivavano ogni minuto,ero leggermento sopraffatto dagli ordini.
<<buongiorno jungwon,il solito grazie>> disse l'anziana signora lee, così presiil suo ginseng e cornetto al pistacchio,e continuai a servire i clienti fino alla fine del turno, uscii dal bar e come tutti i giorni il ragazzo stava suonando,mi sarebbe piaciuto molto conoscerlo di lui sapevo solo che era un bravissimo cantante.
mi sedetti nel prato ed ascoltai le sue parole,le mani si muovevano sulla chitarra come se fosse la cosa più naturale del mondo.

jay
come ogni mattina mi svegliai presto per correre verso il parco e sprigionare le note musicali dalla mia chitarra e dalla mia voce.
uscii con i soliti vestiti oversize e una giacca leggera per proteggermi dal fresco vento di settembre che preannuncia l'autunno.
arrivato alla panchina del parco salutai una signora che stava portando i figli a scuola mentre liberavo dalla custodia lo strumento che mi ha accompagnato per tutta l'infanzia: la mia chitarra. accarezzai piano i piccoli disegni che avevo fatto con mio padre quando ero bambino, vedere tutte le quelle stelle imprecise accompagnate dalle note musicali che mi ero inventato mi dava un senso di tranquillità così decisi che era arrivato il momento di accordare la chitarra che avevo tra le mani.
mentre passavo le dita tra le corde sentii dei passi allontanarsi e sapevo già di chi si trattasse, era il ragazzo che si fermava sempre ad ascoltarmi di cui non sapevo neanche il nome ma che mi metteva sempre felicità quando si lasciava trasportare dalle mie melodie.
suonai ininterrottamente per tutto il giorno quando vidi il ragazzo uscire dal bar in cui ero sicuro lavorasse. lo osservai mentre di sedeva sull'erba ad ascoltarmi, ho sempre pensato che fosse di una bellezza unica, bellezza che mi dava un motivo per continuare a suonare, sbagliai un paio di note ma non sembrava accorgersene così, dopo in realtà non so quanto tempo, mi alzai e rimisi la chitarra nella sua custodia nel completo silenzio pronto per lasciare spazio al coro degli uccellini e dare, per questa giornata, un ultimo sguardo al ragazzo con gli occhi da cerbiatto.

spazio autrici
ciaoo,avete letto bene ho scritto autrici perché in questa fan fiction i due pov sono scritti da due persone diverse.
intanto vi taggo l'autrice del pov di jay Sia_2830,che ha anche scritto il piccolo ma bellissimo paragrafo prima di questo primo capitolo.
spero che la storia vi piaccia,e se volete potete scriverci quello che si potrebbe migliorare nei commenti e se vi piace seguirmi e lasciare un voto.
e niente buona lettura!!!

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