25° capitolo

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Uno sbadiglio rumoroso partì dalle labbra di Niall, il ché mi fece svegliare.

Adesso che papà non c'èra, non riesco a dormire da sola, così io e Niall dormiamo insieme.

Schiusi gli occhi e alzai il busto, sbadigliai anchio mentre mi grattavo l'occhio.

"Sveglia?" chiese.
Annuí.

"Dormito bene?"
"Con te si"
Ammisi circondandogli il busto.

Era così bello stare insieme a lui.

"Niall?" lo chiamai
"Si?"
"Vuoi essere il mio fidanzato?"
Chiesi innocentmente.

Lui scoppiò in una fragorosa risata. "Certo, sarò il tuo fidanzato!"

"Yee!" esultai.

Gli schiocchiai un bacio a fior di labbra.

"Va bé, Niall và a prepararti. Voglio andare da papà!"
Gli ordinai.
"Si signor capitano!"
Sorrisi e corsi nella mia stanza.
Misi un vestito rosa con i fiori bianchi, e le ballerine.

Niall mi infilò una mollettina nei capelli e li pettinò.

Una volta giunti al carcere, l'orario di visite iniziò e io avevo in mente una cosa.

"Niall, mi scusi un attimo?"
Chiesi adocchiando una guardia.
"Che devi fare?"
"Lo vedrai"
Sorrisi e mi diressi verso l'omone.

"Scusi?" picchiettai sul suo torace. Lui abbassò lo sguardo e mi guardò confuso.

Iniziai a piangere, per finta.

"Omone, mio papà è li dentro -singhiozzai- mi manca tantissimo! Voglio abbracciarlo ti prego aiutami! Voglio il mio papà!"

"Bel tentativo bambina." sorrise sghembo.

Lo fulminai con lo sguardo e tornai da Niall.
"Ci hai provato"
Disse.
Annuì tirando le labbra in una riga.
"Si però, io voglio abbracciarlo sul serio"
Dissi, facendo il broncio, pronta a piangere sul serio.
"Nono, non piangere tesoro"
Mi precedette Niall, tirandomi in un caloroso abbraccio.

"Quanto devo aspettare prima che possa riabbracciarlo?!"
Domandai.
"Hem...un pò di mesi"

Annuí stanca di tutto questo.

Una guardia arrivò, e disse che potevamo entrare, così mi sedetti sul solito tavolino con il vetro divisore. Niall mi aspettava, lui aveva il turno dopo di me.

Appena vidi papà, mi venne un colpo al cuore e allargai gli occhi ricchi di lacrime; aveva un livido enorme sullo zigomo.

"Ei" mi sorrise, stanco.
"Papà che cavolo hai fatto alla faccia!?!"
Quasi urlai.

"Tesoro non preoccuparti, è solo che non sono molto accoglienti qui dentro"
Scherzò, ma si poteva benissimo cogliere quel filo di tristezza e amarezza.

Una lacrima scese sul mio volto.
"Mi manchi, come sempre"

"Anche tu"
Quello che fece, mi stupì molto, ma in senso negativo.

Abbassò lo sguardo e iniziò a piangere, pianse forte, singhiozzò, e io non potevo andare ad abbracciarlo.
Andare a consolarlo.

Quanta rabbia mi salì in quel momento, così tanta che iniziai a dare pugni al vetro con la speranza che si rompesse ma non fú per niente così.

Iniziai a urlare, e a piangere insistentemente mentre mi dimenavo sulla sedia.
Lui continuava a singhiozzare, è quello che mi dava la forza per cercare di rompere quel cavolo di vetro ingiusto che separava un padre innocente dalla sua bambina, e il loro amore.

"Papà! Non piangere!"
Urlai.

Le mie urla furono placate da una presa ferrea alla vita...
Mi voltai subito dallo spavento; era una guardia che mi voleva portare via.
Mi dimenai ferocemente.

"Noo! Lasciatela stare! Quella è mia figlia lasciatela staree"
Le urla di papà si fecero sempre più lontante.
Non volevo farlo preoccupare, questa guardia non mi avrebbe fatto niente, se non io avrei fatto qualcosa a lei, quindi urlai "Staro bene! Ti amo papà!"
Urlai più forte che potevo con la speranza che mi avrebbe sentito.

Quando giunsi da Niall mi rifugiai subito tra le sue braccia.
"P-piangeva e-e io n-non c'è la f-facevo a-a senti-sentirlo"
Il mio corpo era scosso da violenti singhiozzi.

"Sshh....è tutto okay. Lo rivedrai. Basta solo aspettare e tutto ritornerà come prima"

"N-niall?"
"Si?"

"Ho fatto bene a dare un morso alla giardia?"
Chiesi.
Lui mi sorrise divertito.
"Hai fatto benissimo"

Gli sorrisi a malapena.

"Ora vado a cercare di calmarlo, aspettami qui"
Disse.
Annuí e mi sedetti su una sedia, due posti di fianco a una signora.

"Perché piangi tesoro?"
Chiese.
Arrossí vistosamente e scossi la testa.
"Sei timida?"
Annuí.

"C'è tuo papà qui dentro?"
Chiese, annuí di nuovo.

"Come ti chiami?"
Mi sorrise.
"Elizabeth, Malik"
Dissi.
Corrugai la fronte quando la signora si irrigidì al colpo.
"Malik?!"
Chiese, quasi urlando.
Annuì stranulata.
"Ssi, perché fa così?" domandai.
"Scusi, come si chiama tuo padre?"
Disse del tutto sconvolta.
"Zayn malik" risposi ovvia.

"Oh dio!" si mise una mano sul cuore e ansimò.
"Si sente bene?" chiesi.
"Piccola...sono tua nonna"

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