Verso lo zenit

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«Allora? Che ne pensi?»

Simon non dice niente. Lo squadra per un po', da diverse angolazioni. Jason non si è mai sentito così osservato in vita sua, nemmeno quando sale sul palco.

«Se mi sta male dillo e basta,» esclama a un certo punto, esasperato dall'attesa.

L'amico alza le spalle. «Decente,» accenna. In realtà, dal suo punto di vista, l'anello al naso gli sta benissimo, e un po' di metallo era l'unica cosa che mancava per rendere Jason perfetto ai suoi occhi, ma questo evita di dirlo.

«Come mai questa decisione così improvvisa?» domanda, riprendendo a sistemare il sacco a pelo accanto al proprio letto, cercando di non mostrarsi nervoso.

Jason alza le spalle. «Volevo qualcosa di nuovo,» si limita dire. «Mi serviva un cambiamento esteriore, uno visibile a tutti.»

«Potevi optare per qualcosa di più deciso, allora,» Simon accenna un sorriso, ironico. «Tipo, che ne so, un tatuaggio in mezzo alla fronte.»

Simon non riesce a continuare perché gli arriva un cuscino in faccia, lanciato direttamente dal proprio letto, dove l'amico è seduto.

Jason ha litigato con i suoi, a detta sua dopo l'ennesimo tentativo dei Pratt di fargli ripensare la scelta del college, così lui se n'è andato di casa con una scusa qualsiasi appena la situazione ha iniziato a degenerare. Quel pomeriggio lo aveva chiamato all'improvviso; non lo aveva mai sentito così nervoso e teso mentre gli chiedeva di ospitarlo per la notte. Anche le prove erano saltate, e ora si trovano davanti alla TV sintonizzata su un canale di cartoni, con Simon che gli sistema il letto come una domestica.

Il padrone di casa prende il cuscino e se lo mette dietro la schiena, fa il dito medio a Jason e si mette comodo sul sacco a pelo, guardando i cartoni che mandano in onda al momento. Nel corso della giornata si è chiesto più volte come mai si sia rivolto a lui per ospitarlo, e non a John o ai suoi amici della scena, ma non ha trovato risposta.

E ora sono da soli. Non soli nella sua camera, soli in casa, perché Valerie e i suoi sono fuori per una delle sue solite visite. Lui e Jason, completamente isolati da tutti.

«Vuoi mangiare qualcosa?» gli domanda lui all'improvviso, lanciandogli un pacchetto di Skittles che l'altro prende al volo. «È per ringraziarti di avermi accolto.»

Simon non riesce a trattenere un sorriso, mentre apre il pacchetto e prende una manciata di caramelle.

«Pensi di comprarmi così?»

«L'ho già fatto,» Jason gli rivolge un occhiolino scherzoso, al quale l'altro risponde con una pedata.

La serata passa tranquilla, parlando del più e del meno, di musica e skate, e quasi senza accorgersene a notte fonda sono ancora lì, seduti a guardare cartoni, mangiare schifezze e poi girare sui canali più strani che riescono a trovare.

«Lascia qui,» Jason gli punzecchia il fianco e Simon alza il volume; è un canale notturno che trasmette video musicali continui. La canzone del momento è Shiny Happy People, dei R.E.M., e appena la riconosce Simon si volta stranito verso l'amico.

«Ti piace questa roba?»

L'altro annuisce, con gli occhi incollati allo schermo.

«L'ho sentita alla radio qualche tempo fa.»

Simon non aggiunge altro e per un po' restano in silenzio ad ascoltare la canzone, ma questa volta non ce la fa proprio a stare zitto. «Che palle,» esclama all'ennesimo ritornello, prendendo una manciata di Skittles. «Non ci credo che ti piace una roba del genere.»

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