"Sono un perdente e tu sei tutto quello ho, comunque vada non aver paura, io ci sarò."
Capitolo 4
Sabato è arrivato in un batter d'occhio, e come ogni mattina, sono quì a pensare...
Quel numero privato... Chi mai potrebbe essere? Sì, forse qualcuno che conosco, probabile, ma come mai zia ha così tanta paura? E poi, tutti hanno comportamenti strani... Travis mi scrive e mi chiama in continuazione, anche quando sono all'università, zia continua a farsi sentire, sempre con la solita domanda: 'Ha chiamato?'
Ancora immersa nei miei pensieri mi alzo e inizio a vestirmi, penso di andare a fare colazione al bar, infondo oggi non c'è scuola...
Finita di prepararmi, prendo un pezzo di carta e una penna...
"Ragazze sono uscita prima, non allarmatevi. Quando vi svegliate fatemi un colpo di telefono, anche se so che quello da parte di Emily mi arriverà per l'ora di pranzo ツ un bacio a tutte e due. El"
E anche questa è sistemata...
Penso mentre lo ripongo sul comodino di Lizzy.
Prendo tutte le mie cose ed esco, facendomi una passeggiata fino al bar vicino alla Eduards.
Appena entro, lo vedo lì: stravaccato sulla sedia, parlando con la cameriera che sbavava dietro Luke.
Mi volto dall'altra parte per non subire quello spettacolo pietoso e mi dirigo alla cassa.
"Un capuccino caldo con panna ed un cornetto con crema e nutella" ordino gentilmente.
Una volta servite le cose, le porto fino ad un tavolino il più lontano possibile dal suo.
Che schifo!
Penso mentre bevendo il capuccino, il mio sguardo si posa su quella scena, al lato opposto del bar.
La cameriera, mi sembra si chiami Linda, o almeno così avevo letto sul cartellino quel giorno con Luke, sta seduta sulle sue gambe, mentre le mani di lui si fanno spazio sotto i vestiti. Le loro bocche incollate e le loro lingue che si scontrano ripetutamente...
Quanto vorrei che adesso si spaccasse la sedia e cadessero tutti e due, facendo una figura di merda!
Finita la colazione mi alzo per andare a pagare il mio conto.
"Oh, no no signorina, è già stato pagato." mi rassicura il cassiere.
"Ma non è vero, io non ho pagato." affermo convinta scandendo le parole.
"Ha pagato il signorino." dice indicando Draew mentre esce dal locale.
Cosa?!? Come cavolo ha fatto a vedermi? Ma se è da quando sono arrivata che pomiciava con la biondina sexy!
"Oh... in tal caso mi scusi." sfodero il mio miglior sorriso.
"Arrivederci." dico andandomene velocemente...
Devo trovarlo... Uno schiaffo non glielo toglie nessuno. No signore! Come si permette a farmi fare una figura di merda del genere?!
Cammino a passo svelto, più infuriata che mai...
Dopo un paio di svoltate lo vedo entrare nell'appartamento di Luke, così lo seguo. Fortunatamente zucchero filato mi considera una sorella e mi ha lasciato le chiavi...
Adesso mi diverto io, caro signorino Draew.
Apro la porta principale e salgo le scale fino al piano indicato dell'ascensore, ma quando arrivo, due possenti braccia mi afferrano per i fianchi.
STAI LEGGENDO
we are LIE because we are LOVE #Concorso Storie 2015
RomantizmEleanor Jonson, è una ragazza solare, di vent'anni, che si trasferisce a Londra, sotto consiglio di sua zia. Frequenta l'università, e desidera fortemente riuscire a specializzarsi in psicologia, cercando, aggrappandosi al suo sogno, di lasciare da...