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Mi maledico mentalmente per quello che sto par fare.
"Ahgg" esclamo indossando una camicia blu e dei pantaloni corti scuri. "Perché lo sto facendo".
Non voglio andare alla festa, non voglio che capiti quello che è successo la scorsa volta. Ma il mio cuore mi dice di andare.
Quel bacio per me non è stato insignificante. Ho provato in tutti i modi di dimenticare il ragazzo, ma qualcosa dentro di me cerca sempre di andare a trovarlo.
E quindi eccomi qui, pronto per andare alla festa.

Bevo un bicchiere di acqua, saluto Neve ed esco con molta tranquillità. Jeongin mi aspetta davanti alla casa dove si sarebbe tenuta la festa, casa bang, come al solito.
Apro il portone di casa e metto il cappuccio della felpa che ho portato solo per il tragitto. Guardo per terra non prestando troppa attenzione al marciapiede.
Inciampo su una figura vestita di scuro e subito prendo paura, coprendomi il volto con le mani.
Ultimamente ho paura di tutto, di essere toccato. Ho paura che qualcuno possa farmi del male.
Le mani gelide del ragazzo davanti a me mi fanno sussultare sul posto. Toglie le braccia da davanti al mio viso.
"Jisung" è la voce di Minho. Cosa ci faceva li. Respiro affannosamente ancora con gli occhi chiusi. Il ragazzo avvolge le sue braccia attorno al mio corpo esile e mi abbraccia forte.
I nostri corpi sono uniti uno all'altro e riesco a sentire il carole del copro di Minho contro il mio. Appoggio piano piano la testa sul petto del maggiore tranquillizzandomi al suo tocco. Sono arrabbiato con Minho, ma allo stesso tempo mi chiedo come riesca sempre a farmi stare meglio. Ricambio l'abbraccio unendo le mie braccia dietro la sua vita in modo da poterlo stringere e sospiro tranquillizzandomi del tutto. Volevo stare li, nelle braccia del maggiore, per l'eternità.
Purtroppo però Minho si stacca e una sensazione di freddo mi pervade tutto il corpo.

"È cosi che fate?" Gli dico ritornando con i piedi per terra e mantenendo un atteggiamento distaccato. Lui mi guarda perplesso in cerca di una risposta.
"Illudete sempre le persone facendole sentire speciali agli occhi di qualcuno, per poi improvvisamente picchiarle tutti i giorni a scuola? Quando la persona finalmente riesce a fidarsi di qualcuno, voi la demolite? È cosi che fate? Sono solo uno delle tue tante vittime Minho?"

Minho pov:
Come vorrei digli di no a tutte le sue domande. Vorrei digli no. Non sono io che comando, è chan.
Vorrei dirgli quanto amo stare con lui, anche nei soli pochi momenti che siamo riusciti a trovare. Quanto amo il suo viso etereo e la sua sicurezza nel rispondere ai bulli che lo attaccano.
E invece eccomi qui. In silenzio con lo sguardo basso. Mi faccio pena, non riesco nemmeno a trovare il coraggio di dirgli la verità, non posso continuare cosi.
"Come immaginavo" conclude Jisung proseguendo sulla sua strada rimettendosi il cappuccio e precedentemente era caduto nell'abbraccio. I suoi occhi diventano lievemente lucidi e continua a camminare verso casa di chan.

Non mi potevo arrendere, lo dovevo trovare alla festa e parlargli. Il rimorso è sempre più forte dentro di me, e la voglia di dirgli tutto mi opprime.

Mi avvio anche io per la strada della casa del mio amico, cercando di raggiungere Jisung che ormai è troppo avanti.
Entro dentro casa di bangchan venendo subito acchiappato dalle sue grinfie. Vedo Jisung entrare in bagno e non posso fare a meno di seguirlo.
"Minho! Finalmente sei arrivato, andiamo a bere qualcosa." Mi dice portandomi con forza al tavolo dei drink.
"No chan devo andare in bagno." Gli dico.
"Ahg amico, ho appena visto che ci è entrato il ragazzo sfigato di classe nostra. Non vorrai iniziare subito ad importunarlo?!" Mi dice il mio amico ridendo e passandomi un drink che bevo tutto d'un fiato.
"Lasciami andare chan" gli dico urtandolo.

Corro verso il bagno e busso alla porta.
"Occupato" sento la voce del minore.
"Apri la porta Jisung." Gli dico. Lui apre la porta e mi guarda arrabbiato.
"Mi vuoi lasciare stare cazzo." Mi dice, escendo dal bagno.
Lo precedo prendendolo dal braccio e buttandolo dentro il grande e lussurioso bagno, chiudendo la porta a chiave buttando quest'ultima nel cestino del bagno.
"Cazzo Jisung tu adesso stai fermo. Basta continuare a scappare" il volto del minore impallidisce alle mie forti parole e appoggia la schiena al muro del bagno. Mi avvicino a lui che sobbalza spaventato.

"Dobbiamo parlare."

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la prossima é una smut😬

Truth or Dare? [minsung]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora