Capitolo 8

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Ancora una volta quel sogno vivido e così reale lo stava tormentando tanto da restare senza respiro ogni volta che apriva gli occhi al momento fatidico di scoprire chi si celava dietro la maschera, spostò lo sguardo sull'ora che segnava le 4:15 della sveglia sul comodino,rilasciò un respiro profondo iniziando a guardare il soffitto, in un secondo gli apparve nella sua mente la scena della carne pallida soffice e invitante della donna dai capelli lilla che si sottometteva a lui ogni volta, senti l'eccitazione accendersi nel suo basso ventre, con uno scatto veloce si alzò e uscì da sotto le coperte rosse facendo attenzione a non svegliare julie, apri la porta del bagno richiudendola lentamente una volta dentro "dio" sospirò guardando l'erezione che pulsava attraverso i suoi boxer "devi uscire dalla mia testa cazzo" sussurrò poggiando una mano fra i capelli turbato, infilò l'altra dentro i suoi boxer quasi vergognandosene mentre iniziava a darsi piacere ripensando al sogno, agli ansimi di lei fino a fargli raggiungere il culmine con un gemito silenzioso riversando il suo liquido all'interno della stoffa dei boxer,cosa gli stava succedendo si sentiva come se sarebbe impazzito da un momento all'altro,tolse i boxer e li buttò nella cesta dei panni sporchi, apri di nuovo la porta tornandosene a letto sperando di non sognarla ancora, dall'altra parte della città Maggy si rigirava nel suo letto insonne non aveva chiuso occhio, si alzò a fatica avendo dormito poco e niente e sbadigliò portandosi una mano sulla bocca, aprì l'armadio e si vestì per andare al lavoro, doveva muoversi o sarebbe arrivata in ritardo non avendo più neanche la sua bici doveva farsela a piedi, uscì di casa e si incamminò a passo spedito mentre il cinguettio degli uccellini iniziava a farsi sentire sempre di più ed il sole a salire illuminando leggermente le strade ancora tranquille e poco gremite di macchine
"Buongiorno" disse una volta dentro l'eclair, Eloise la saluto con la mano mentre toglieva le tazzine dalla lavastoglie, Maggy si diresse dietro il bancone e mise il grembiule beige leggermente controvoglia "iniziamo questa giornata" le disse Eloise facendole guardare i primi clienti che entravano nel bar e le mimo un sorriso con entrambi gli indici ai due lati esterni delle rima labbiale "se sei felice tu lo sono loro Maggy ricordalo, e se lo sono loro pagano" la mora annuì fingendo un sorriso, era stanca ed esausta quella mattina e non voleva sapere niente di niente e nessuno.

Quella mattina Alys si svegliò con un buon odore di frittelle che proveniva dalla cucina, si alzò e si stiracchiò per bene, legò i suoi biondì capelli in una coda alta, si infilò una vestaglia di seta rosa e si diresse in cucina, dove vide una Giselle intenta a cucinare "Buongiorno" sorrise e si mise seduta a tavola "Buongiorno anche a te Ally" rispose la donna senza nemmeno girarsi per guardarla, portò le frittelle e lo sciroppo d'acero a tavola e si sedette anche lei per gustare insieme la colazione "A cosa devo tutto questo ben di dio?" rise la ragazza iniziando ad addentare la prima frittella "Volevo farlo, perché alla fine penso che.. ecco noi siamo come una famiglia no?" la ragazza a quelle parole rimase per un secondo pietrificata, aveva ragione Giselle, quello che gli aveva dato lei in tutti quegli anni era paragonabile a l'amore che può darti una sorella o un genitore, si sentiva a casa con lei "Si lo siamo, sai aveva paura che ti saresti infuriata quando sono scappata, avevo il timore che potevi chiamare mio padre e raccontargli tutto" abbassò lo sguardo tristemente, guardando le frittelle davanti a lei " No, non potrei mai.. ti capisco sei giovane e stai vivendo un qualcosa che non hai mai vissuto prima d'ora" si era proprio così, la donna spostò la sua mano sopra a quella della ragazza, che alzò lo sguardo a quel tocco, si sorrisero dolcemente "Per quanto riguarda tuo fratello invece?" Alys sbuffò e tornò triste " Non lo so ,non so da dove iniziare, pensavo che venendo qui era più facile e invece è come cercare un ago in un pagliaio" Giselle strinse la mano della ragazza come se volesse incoraggiarla e dargli forza "Ti aiuterò, te l'avevo promesso anni fà che sarai stata dalla tua parte e così sarà" la ragazza la guardò e scosse la testa "Gi potresti essere licenziata lo sai?" la donna si alzò e la raggiunse la fece alzare e l'abbraccio forte "Non mi interessa, io mantengo le mie promesse, ti aiuterò in tutto" la ragazza scoppiò a piangere, quelle parole per lei erano come diamanti preziosi non poteva credere che la donna più temuta in realtà era un cuore di panna, l'aveva capita, la stava ascoltando cosa che il padre non fece mai.

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