Paranoie

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Nicole

Torno in camera con Kyler alle spalle e non posso fare a meno di sorridere guardandomi attorno estasiata dai tulipani che creano un caleidoscopio di colori che mi catturano e incantano, noto un dettaglio che prima non avevo visto, un unico tulipano nero con un bigliettino attaccato, lo stacco e prima di poterlo leggere Kyler mi precede citando i versi di Shakespeare a memoria
<<L'amore non è amore se muta quando scopre un mutamento o tende a svanire quando l'altro si allontana>> lo guardo confusa e allora chiarisce <<Nicole ti sto chiedendo di non cambiare ciò che provi per me solo perché pensi sia diverso da come immaginavi, so che ho fatto una cosa terribile e ti assicuro che non era nei miei piani, ho solo protetto Leila come ho meglio creduto. Inoltre, con questo...>> indica il bigliettino e prosegue <<ti voglio dire che nonostante ti sia allontanata da me per tre mesi, non ho mai smesso di aspettarti e...di amarti>>
Non mi aspettavo una dichiarazione d'amore e non so bene cosa rispondere, così dico la prima cosa che mi passa per la testa <<Perché il nero per esprimere amore?>> fa un sorriso triste ma alla fine vacilla <<È come ho visto la mia vita nel periodo in cui sei stata lontana da me. Tu sei la mia lucciola>>
Mi sorride dolcemente e mi guarda come se si aspettasse che da un momento all'altro possa urlargli che lo amo anch'io e invece, per non deluderlo gli rivelo ciò per cui l'ho fatto venire qui <<Ero incinta>> il suo sorriso si allarga ancora di più e mi prende in braccio <<Aspetta, eri? Che vuoi dire?>> mi rimette con i piedi per terra mentre si incupisce, mi siedo sul letto e fissando ovunque tranne che nei suoi occhi dico <<Non ne sapevo niente, ero incinta quando Max mi ha colpita, lo shock, il trauma e lo spavento mi hanno portata ad un aborto spontaneo, questo è quello che mi hanno detto i medici>> asciugo una lacrima silenziosa che mi è scivolata inconsapevolmente sul viso.
<<Perché non me ne hai parlato? Perché mi hai evitato per tutto questo tempo?>> è arrabbiato e lo capisco, ma anche lui deve capire me.
<<Kyler è successo tutto troppo in fretta, lo stupro, l'omicidio, l'aborto...ho scoperto di essere incinta nello stesso momento in cui ho scoperto di averlo perso. Volevo solo voltare pagina>> si inginocchia davanti a me e mi asciuga le lacrime <<E dimenticarmi? Hai voltato pagina solo con me, perché?>> balzo in piedi e in un impeto di rabbia urlo <<Perché sei l'unico in grado di ferirmi davvero! Hai troppo potere su di me Kyler. E purtroppo so di cosa sei capace, e se ti succedesse qualcosa? Non ci pensi a me?>> sferra un pugno contro un vaso di tulipani mandandolo in frantumi <<Cazzo! Perché non puoi fidarti di me per una volta?>> mi sta scuotendo per le braccia e questo gesto mi riporta alla mente l'episodio con Max di tre mesi fa, quando mi stringeva con forza pretendendo di sapere dov'era Leila, inizia a mancarmi il fiato e sento un dolore lancinante al petto <<Nicole, stai tremando...calma lucciola, ci sono io con te, sono io, sei al sicuro>> le fitte persistono, ma piano piano riesco a incanalare più aria, avvolta tra le braccia di Kyler mi sento al sicuro e grazie anche alle sue parole confortanti dopo pochi minuti che sembravano non finire mai, il respiro torna regolare.
<<Cos'era?>> chiedo con un filo di voce <<Un attacco di panico, non è grave tranquilla, ne ho calmati molti a Leila>> mi accarezza i capelli e finiamo per sdraiarci sul letto <<Cosa ti preoccupa davvero Nicole?>>

<<Che quei tizi possano tornare a cercare te o di nuovo chi più ami e non vorrei che succedesse niente a te e Leila ...o a me. Ho paura Kyler>> vedo il dolore che le mie parole gli hanno provocato sul suo viso <<Nicole le persone commettono degli errori, ma se decidono di lasciarsi il passato alle spalle meritano il beneficio del dubbio e credimi, non permetterò a niente e nessuno di farti del male>> in un primo momento sorrido, poi la consapevolezza si fa strada dentro di me <<Tu lo sapevi>> il mio sorriso viene spazzato via insieme al suo, questa è la tempesta dopo la calma, non ho bisogno che parli, tiene gli occhi bassi, i pugni chiusi e la mascella tesa. Inizio a colpirlo, sgancio pugni senza fermarmi e senza vedere niente, ho gli occhi appannati per via delle lacrime.
<<Tu lo sapevi!>> urlo <<Calmati ti prego>> mi afferra i pugni fermandomi e posa una mia mano sul suo petto, all'altezza del cuore <<Mi fai male qui. Posso sopportare di starti lontano per giorni o mesi, ma non sopporto vedere l'odio nei tuoi occhi>> mi divincolo dalla sua stretta e mi alzo in piedi <<Sai, non l'avrei mai capito se non avessi fatto cenno al passato>> cammino avanti e indietro per la stanza e ad ogni passo afferro un tulipano che finisce prima sgualcito nel palmo della mia mano e infine in mille pezzi a terra <<Quel giorno al lago... tu ti drogavi... Max era il tuo spacciatore. Sapevi chi era e non hai fatto niente per impedire a tua sorella di stare con lui! È stata violentata per colpa tua! Mi fai schifo>> tiro su con il naso e non nascondo nemmeno i singhiozzi o le lacrime, Kyler mi guarda sbalordito, poi un lampo di delusione gli attraversa il volto e infine balza in piedi <<Se avessi parlato con Leila, lui le avrebbe detto chi era il suo cliente preferito... non volevo farle del male>> si volta e prima di afferrare la maniglia della porta senza guardarmi aggiunge <<Non mi farai sentire in colpa. Non è colpa mia. Io ho smesso con quella merda, Max no. Ho avvertito Leila, ma sperava di poterlo salvare da quella vita>> e se ne va senza aspettare la mia risposta, d'altronde cosa avrei potuto dirgli?
Mi dispiace? Ho parlato a sproposito, ovvio che non è colpa sua, non lo penso davvero.
Entrambi mi hanno tenuto nascosto questo dettaglio ma che importanza ha adesso?
Il passato non può essere cambiato e rivangare ciò che è successo fa solo male, non si torna indietro, ma bisogna imparare da ogni esperienza, bella o brutta che sia, a trarne un insegnamento affinché il domani sia migliore, affinché noi possiamo essere persone migliori.

Al mattino seguente cerco di prolungare il risveglio il più possibile spegnendo la sveglia che continua a suonare, non ho voglia di alzarmi, prepararmi, seguire i corsi e soprattutto non ho voglia di vedere Kyler, non dopo ieri sera. Quando ormai dalla finestra entra troppa luce per riuscire ad addormentarmi di nuovo, apro gli occhi e noto che il letto di Leila è intatto, recupero il telefono dal comodino che ho accanto e infatti trovo un suo messaggio

Leila: mi fermo da Malok, non ti preoccupare per me.

Apprezzo che si preoccupi di avvertirmi quando non rientra, lei ha avuto il tempo di elaborare e passare sopra, per quanto possibile, a ciò che le hanno fatto, ha una forza incredibile e sta diventando una gran Donna. Al suo posto non mi sarei ripresa così velocemente e non sarei riuscita a fidarmi di nessuno.
Non che ora mi fidi.
Purtroppo, l'abbandono ti segna, a qualsiasi età. Perché fidarmi di qualcuno al punto tale da aprire il mio cuore e regalargli i miei pensieri, le mie emozioni o le mie paure, se prima o poi se ne andrà? Se ne vanno sempre tutti e non so se ho più la forza per affrontare nuove delusioni.
Forse è paura quella che mi frena con Kyler, non è mai stato con una sola ragazza, se dovesse tradirmi? Se dovessi innamorarmi e perderlo in una delle sue folli corse in macchina? Se sono sola non posso perdere nessuno e non avrebbero il potere di farmi soffrire, giusto? Allora perché sto male al pensiero di Kyler lontano da me? O al pensiero di Kyler con un'altra?
Forse dovrei mettere da parte la paura e godermi qualsiasi emozione ed esperienza la vita voglia darmi, una volta ho letto da qualche parte che non bisogna privarsi del sole per paura dell'ombra.
E se mi stessi perdendo qualcosa di meraviglioso solo per timore? La vita è fatta anche di sofferenze, sono quelle che ti aiutano a crescere e ad affrontare nuove situazioni con più forza e tenacia e che ti aiutano ad arrivare in alto.
Sono stata inerme per troppo tempo, ho subito mia madre per anni e ho accettato tutti i suoi comportamenti pur di non peggiorare le cose, adesso voglio vivere e godermi le cose belle senza pensare ai rischi che potrebbero accompagnarle.

Voglio essere amata, voglio amare e voglio essere felice, allora perché non lo sono?
Sono diventata troppo brava a sabotare la mia felicità ed è ora di dire basta.

Mi alzo con mille buoni propositi, tra i quali parlare con Kyler e dirgli che lo amo anch'io, in realtà lo amo in segreto da anni, ma questo non lo saprà.
Ricordo quando ero piccola e passavo le giornate in compagnia di Leila sperando di vederlo giocare in cortile o quando facevo sempre finta di confondere la sua camera con il bagno, poi durante l'adolescenza sono arrivate le prime fantasie, per anni ho sperato che durante le notti in cui mi fermavo a dormire da loro venisse a svegliarmi e mi dicesse di seguirlo in camera sua e soprattutto pensavo a lui, quando a casa mia era un inferno, per stare meglio...ancora non lo sapevo ma lo amavo già.

Indosso dei collant neri e sono ferma davanti all'armadio indecisa se abbinare una gonna nera morbida con una camicia di raso bianca, non ricordo neanche quando è stata l'ultima volta che mi sono preoccupata per il mio aspetto, ho sempre avuto problemi ad accettarmi e mi sono sempre nascosta dietro ad anonimi jeans e felpe, ma oggi voglio essere carina.
Manca ancora poco più di un'ora alla lezione di neuroscienze cognitive; quindi, per abbattere il tempo apro l'armadio di Leila e prendo il ferro, non sono brava con i capelli e in più ne ho sempre odiato il colore nero, ma alla fine l'effetto delle onde che cadono morbide sulle spalle mi piace, passo il mascara sulle ciglia e gli occhi azzurri risaltano immediatamente, lucida labbra color ciliegia immancabile, stivaletti ai piedi e sono pronta.

In caffetteria c'è già Leila che mi aspetta con due cappuccini, mi racconta brevemente la serata passata con Malok e poi scappo a lezione, avrei voluto incontrare Kyler ma sembra che la terra l'abbia inghiottito.
Mancano pochi minuti al suono della campanella e mentre i corridoi brulicano di persone si sente un urlo, poi la folla mi investe e in aria risuonano due spari.

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