Truth or Dare? [minsung]

10

"Raccontaci la prima volta che hai scopato con qualcuno"

Alle sue parole mi blocco e spalanco gli occhi in risposta. Sono palesemente a disagio e bloccato in una situazione da cui sapevo benissimo di non poter uscire.
I difficili ricordi mi pervadono la mente uno dietro l'altro. Non posso e non voglio rispondere a quella dolorosa domanda.
"Passo" dico con fermezza dopo che i miei occhi diventarono lucidi al pensiero di dover rispondere. L'ansia continua a salire. Guardo jeongin e vedo che continua a dormire. Gli occhi dei ragazzi mi fissano in attesa di una risposta che non avrei mai dato.
"Non puoi passare, devi rispondere" dice sorridendo maliziosamente bangchan, incitandomi a rispondere.
Porto le gambe al petto per placare quel leggero tremolio che passa attraverso il mio corpo come una scossa. Sudori freddi mi pervadono e il mio fiato inizia a diventare pesante.
Come potevo solo immaginare che la serata sarebbe terminata in questo modo.
"Oh, non sarai mica vergine?" Ride chan contagiando anche wony. Minho mi fissa con sguardo corrucciato.
No stupido non sono vergine, solo che non voglio ricordare. Non voglio ricordare la mia prima volta a letto con un ragazzo fin troppo più grande di me. Non voglio ricordare le sue grandi mani che toccavano il mio corpo inerme steso su un divano. Non voglio ricordare i lividi, i succhiotti e i dolori che mi ritrovai il giorno dopo. La sensazione di stordimento quando mi ritrovai in ginocchio davanti a lui, e non voglio ricordare come mi fece male dopo non avermi nemmeno chiesto il consenso.

Dal mio occhio stanco scese una lacrima mentre i due ridevano.
"Jisung" urla Minho quando mi vede scappare fuori dalla casa. Corro fino ad arrivare lungo il ciglio della strada dove mi fermo per riprendere aria. Metto una mano sul petto e stringo forte la camicia che in quel momento sembrava stringere troppo le vie aeree. Cado in ginocchio sul marciapiede. Riuscivo a stento a respirare. Sento il petto stringersi e i miei polmoni cercare aria, invano. Il mio cuore accelera e i miei occhi si appannano, le mani iniziano a sudare. Non riesco più a capire e a sentire niente, nemmeno la voce di Minho che urla disperatamente il mio nome.
Il ragazzo è vicino a me e mi tiene stretto a se. Continuo a capire sempre di meno. Perché lo fa? Basta voglio risposte immediatamente, ma dalla mia bocca non riescono ad uscire parole. Piango a lungo continuando a tremare nelle braccia del ragazzo che cerca di calmarmi. Vorrei scappare da qui, tornare a Icheon dove la mia vita era migliore.
Cerco di ricordarmi le tecniche di respirazione datemi dal mio psicologo qualche anno fa, quando ebbi il mio primo attacco di panico e dopo circa 5 minuti riesco finalmente a calmarmi, anche se i brutti ricordi e le lacrime non lasciano ancora il mio corpo.
"Mi dici perché fai tutto questo?" Urlo contro Minho piangendo, che alle mie parole si stacca e mi guarda con sguardo basso e tranquillo.
"Jisung" prova a dire, ma io lo interrompo.
"No Minho. Io non ci sto capendo mi nulla." Prendo un respiro profondo cercando di ristabilire il mio battito. "Dovete lasciarmi stare Minho. Sono qui da una settimana e non ce la faccio già più." Mi alzo velocemente anche se ancora debole dall'accaduto e singhiozzando mi volto e cammino per la mia strada verso casa.
Minho resta immobile, senza controbattere o senza seguirmi.

Minho pov:
"Cazzo" esclamo guardando la figura del ragazzo allontanarsi da sola al buio. Mi sento estremamente in colpa per quello che è successo, chan esagera sempre.
Sospiro o torno dentro casa, vedo i due che si sussurrano qualcosa a voce bassa.
"Che vi dite" dico avvilito risedendomi sulla poltrona in pelle.
"No nulla" esclama il mio amico. "Stiamo solo architettando qualcosa." Mi spaventa sempre di più.
Io non sono cosi. Odio fare del male alle persone, ma ormai chan fa parte della mia vita e sono legato a lui da un vincolo che non mi potrà mai separare.
Non volevo fare del male a Jisung e nemmeno a tutte le altre persone a scuola. Vengo considerato un bullo ma io in realtà non lo sono, non voglio esserlo.